Eventi storici generici

Sequenza degli eventi (in ordine cronologico):

  • GLOBALIZZAZIONE ANNI ’10;
  • IPERINFLAZIONE DI WEIMAR (1919-1923);
  • SOPRAVVENTO DEL LIBERISMO ANNI ’20;
  • LA “GRANDE DEPRESSIONE” (1929);
  • NEW DEAL (1933);
  • GLASS-STEAGALL ACT (1933);
  • MIRACOLO TEDESCO ANNI ’30;
  • SBARCO IN SICILIA (1943);
  • BRETTON WOODS – Dollar ExChange Standard (1944);
  • COSTITUZIONE ITALIANA (1948);
  • NATO e UNIONE EUROPEA (1949);
  • MIRACOLO ITALIANO ANNI ’50;
  • CECA – Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (1951);
  • CEE – Comunità Economica europea (1957);
  • IL CASO MATTEI (1962);
  • ANNI DI PIOMBO ANNI ’70;
  • MONETA FIAT (1971);
  • STAGFLAZIONE ANNI ’70;
  • SCHOCK PETROLIFERI (1973 e 1979);
  • COMMISSIONE TRILATERALE (1973);
  • THE CRISIS OF DEMOCRACY (1975);
  • IL CASO MORO (1978);
  • INGRESSO NELLO SME (1979);
  • DIVORZIO FRA TESORO E BANCA D’ITALIA (1981);
  • RIUNIFICAZIONE DELLA GERMANIA (1989);
  • SORPASSO ECONOMICO: ITALIA QUARTA POTENZA MONDIALE (1991);
  • IL CASO TANGENTOPOLI (1992);
  • OPERAZIONE BRITANNIA (1992);
  • OMICIDI DEI GIUDICI FALCONE E BORSELLINO (1992);
  • ADESIONE AL TRATTATO DI MAASTRICHT (1992);
  • USCITA DALLO SME (1992);
  • PREPARAZIONI DEGLI STATI MEMBRI ALL’INGRESSO NEL SISTEMA EUROMONETARIO (1992-2002);
  • RIAGGANCIAMENTO DELLA LIRA ALL’UNIONE EUROMONETARIA (1999);
  • PARTENZA DELL’EURO (2002);
  • LA GRANDE RECESSIONE – CRISI SUB PRIME (2007);
  • GOLPE DI STATO FINANZIARIO (2011);
  • SEI ELEMENTI CHE AVVALORANO LA TEORIA DEL COMPLOTTO.

 

 

GLOBALIZZAZIONE ANNI ’10:

Negli anni ’10 del XX secolo (1900) l’umanità aveva raggiunto l’apice del processo di globalizzazione economica in cui tutte le economie di tutti gli Stati del mondo erano interconnesse e interdipendenti tra loro.
La globalizzazione era resa possibile dal sistema monetario globale aureo in cui l’oro era riconosciuto in tutto il mondo come mezzo universale di scambio e a cui la maggior parte delle monete degli Stati erano vincolate.
L’oro però come sappiamo è una risorsa scarsa che NON può essere creata dal nulla in base all’individuale fabbisogno, bensì deve essere recuperato  scalzandolo sempre a qualcun altro secondo il solito schema dell’economia  classica mercantile liberista basato sulla competizione che come visto conduce tutti gli attori economici in campo a convergere verso il conflitto.
E infatti furono proprio le tensioni scaturite dagli squilibri generati dal modello liberista a creare i presupposti per l’instaurazione dei regimi nazionalisti estremisti che deflagrarono nelle rovinose guerre mondiali (Fonte: Verbali assemblea costituente).

