13 PILLOLA STORICA

Sequenza degli articoli:

  • (13 PILLOLA STORICA) STORIA D’ITALIA IN PILLOLE.

 

 

(13 PILLOLA STORICA) STORIA D’ITALIA IN PILLOLE.

DA MATTEI A MORO, PASSANDO PER IL DIVORZIO (Tesoro-BankItalia) E LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE, I PROBLEMI DEL DEBITO E DELLA MANCANZA DI COMPETITIVITA’ DELL’ITALIA NON DIPENDONO DA CASTA E SPRECHI.

PREMESSA: L’Italia per via della sua posizione altamente GeoStrategica al centro del Mediterraneo, è sempre stata un territorio oggetto di contesa da parte di tutte le forze mondiali, soprattutto da parte delle nostre forze alleate (USA in testa), spesso con modalità NON convenzionali politicamente scorrette.
La strategia GeoPolitica perseguita dalle forze nostre alleate contro l’Italia seguiva una duplice finalità:

  1. – Da un lato quello di impedire l’evoluzione del sistema politico italiano, cioè, impedire che la politica italiana si spostasse verso sinistra con possibile fuori-uscita dell’Italia dalla NATO (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito dagli USA per via della Guerra Fredda).
  2. – Dall’altro (quello di cui si parla pochissimo) quello di porre un freno all’emancipazione della sovranità italiana per contenere uno straripamento di una potenziale egemonia italica sul Mediterraneo, quindi Africa e Medio-Oriente (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito da Inghilterra e Francia per via delle loro colonie in quei territori).

In entrambi i casi, si trattava di neutralizzare la sovranità italiana a qualsiasi costo e con ogni mezzo.
Tra i mezzi visti ci sono:

  • – La Strategia della tensione (per mezzo delle stragi di Stato).
  • – La sottrazione della sovranità monetaria (per mezzo del SistemaEuroMonetario).
  • – La sottrazione dell’autonomia industriale (per mezzo delle privatizzazioni di tutti gli asset pubblici strategici).

In seguito all’attuazione di questa mirata strategia, l’Italia dal 1945 e fino a tutt’oggi, è stata, dapprima depotenziata, e infine definitivamente privata di ogni sua sovranità e indipendenza. (Sintesi tratta dal saggio “Strategia della tensione” di Maurizio Barozzi).

ANNI ’40:

Durante la guerra le forze alleate sbarcano in Sicilia sfruttando una importante alleanza con la mafia (vedi voce “SBARCO IN SICILIA – 1943” nella pag “Eventi storici“).
L’Italia occupa una posizione geografica estremamente strategica che fa gola a tutte le forze in campo, e a cui tutti ambiscono.
– MAFIA,
– GLADIO,
– P2.
Attraverso il coacervo di queste 3 “braccia”, l’Asse Atlantico riuscirà a garantirsi un potere di controllo sulla nostra penisola influenzandone le faccende domestiche da lì negli anni a venire.
Del tutto fondamentale in questo contesto risulterà essere l’inserimento dell’Italia nell’alleanza atlantica, con conseguente integrazione dei comparti militari italiani, compresi i Servizi segreti, tutti ricostruiti sotto l’egida statunitense e subordinati tramite diktat accordi e protocolli (anche segreti) agli alti comandi NATO.
Il 1948 è l’anno cruciale: l’Italia si arma di una costituzione all’avanguardia fondata sui modelli monetari moderni, la quale si dimostrerà essere la più efficace a livello mondiale.

ANNI ’50-’60-’70:

