Dimostrazione causa debito

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Dimostrazione causa DebitoPubblico in sintesi.
  1. IL DEBITO ITALIANO NON E’ COLPA DI CASTA, SPRECHI, O EVASIONE, MA DI SOLI INTERESSI BANCARI CAUSATI DALL’EFFETTO COMBINATO TRA “DIVORZIO” e SME.
  2. FEDERICO CAFFE’ (nel 1979 ca.): “SE LO STATO DURANTE GLI SHOC PETROLIFERI AVESSE COPERTO LA PARTE DI AUMENTO DI PREZZI DEI BENI/SERVIZI PRIMARI CON UN AUMENTO DI SPESA A DEFICIT, L’INFLAZIONE DEGLI ANNI ’70 SI SAREBBE ARGINATA.”

 

 

INTRODUZIONE: Dimostrazione causa DebitoPubblico in sintesi.

E’ vero che la 1^Repubblica faceva eccesso di spese pazze improduttive?

– La versione ortodossa NeoLiberista ritiene che l’eccesso di spese pazze della 1^Repubblica durante gli anni ’70-’80 provocò l’impennata dell’inflazione e del debito.
– La versione eterodossa PostKeynesiana ritiene che l’inflazione degli anni ’70-’80 fu causata dagli shock petroliferi, mentre l’esplosione del debito sarebbe da imputare agli esorbitanti interessi fuori-misura provocati dall’effetto combinato tra divorzio tesoro-BankItalia e SistemaEuroMonetario SME.
Quale versione corrisponde ai fatti?
La testimonianza storica di Federico Caffè (insegnante universitario di Draghi, Galloni, Visco & Co.) ci fornisce un importante metro di riferimento.

 

 

1) IL DEBITO ITALIANO NON E’ COLPA DI CASTA, SPRECHI, O EVASIONE, MA DI SOLI INTERESSI BANCARI CAUSATI DALL’EFFETTO COMBINATO TRA “DIVORZIO” e SME.

LA SPESA PRIMARIA ITALIANA E’ SEMPRE STATA INFERIORE ALLA MEDIA UE.

Per quelli che:

“Abbiamo pagato tanti interessi, e a tasso molto elevato, per colpa delle mal-condotte della prima repubblica socialista di Craxi & Co. degli anni ’70- ’80.”

Invece i dati economici ci dicono altro:
Intanto prima del Divorzio del 1981, il rapporto Debito/PIL italiano era al di sotto del 60% (NB: da notare che negli anni ’70 l’Italia fu uno dei paesi maggiormente esposti agli Shock petroliferi a causa dell’arresto dello sviluppo energetico subentrato in seguito all’assassinio di Mattei, situazione estremamente penalizzante che comportò per lo Stato italiano ingenti spese supplementari per far fronte allo spropositato rincaro del greggio).
Poi, nei decenni successivi, ’80 e ’90, la spesa pubblica italiana primaria risulta addirittura inferiore a quella degli altri paesi europei diretti concorrenti.
L’attuale debito pubblico italiano si formò tra gli anni ’80 e ’90, passando dal 57,7% sul Pil nel 1980 al 124,3% nel 1994.
Tale crescita, molto più consistente di quella degli altri Paesi europei, non fu dovuta ad una impennata della spesa dello Stato, che RIMASE SEMPRE AL DI SOTTO DELLA MEDIA UE e dell’EuroZona e, tra 1991 e 2005, sempre al di sotto di quella tedesca.
A seguire, i dati comparativi di spesa primaria (al netto degli interessi) a confronto tra Italia, UE, ed EuroZona, nel decennio 1984-1994:

  1. – Italia:          la spesa passa dal 42,1 del PIL (1984) al 42,9 del PIL (1994).
  2. – UE:             la spesa passa dal 45,5 del PIL (1984) al 46,6 del PIL (1994).
  3. – EuroZona: la spesa passa dal 46,7 del PIL (1984) al 47,7 del PIL (1994).

Come visto, la spesa primaria italiana misurata nel decennio ’84-’94, è sempre stata inferiore a quella della media europea (media europea esclusa l’Italia).
Da dove derivava allora la maggiore crescita del debito italiano?
Dalla spesa per interessi sul debito pubblico, che fu sempre molto più alta di quella degli altri Paesi, a causa dell’ effetto combinato tra SME e Divorzio Tesoro-BankItalia.
La spesa per interessi, infatti, a causa di questo effetto combinato tra SME e Divorzio, nello stesso decennio ’84-’94 crebbe in Italia molto di più che nel resto d’Europa.
Vedi dati a seguire:

  • – Italia:          gli interessi passano dall’8% del PIL (1984), all’11,4% del PIL  (1994).
  • – UE:            gli interessi passano dal 4,1%del PIL (1984), al 4,4% del PIL  (1994).
  • – EuroZona: gli interessi passano dall’3,5% del PIL (1984), al 4,4% del PIL  (1994).

