Cultura della visibilità

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: La cultura della visibilità & l’esistenza commerciale in sintesi.
  1. LA CULTURA DELLA VISIBILITA’ & L’ESISTENZA COMMERCIALE.
  2. COME LA CULTURA DELLA VISIBILITA’ DISGREGA IL TESSUTO SOCIALE.
  3. V.I.P. Very Important People.
  4. LIPPMAN E BERNAYS: GLI IDEATORI DELLA CULTURA DELLA VISIBILITA’ E DELL’ESISTENZA COMMERCIALE.

 

 

INTRODUZIONE: La cultura della visibilità & l’esistenza commerciale in sintesi.

Si tratta di 2 strumenti (alla base del marketing) che riescono di fatto ad intrappolare l’attenzione delle persone in un circolo vizioso di consumo senza fine, e che di fatto distolgono l’attenzione dei cittadini dalle tematiche importanti (come ad es. la difesa della democrazia), per proiettarla su quelle superflue (oggetto del consumo appunto).
I 2 ideatori sono
– Walter Limppman ed
– Edward Bernays.

 

 

1) LA CULTURA DELLA VISIBILITA’ & L’ESISTENZA COMMERCIALE.

LA MATRICE DEL CONSUMISMO.

La cultura della visibilità è la matrice del CONSUMISMO.
Tale strumento fa leva sul principio per cui:

Se un individuo vuole essere percepito / rilevato nella società, esso avrà bisogno di rendersi VISIBILE.

Questa cultura, opera con l’intento di favorire lo sviluppo di un fittizio fabbisogno nell’inconscio delle persone, volto a distogliere l’attenzione/interesse dei singoli individui da quelli che dovrebbero essere i reali fabbisogni primari, per proiettarla verso cose che risultano invece essere marginali o del tutto superflue.
In tal senso, si va ad indurre artificialmente nei singoli individui, l’esigenza di dover costantemente inseguire un determinato status così detto della VISIBILITA’ appunto, costruito mediante l’acquisizione di tutta una serie di “requisiti”/accessori/ prodotti, stili di vita, ecc. ecc. che le persone si devono procurare di volta in volta, per riuscire a rendere VISIBILE  la propria  personalità, altrimenti oscurata, agli occhi della società che le circonda.
Con tale processo, la personalità risulta essere minata sin dall’età più infante, bombardata da una serie di messaggi mediatici e modelli educativi/ comportamentali volti a condizionare lo sviluppo di una sana autostima spontanea, che da autosufficiente si trova ad essere vittima di una tossicodipendenza da consumo indotta artificialmente fin dal principio della sua formazione.
Il meccanismo è molto semplice:
Considerate il bambino che guarda il suo cartoon preferito.
Vede la pubblicità delle scarpine della Lelly Kelly, piuttosto che dello zainetto dei Power Rangers, e così via.
Una volta all’asilo o a scuola, esso sarà portato a riconoscere tutti quei compagni di classe e non, che possiedono quei prodotti visti in TV, i quali in sostanza rendono riconoscibile/ visibile il suo possessore agli occhi di chi lo circonda.
E il gioco è fatto.
Il piccolo individuo è stato intaccato, semplicemente guardando degli innocui cartoon sotto gli occhi del genitore ignaro (genitore che, si badi, a sua volta è vittima allo stesso modo).
E’ così che gli individui vengono snaturati nella loro spontanea originalità, per essere invece omologati ad un esercito di cloni rispondenti alle fattezze di modelli standard preconfezionati a tavolino che gli vengono propinati quotidianamente da tutte le direzioni.
I modelli da seguire vengono abilmente rinnovati di volta in volta in modo tale che si resti intrappolati in un circolo vizioso di acquisti che non avrà mai fine.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti (vedi anche sezione “Fonti di riferimento”):   Saggio “IL PIU’ GRANDE CRIMINE” di Paolo Barnard.    Video su youtube intitolato “LA STORIA DELLE COSE“.

 

 

2) COME LA CULTURA DELLA VISIBILITA’ DISGREGA IL TESSUTO SOCIALE.

IL FALSO SE IMPEDISCE ALLE PERSONE DI INCONTRARSI.

Economia e società sono strettamente correlate fra loro, e sono determinate l’una dall’altra.
Il problema, o sarebbe meglio dire la tragedia, è che l’economia attuale stia andando in una direzione esattamente opposta a quella della società.
Infatti:

  • – L’economia è basata sulla competitività, ovvero sulla competizione tra gli attori economici/persone.
  • – La Società è basata sulla sintonia, ovvero sulla risonanza tra le persone (e a livello più MACRO, tra i popoli).

Quindi fondamentalmente, le leggi dell’economia sono AntiSociali (dal punto di vista umano).
La differenza tra le 2 direzioni è sostanziale:

  • – La competizione mette i soggetti su una rotta di divergenza/ scontro, creando presupposti per un allontanamento degli stessi.
  • – La cooperazione (la sintonia, la solidarietà) mette i soggetti su una rotta di convergenza, creando presupposti per un avvicinamento degli stessi.