L’Italia grazie al modello economico impresso nella sua cost,  compie il miracolo economico e arriva ad incalzare i suoi alleati più blasonati nonostante spallate come l’uccisione di Enrico Mattei prima, e successivamente Aldo Moro (si legga più avanti Falcone e Borsellino).
Gli anni ’70 sono gli anni degli “Shock petroliferi” che causano un’impennata smodata dell’inflazione, in tutto il mondo occidentale.
L’Italia, a causa dell’arresto del piano di sviluppo energetico boicottato con l’uccisione di Enrico Mattei, è uno dei paesi a patire maggiormente l’inflazione.
L’impennata dell’inflazione è un evento cruciale in quanto è quello che darà adito all’instaurazione delle fatidiche riforme di matrice neoliberista degli anni a seguire, “Divorzio fra Tesoro e BankItalia” in primis (spiegato a breve negli ANNI ’80).
Nel ’79 l’Italia aderisce allo SME, ovvero un sistema monetario a cambi fissi (come l’attuale Euro, seppur con un margine di banda di oscillazione), che falsa sul mercato delle valute internazionali i valori dei cambi dei paesi-membri, favorendo i paesi coi valori più forti come la Germania (con cambio pesante e inflazione bassa), a scapito di quelli coi valori più deboli come l’Italia (con cambio leggero e inflazione alta). Lo SME resterà in vigore per tutti gli anni ’80, fino al ’92.
Questo è l’inizio del percorso di indebolimento dell’economia Italiana, a tutto vantaggio dei nostri competitors internazionali diretti.
Famosa la critica mossa ai tempi contro lo SME dallo stesso Giorgio Napolitano, nonchè Luigi Spaventa, a dimostrazione della consapevolezza dei nostri politici sulle implicazioni che un sistema a cambi fissi comporta sull’economia del nostro paese.

ANNI ’80:

Nuove spallate per destabilizzare la Repubblica.
Nell’81 Ciampi e Andreatta, con la scusa dell’inflazione troppo alta causata come visto da fattori esterni e non interni, compiono il fatidico Divorzio tra Tesoro e BankItalia (ATTENZIONE: da notare che il 1981 è l’anno in cui l’Italia registra il record di più alto risparmio delle famiglie al mondo -Fonte ISTAT-, a dimostrazione del fatto che si trattava di inflazione “importata” dall’estero, e NON causata da abuso di stampa di moneta da parte dei governi nostrani come si sente sovente ripetere dalla retorica MainStream).
Gli interessi sui Titoli passati indebitamente sotto il controllo dei mercati invece che restare sotto il controllo dello Stato come da Cost, schizzano alle stelle e il Debito Pubblico italiano esplode moltiplicandosi come nessun altro al mondo: parliamo di tassi di interesse a 2 cifre nell’ordine del 15-20% (si cerchi sul web la testimonianza dell’ex funzionario Nino Galloni a prova dei fatti).
Inizia l’erosione del tessuto industriale pubblico e privato italiano compromesso da interessi bancari del tutto sfavorevoli al nostro fabbisogno interno, quanto invece congeniali agli investitori speculativi dapprima nazionali e poi esteri (NOTA BENE: Nel 1984 la spesa pubblica primaria italiana – al netto degli interessi sul debito –  era il 42,1% del Pil, che nel 1994 era aumentata appena al 42,9%. Nello stesso periodo la spesa media primaria Ue -esclusa l’Italia- passò dal 45,5% al 46,6% e quella dell’EuroZona passò dal 46,7% al 47,7%. Da dove derivava allora la maggiore crescita del debito italiano? Dalla spesa per interessi sul debito pubblico, che fu sempre molto più alta di quella degli altri Paesi).

ANNI ’90:

Ancora spallate: Col debito pubblico alle stelle a causa della combinazione tra DIVORZIO e SME, e non di casta e sprechi come viene ripetutamente propinato dai media, viene proposto l’Euro, ovvero un sistema monetario basato su moneta estera da prendere in prestito ad un tasso di interesse che varia a seconda della dimensione del debito che uno Stato possiede.
Lo stesso buon senso suggerisce che in una condizione debitoria come la nostra, l’ingresso in un sistema del genere sarebbe a dir poco suicida.
La prima repubblica infatti si dimostra Euro-scettica, e puntualmente arriva tangentopoli.
Ora si presti attenzione a queste congetture:
Il Trattato di Maastricht è datato 1992.
Nel ’92 si susseguono i seguenti eventi:

  1. TANGENTOPOLI: cade la prima repubblica Euro-scettica, rimpiazzata dalla seconda Euro-favorevole.
  2. Si tiene la cruciale assemblea del BRITANNIA.
  3. Attacco speculativo alla Lira (deciso sul Britannia).
  4. Saltano per aria i giudici FALCONE e BORSELLINO mentre stavano indagando su “Menti raffinatissime dietro la mafia, facenti capo a centri occulti di potere che hanno altri interessi..” (CIT. Giovanni Falcone in implicito riferimento all’interconnessione fra MAFIA, GLADIO/SERVIZI SEGRETI DEVIATI e P2).