(spesa italiana dal 1983 al 1992 – Fonte: Pagina 131 del rapporto sul 1992)

Nel 1993 il divario tra i tassi d’interesse fu addirittura triplo, il 13% in Italia contro il 4,4% della zona euro e il 4,3% della Ue.
Da notare che anche la pressione fiscale italiana nello stesso periodo registrò un incremento, passando dal 36%/PIL nel 1983 al 41,8%/PIL nel 1992 (vedi tabella sopra), a testimonianza ulteriore del fatto che l’aumento del deficit/debito italiano NON era colpa:
– né di spese pazze eccessive del governo,
– né di insufficiente pressione fiscale, piuttosto che da evasione,
come tutti erroneamente pensano (o come si vuol far credere),
– bensì di soli interessi bancari dovuti alla combinazione tra “divorzio” e SME.

LE VERE CAUSE DEL DEBITO:

– Nel 1979 ci fu lo SME (sistema Monetario Europeo):
Lo SME imponeva agli Stati di mantenere la propria valuta in linea con l’ECU, che per lo Stato con valuta leggera significava cercare di appesantirla offrendo tassi di interesse più alti sui propri Titoli.

– Nel 1981 ci fu il Divorzio Tesoro-BankIitalia (col meccanismo di asta marginale):*
Il Divorzio significava che lo Stato NON decideva più il livello dell’interesse sui sui Titoli, i quali venivano decisi dai mercati.

NINO GALLONI (nel 2012): “Se è vero che lo SME imponeva all’Italia di aumentare i tassi di interesse più di quanto fosse il suo reale fabbisogno, è anche vero che senza il divorzio gli interessi NON sarebbero stati così tanto alti come invece si verificò” [Cit. NinoGalloni]

NINO GALLONI (nel 2012): “Nell’82/’83 feci uno studio calcolando che il divorzio Tesoro-BankItalia  combinato allo SME, avrebbe fatto esplodere il debito pubblico e la disoccupazione giovanile: dissero che era impossibile. Ma è esattamente ciò che si è verificato.”[Cit. NinoGalloni]

Chi è Nino Galloni: Era funzionario del Ministero del Bilancio proprio nel periodo del Divorzio.

MORALE: La combinazione tra SME e Divorzio fu la vera causa dell’esplosione del debito pubblico italiano negli anni a venire, ATTENZIONE: benché la spesa pubblica primaria italiana sia sempre rimasta sotto la media europea.

Altro che casta e sprechi…
Tutto il debito è composto da interessi bancari!

NOTA BENE (Asta marginale): Il meccanismo di Asta marginale funziona nel seguente modo:
Se durante l’asta dei Titoli di Stato, ci sono diverse quote del lotto che vengono collocate a tassi di interessi differenti, ad esempio:
– una quota al 3%,
– un’altra quota al 6%,
– un’altra quota al 9%,
– un’altra quota al 12%,
alla fine dell’asta tutte le varie quote del lotto di Titoli vengono convertite all’ultimo tasso di interesse (quello più alto) registrato durante la battuta.
Oggi il meccanismo di collocamento dei titoli sta funzionando ancora così!
Inutile dire che col meccanismo di asta “normale”, ciascuna quota mantiene il suo tasso di collocamento specifico.

A seguire i 2 grafici storici dimostrativi dell’andamento del debito pubblico italiano/PIL (1) e dell’inflazione (2):

1) GRAFICO STORICO DEBITO PUBBLICO

2) GRAFICO STORICO INFLAZIONE

PUNTUALIZZAZIONE SULL’INFLAZIONE: Il divorzio fu giustificato dall’elevata inflazione registrata in quegli anni (vedi STAGFLAZIONE anni ’70)
In effetti l’inflazione in quegli anni era molto elevata, ma è dimostrato che i valori così elevati erano interamente imputabili ai famosi Shock petroliferi che durante gli anni precedenti il Divorzio, avevano come noto fatto schizzare alle stelle l’inflazione di tutto l’occidente e non solo.
Da notare che l’Italia subì gli shock petroliferi in forma maggiore rispetto agli altri paesi per le 3 seguenti ragioni:
– L’Italia NON godeva di indipendenza energetica.
– L’Italia NON godeva di colonie da cui attingere (vedi Francia o Inghilterra)
– L’Italia NON godeva di una moneta forte in grado di attutire l’effetto del CaroPetrolio (vedi Germania).
Terminati gli Shock, i valori dell’inflazione hanno cominciato a ridursi spontaneamente in tutti i paesi compreso l’Italia, indipendentemente dal divorzio. Per approfondimenti sugli Shock petroliferi vedi pag.SCHOCK PETROLIFERI.