Se induciamo la società a sottostare agli schemi dell’economia, otteniamo una risultante che è AntiSociale sotto tutti gli aspetti.
In questo modello socio-economico di matrice NeoLiberista, il tessuto sociale tende a disgregarsi fino a ridursi in brandelli, laddove ciascun brandello risulta isolato dagli altri, e dove ciascun individuo è portato ad inseguire i suoi personali obbiettivi sempre a scapito di qualcun altro in costante assenza di solidarietà.
Dal punto di vista della formazione del carattere, quello che sta succedendo è che l’economia basata sulle leggi dell’apparire (vedi cultura della visibilità) sta portando tutte le giovani generazioni verso il narcisismo.
Quindi un’attività puramente a favore dell’immagine, in cui quello che conta è unicamente l’immagine e nulla altro.
In questo quadro basato tutto sulla sola apparenza, la persona che sta dietro all’immagine, è un entità che quasi si vergogna di esistere, e che quindi è impegnata in una costante mutazione del proprio profilo, in modo tale da riscuotere il consenso ricercato.
ATTENZIONE: si tratta di una mutazione improntata espressamente sull’oscurazione del vero se, a favore del falso se richiesto dalla società circostante.
Ma se 2 persone che non si permettono di essere se stesse si incontrano, chi si sta incontrando in realtà?
Soltanto 2 immagini.
Le persone NON si incontrano più.
Quindi, dal punto di vista psicologico, questa cosa è un disastro, e la società ne risulta profondamente compromessa.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Luciano Marchino. Video su YouTube “Dialoghi nel Presente – Luciano Marchino“.

 

 

3) V.I.P. Very Important People.

I VIP SONO LE PERSONE CHE HANNO RAGGIUNTO IL MASSIMO STATUS DELLA VISIBILITA’.

Il VIP è l’elemento fondante della cultura della visibilità.
I VIP tecnicamente sarebbero gli INFLUENCER.
L’impianto della cultura della visibilità con al seguito i suoi VIP/Influencer in sostanza agiscono operando uno SVUOTAMENTO DELL’AUTOSTIMA delle persone/ masse.

Attraverso l’attuazione di questo Modello Sociale l’autostima delle persone è resa invalida e forgiata al servizio del consumo dei prodotti che diventano l’unico sostegno indispensabile e insostituibile per tenere in piedi la personalità dell’individuo.
Il consumo (e/o il raggiungimento/ mantenimento di determinati stili di vita) diventa così nell’inconscio, l’unica vera importante ragione di vita, catturando su di se tutta la nostra inconsapevole attenzione.
Le persone sono spinte a costruirsi una figura individuale riconoscibile secondo determinati format preconfezionati impressi nella loro mente sin dall’età infante, che minano già alla radice lo sviluppo di una personalità spontanea e autonoma/ autosufficiente.
In tal modo i cittadini singolarmente si sentono di non poter essere influenti e per questo, anche in ambito collettivo, sviluppano una spiccata inclinazione nel dover delegare la propria espressione di volontà ad altre persone che invece hanno raggiunto l’aspirato status così detto della “VISIBILITA’” al di sotto del quale si è propagata la percezione/ convinzione di non poter contare più nulla.
Ci si rifletta bene:
Tutta la nostra società è bombardata da questo modello di comportamento (vedi la “Cultura della visibilità’”) che trasforma la mente delle persone, da strumento cognitivo, ad “oggetto” meramente percettivo privo di capacità di iniziativa spontanea.
A partire dalla pubblicità, in televisione, a scuola, sul lavoro, nel tempo libero, ovunque siamo spinti ad inseguire falsi status simbol, falsi miti, falsi modelli studiati a tavolino per plagiare e al contempo annullare la nostra volontà.
Il giornalista Paolo Barnard descrive il fenomeno “Cultura della visibilità” con questa analisi:

***PAOLO BARNARD: “I nostri Personaggi e gli eventi che essi gestiscono (i Grillo, Travaglio, Guzzanti, Strada, Zanotelli, Ciotti, Moretti ecc., con le loro marce, manifestazioni, spettacoli di piazza, film ecc.) producono singolarmente cose (talvolta) egregie, ma collettivamente [… ]  Essi di fatto svuotano l’Io dei loro seguaci impedendogli di divenire singole entità autonome e potenti, rendendoli (rendendoci) un esercito di anime incapaci, dunque minando la Società Civile Organizzata e la speranza che essa rappresenta.[…]” P.B.***.

Per ulteriori approfondimenti, vedi art. “Come morimmo” di Paolo Barnard.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonte: Art. “Come morimmo” di Paolo Barnard.  Saggio “Il più grande crimine” di Paolo Barnard.  Vedi pag. Autostima.

 

 

4) LIPPMAN E BERNAYS: GLI IDEATORI DELLA CULTURA DELLA VISIBILITA’ E DELL’ESISTENZA COMMERCIALE.

CON QUESTI 2 STRUMENTI, L’1% RIESCE A RIPRISTINARE IL PARADIGMA A SUO FAVORE, E A SCAPITO DEL 99%.