Lo stesso Di Pietro in seguito dichiarerà che l’operazione “Mani Pulite” fu bloccata da un intervento dei servizi segreti (deviati) allorchè stavano per inchiodare la sinistra, la stessa di Andreatta, Napolitano, Prodi, Ciampi, Dini, Amato, D’Alema, & Co, cioè i cruciali personaggi che poi successivamente condussero a turno la preparazione dell’Italia nell’ingresso nell’Euro nelle modalità accennate qui di seguito.

Il resto degli anni ’90 successivi trascorrono all’insegna delle dismissioni pubbliche da parte dello Stato italiano nei suoi principali asset strategici quali Telecomunicazioni, Autostrade, Banche/Bankitalia. ecc. così come stabilito sul BRITANNIA dai personaggi della seconda repubblica sopra elencati, tutti presenti sul panfilo (Mario Draghi compreso) insieme alla finanza londinese/internazionale (Nota Bene: La svendita dei beni pubblici italiani avvenne oltre tutto con uno sconto ulteriore del 30% che fu realizzato per mezzo della svalutazione opportunamente indotta alla Lira mediante l’attacco speculativo del ’92, con conseguente sganciamento della stessa dallo SME, vedi pag “SME ed ECU“).
Da notare che la Germania in parallelo nello stesso periodo operava nella direzione opposta, “grazie anche a finanziamenti occulti erogati dalla complice Francia”, (CIT. Alain Parguez, MACROeconomista Francia), investendo milioni di Marchi a rafforzamento dei suoi principali asset (NB: la spesa primaria tedesca dal 1991 al 2005 fu sempre superiore alla spesa primaria italiana, a testimonianza della veridicità dei fatti sopra esposti): Trattasi di strategie molto simili a quelle di un ingresso in guerra; le banche tedesche manco a dirlo restano saldamente sotto il controllo pubblico, strategia fondamentale in un sistema Euro basato sui finanziamenti bancari.
L’Italia giunge alla fine degli anni ’90 gambizzata, e soprattutto senza controllo sul suo comparto bancario, la Germania, ma anche la Francia, all’opposto restano ben corazzate.

ANNI 2000:

Arriva l’Euro.
Nessuno è in grado di codificarlo .
Trattasi di un Marco tedesco travestito da moneta unica: serve ai tedeschi per mantenere il loro cambio bloccato alle altre valute evitandone il rincaro dovuto alle loro esportazioni: come nello SME, ma ancora peggio!
Conseguenza: i listini del “Made in Italy” a partire dal 1 gen 2002 si impennano, quelli del “Made in Germany” si scontano (verso i mercati globali), grazie all’Euro/Marco che trucca il tavolo da gioco.
La bilancia commerciale Import-Export dell’Italia passa da un giorno all’altro dal pieno verde al rosso raccontandoci che è colpa di nostre inefficienze; la bilancia della Germania vira viceversa dal rosso al verde raccontandoci che loro sono virtuosi.
Mentono!
Il trucco sta nel cambio e nella differente posizione di controllo sui propri asset strategici, banche in primis.
L’Euro viene imposto all’attenzione dell’opinione pubblica al motto che “per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande”, e tutti lo accettano disconoscendo di sapere che ci vuole invece un grande pennello; ergo, una grande moneta competitiva come lo era per noi la Lira.
Nel 2008 arriva la crisi come “auspicato” dallo stesso Prodi: “Sono sicuro che un bel giorno ci sarà una crisi…” (CIT. Romano Prodi).
La crisi è del sistema bancario privato (e non certo del debito pubblico come viene ingannevolmente fatto credere) ma vengono chiamati in causa gli Stati a tamponare i buchi provocati dalle banche private in mano alla finanza speculativa.
Il risultato è a dir poco grottesco:
Gli Stati che hanno salvato le banche private si ritrovano ad essere inquisiti e messi sotto attacco dalle stesse banche salvate da loro in precedenza!
A soffrirne più di tutti sono i paesi col debito maggiore, ovviamente l’Italia, dato che eravamo reduci/vittime del divorzio dell’81.