Per quanto riguarda il discorso dell’inflazione causata da eccesso di spese pazze improduttive:
E’ risaputo che l’eccesso di stampa di moneta improduttiva polverizzi sistematicamente i risparmi per via della caduta a picco del potere di acquisto.
Quindi i risparmi delle famiglie italiane sarebbero dovuti essere polverizzati.
Ebbene: i dati ci dicono che proprio negli anni di massima inflazione, in Italia si registrava il tasso di risparmio delle famiglie più alto del mondo (Fonte ISTAT).

Questo a riconferma del fatto che si trattava di inflazione prodotta NON da cause interne, ma da cause importate dall’estero.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonte: Dati ISTAT, Banca d’Italia.  Art. su KeynesBlog,  keynesblog.com/2012/08/31/le-vere-cause-del-debito-pubblico-italiano/.  

 

 

2) FEDERICO CAFFE’ (nel 1979 ca.): “SE LO STATO DURANTE GLI SHOC PETROLIFERI AVESSE COPERTO LA PARTE DI AUMENTO DI PREZZI DEI BENI/SERVIZI PRIMARI CON UN AUMENTO DI SPESA A DEFICIT, L’INFLAZIONE DEGLI ANNI ’70 SI SAREBBE ARGINATA.”

TESTIMONIANZA DEL PROFESSORE UNIVERSITARIO DI MARIO DRAGHI, IGNAZIO VISCO, NINO GALLONI ED ALTRI ECONOMISTI OGGI A CAPO DELLE PRINCIPALI ISTITUZIONI GOVERNATIVE.

Secondo l’assunto NeoLiberista, l’inflazione degli anni ’70 era stata causata dalle eccessive spese pazze della 1^Repubblica, mentre i fatti storici ci dicono che l’inflazione in quegli anni si impennò in tutto il mondo a causa degli shock petroliferi.
A proposito dell’inflazione degli anni ’70 provocata dagli shock petroliferi (e NON da eccesso di spese pazze governative come si ritiene), Caffè si esprimeva così:

FEDERICO CAFFE’ (dal min 20:26): “Che cosa ha contribuito maggiormente a quest’inflazione:
C’è ovviamente la componente esterna su cui possiamo fare poco (il rincaro smodato del greggio), ma c’è una componente interna costituita dalla modificazione di quello che si chiamano i prezzi amministrati, i prezzi che vale a dire che sono variati dalle stesse autorità pubbliche, l’equo canone, la luce, il gas, le tariffe dei trasporti (si parla di tutti quei servizi che, lo ricordiamo, sono sovvenzionati dallo Stato, dove i cittadini si trovano a pagare solo una frazione del prezzo reale mentre lo Stato si accolla la porzione rimanente [N.d.a.]); tutti questi aumenti hanno contribuito all’aumento dell’inflazione; ora io non dico che il prezzo dei mezzi di trasporto si venda al costo reale (giacchè una parte del prezzo è sovvenzionata/pagata dallo Stato [n.d.a.]), ma dico:
Non è in un momento in cui si vuole arrestare e contenere l’inflazione che questi aumenti vanno fatti.
Intendo dire:
Il disavanzo di questi enti pubblici da colmare in qualche modo (con spesa a deficit [n.d.a.], è meno inflazionistico che non l’aumento delle tariffe.”

Ergo: se lo Stato invece che aumentare il prezzo dei servizi amministrati, avesse colmato la parte eccedente di prezzo in aumento (causata dal rincaro artificiale del greggio) con maggiore spesa a deficit, i prezzi al consumo di tutti i beni primari (contenuti nel paniere di calcolo dell’inflazione) sarebbero rimasti stabili e l’inflazione sarebbe stata arginata, ATTENZIONE: senza bisogno di fare il Divorzio tra tesoro-banchitalia con conseguente aumento degli interessi a valori esagerati (posto che il divorzio abbia veramente avuto incidenza o meno nel rientro dell’inflazione, visto  che con la fine delle crisi petrolifere l’inflazione scese sistematicamente in tutto il resto del mondo).
Quindi NON solo la spesa dei tempi NON era eccessiva: Caffè dice che la spesa governativa in quegli anni fu addirittura insufficiente.
Chi è Federico Caffè?
Fu uno dei padri costituenti.
Si tratta di una testimonianza diretta presente in quel preciso periodo storico, e che in quanto tale risulta essere oggettivamente più autorevole di tutti gli economisti contemporanei che si esprimono in materia per il solo sentito dire.

Fonte della dichiarazione:

 

 

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