Walter Limppman ed Edward Bernays sono 2 nomi estremamente poco conosciuti ai più, i quali però ricoprono una importanza fondamentale per ciò che è stata la trasformazione del modo di pensare e di essere di tutte le popolazioni occidentali così come oggi siamo abituati a conoscerle.
Chi sono Lippman e Bernays?

– Lippman era un giornalista politologo americano.
– Berneys era un pubblicista e pubblicitario statunitense di origine austriaca.

Sono le 2 persone che insieme hanno dato vita alla così detta “Industria della creazione del consenso politico” che a cavallo fra la prima e la seconda guerra mondiale fu utilizzata tra l’altro per plagiare la popolazione americana convincendola del fatto che gli USA avrebbero dovuto prendere parte al secondo conflitto bellico mondiale.
Dunque Lippman e Bernays sono in sostanza 2 manipolatori della mente e del giudizio delle persone, quelli che vengono altrementi qualificati con l’appellativo di Spin Doctor (vedi Marcello Foa tra le Fonti).
In effetti Bernays era nipote di Froid, e in qualità di stretto parente, era a conoscenza dei lavori che il celeberrimo zio psicologo aveva condotto sui funzionamenti della psiche umana.
Ma la cosa più importante per cui i 2 personaggi Lippmann e Bernays sono fondamentali da tenere in considerazione, è l’invenzione di 2 strumenti che nel mondo occidentale moderno hanno prodotto una radicale svolta nei comportamenti e del modo di essere e di pensare delle masse.
I 2 strumenti sono:

  • L’ESISTENZA COMMERCIALE,
  • La CULTURA DELLA VISIBILITA’.

L’esistenza commerciale e la cultura della visibilità in sostanza sono uno strumento di “anestetizzazione” sociale.
In effetti si può osservare come da sempre nel corso della storia, la società sia sempre stata strutturata con lo schema in cui:

  • da una parte vi era/è il popolo (o plebe) e
  • dall’altra le classi dominanti (dapprima nobili, aristocratiche, monarchiche, in seguito capitalistiche, finanziarie, industriali).

Le classi dominanti hanno sempre sovrastato la classe popolare plebea.
Questo fino alla rivolta popolare partita dalla rivoluzione francese.
Dalla rivoluzione francese in poi le classi popolari hanno via via sempre più conquistato terreno (ricchezze e poteri) sottraendolo dalle mani delle classi dominanti.
Questo processo ha trovato la sua massima emancipazione con l’avvento degli Stati con le loro costituzioni democratiche a tutela delle classi lavoratrici, raggiungendo il suo culmine negli anni ’70.
Poi si è interrotto e da li in poi le classi dominanti hanno ricominciato la loro ascesa.
Come è stato possibile questo cambio di rotta?
Grazie proprio all’operato dei 2 personaggi qui in analisi.
Il loro lavoro è servito esattamente a neutralizzare la forza d’azione delle classi popolari consentendo alle elìte dominanti di ri-acquisire le ricchezze e i poteri perduti.
Attraverso l’avvento della Cultura della Visibilità e dell’Esistenza commerciale, i popoli sono stati imbrigliati in una specie di ipnosi di massa volta a distogliere l’attenzione della gente dalle faccende fondamentali come diritti e democrazia, per indirizzarla su bisogni artificialmente generati a tavolino mediante le tecniche di persuasione psicologica oggi note col generico appellativo di Marketing.
Il famoso Consumismo che oggi in epoca moderna pervade le vite di tutti ed è diventato unico scopo di vita nell’inconscio di tutti noi (consapevoli o inconsapevoli), ha origine da qui, cioè il consumismo è il prodotto risultante dall’azione dei 2 strumenti sopra citati.
Da notare che il consumismo ottiene una duplice valenza che in entrambi i casi gioca cmq sempre a favore dellle classi dominanti:

  1. Distoglie come detto l’attenzione delle masse per convogliarla su obbiettivi superflui, (meccanismo che per altro alimenta un altro strumento di controllo fondamentale che è quello del debito: per consumare infatti occorre indebitarsi) .
  2. Essendo che l’obbiettivo superfluo inseguito dalle masse è il consumo dei prodotti, ed essendo che i fattori produttivi sono detenuti dalle classi dominanti, ecco che il falso obbiettivo perseguito dalle classi popolari, ovvero il consumo, in effetti si riversa sempre e in modo sistemico a favore degli interessi della contro-parte di qui sopra.

Quindi un perverso circolo vizioso strutturato per far pendere sempre e cmq la bilancia dalla parte delle classi dominanti.
In questo modo, grazie alla portentosa distrazione di massa attuata dagli strumenti di controllo suddetti, l’1% riesce a ripristinare il paradigma socio economico a suo favore, e a scapito del 99%.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti: Paolo Barnard “Il più grande crimine”.   Mauro Scardovelli.   Video-documentario “La storia delle cose”.   Marcello Foà . Noam Chomsky.

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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Cristian Minerva

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