ANNI ’10:

Vengono imposte le austerità, ovvero, politiche economiche restrittive /recessive che affondano l’economia:
Servono a far saltar fuori i soldi necessari a salvare le banche francesi e tedesche fortemente esposte su crediti inesigibili incautamente erogati a Nazioni considerate sub prime come Grecia e/o Portogallo.
Il governo Berlusconi non è in grado di attuarle, e viene fatto cadere attraverso un attacco allo spread provocato da un’azione congiunta fra Deutshe Bank, Goldman Sachs e BCE (NB: La procura di Trani che ha indagato sulla vicenda, ha sentenziato che le motivazioni del declassamento italiano si sono dimostrate essere tutte false, vedi pag Processo procura di Trani).
Seguono governi tecnici imposti da Bruxelles che impongono le politiche restrittive di qui sopra (ATTENZIONE: Tutte politiche restrittive che come detto sarebbero toccate a Francia e Germania, mentre invece sono state fatte fare all’Italia).
Si impongono il FISCAL COMPACT, il MES, e il TOW PAC, ovvero deleteri atti che compromettono la tenuta e la stabilità del nostro paese negli anni a seguire (il Presidente della Repubblica che dovrebbe perseguire la tutela della Costituzione e della Repubblica non interviene, ma anzi, favorisce lo svolgimento dei fatti).
Come previsto, l’economia precipita , il rapporto debito/PIL peggiora gravosamente passando dal 116% al 131%, a causa delle politiche restrittive inferte dai governi tecnici “europeisti”, migliaia di imprese chiudono e gli imprenditori si suicidano come mai accaduto prima; il saccheggio a man bassa nella nostra nazione da parte dei nostri competitors esteri e’ inevitabile, Germania e Francia in testa, e si compie sotto gli occhi della popolazione disinformata che viene depistata su false causali come casta, sprechi, evasione e quant’altro (complice anche la retorica grillina notoriamente fautrice di questo tipo di depistaggio mediatico).
Nel 2018 si compiono le elezioni ma i partiti vincitori sono sospettati di voler cambiare la rotta (questo poi è tutto da discutere).
Scatta nuovamente il solito modus operandi di costrizione da parte dei potentati finanziari facenti capo all’UE: Draghi interrompe nuovamente come già nel 2011 l’acquisto di titoli italiani sul mercato secondario e lo spread torna a salire alla faccia dei benpensanti convinti che l’Italia vada male perché non fa i compiti a casa; è l’esatto opposto, andiamo male proprio perché stiamo facendo i compiti (ovvero politiche economiche restrittive/recessive che inceppano l’economia) mentre Germania e Francia si avvantaggiano sforando costantemente i vincoli del patto di stabilità.
Il Presidente della Repubblica in seguito al sopra citato attacco finanziario sta volta interviene, ma invece che schierarsi dalla parte della Repubblica, si schiera clamorosamente dalla parte dei mercati, bloccando la formazione del governo scelto dai cittadini..
Nel 2019 il così detto gov. del cambiamento GialloVerde, quello che aveva ottenuto i voti all’urlo di “No Euro” e “Basta Euro” salvo poi rimangiarsi tutto e proseguire alla lettera il programma dettato dall’agenda europea (vedi DEF 2019 GialloVerde), dichiara la crisi di governo aprendo la strada all’insediamento dell’ennesimo governo Europeista pro-finanza, pro-mercati.

GIORNI ODIERNI:

Il resto della storia si sta qui compiendo sotto gli occhi di tutti, eppure nonostante ciò , gran parte della popolazione disinformata si ostina a non volerne prendere coscienza disconoscendo spudoratamente l’evidenza dei fatti sopra esposti.

Scritto da: Cristian Minerva.

Fonti: Vedi Fonti di riferimento.

 

 

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