Beve riepilogo di come si produce una guerra (1^Guerra mondiale):
Lo schema che conduce gli Stati al conflitto può essere riassunto nei seguenti passaggi:

  1. – Gli Stati lasciati in balia della sola legge della competizione del mercato, precipitano in un circolo vizioso in cui i soggetti più forti poco a poco rastrellano tutte le ricchezze ed i poteri disponibili sul territorio, allo stesso identico modo in cui all’interno di una famiglia composta da tanti fratelli dal più grande al più piccolo, il fratello più grande se lasciato libero di competere contro gli altri senza regole, in capo a poco tempo sarà in grado di accaparrarsi tutto lasciando tutti i fratellini più piccoli/deboli a mani vuote.
  2. – Una volta che la discrepanza tra ricchi e poveri diviene eccessiva e impossibile da sopportare, tutto il malcontento popolare si ritrova ad essere convogliato verso i partiti estremisti nazionalisti.
  3. – I partiti nazionalisti poi procederanno ad attuare politiche economiche espansive interne (di matrice SocialNazionalista) volte alla salvaguardia dell’economia nazionale, provocando il risentimento degli altri players competitors esteri che nel frattempo cercheranno in tutti i modi di osteggiare la ripresa economica indipendente degli Stati deboli in difficoltà (NB: esattamente ciò che succede con l’Euro in cui gli Stati forti fanno razzia nelle economie degli Stati deboli, per poi impedire agli stessi di attuare manovre economiche espansive in grado di risollevare il tenore di vita della popolazione stremata da estenuanti politiche economiche di austerità affonda-economia).
  4. – Gli scontri tra classi sociali (ricche e povere) interni alla nazione, una volta catalizzati nel governo di regime nazionalista estremista, trasleranno a livello MACRO in scontri tra Stati (sempre ricchi/forti contro poveri/deboli).
  5. – Gli Stati in virtù del conflitto in corso procedono ad armarsi sempre di più, la competizione ed il conflitto si acuiscono a loro volta sempre più, fino allo scoppio della guerra, nel caso in questione, la 1^Guerra mondiale.

*NOTA (Verbali Costituente): Nazismo e Fascismo NON furono la causa delle guerre, ma bensì furono la conseguenza degli squilibri  e le tensioni prodotti dall’attuazione delle politiche economiche liberiste mercantiliste imperialiste del modello economico classico ottocentesco.

 

 

IPERINFLAZIONE DI WEIMAR (1919-1923):

Questo è l’evento che più di ogni altro viene utilizzato in modo del tutto improprio e gratuito per speculare sul terrore del pericolo dell’inflazione.
E’ doveroso per tanto fare chiarezza sul caso per far comprendere una volta per tutte ai lettori come queste estremizzazioni siano inapplicabili alle circostanze odierne risultando essere puro TERRORISMO MEDIATICO a scapito dei cittadini.
Già durante la “Grande guerra” per fronteggiare l’immane sforzo bellico, la Germania si trovò a dover immettere nella propria economia una notevole quantità di denaro che sin da subito cominciò a pregiudicare l’equilibrio del sistema monetario tedesco.
La situazione precipitò nel momento in cui la Germania si trovò a perdere la “Grande Guerra” incombendo così nella drammatica situazione, non solo di aver messo in circolo una quantità di banconote che per contro non trovavano più una corrispondenza in beni, prodotti e servizi distrutti dalla guerra stessa, ma in più il “Trattato di Versailles” (su pressione tra l’altro dei banchieri ebrei come i Rothschild), andava ad attribuire ai tedeschi la responsabilità di tutti i danni dell’intero conflitto bellico  oltretutto da risarcire in oro ed in un tempo pressochè limitato per la portata dell’impegno economico.
Questa decisione del risarcimento di tutti i danni fece esplodere il malcontento della classe operaia tedesca che per protesta mise in atto una serie di scioperi a boicottaggio della produzione nazionale, che nel giro di poco portarono la Germania ad essere insolvente coi suoi creditori, Francia in primis.
Fu così che la Francia occupò il distretto industriale tedesco della Ruhr a cui i cittadini-operai tedesche risposero con una “rivoluzione passiva” di sciopero ad oltranza che bloccò completamente la pruduzione tedesca per ben 8 mesi consecutivi.
La Germania si trovò così a battere moneta, da una parte per pagare i debiti di guerra, dall’altra per erogare gli stipendi statali dei suoi operai che nel frattempo avevano smesso di produrre, così che la mancanza di prodotti interni innescò una drammatica escalation dei prezzi che diede luogo alla famosa IPERINFLAZIONE WEIMARIANA.
Oggi l’Italia non ha alcun debito di guerra da dover pagare a nessuno (il debito pubblico oggi più grande al mondo, quello del Giappone di 240% di rapporto debito sul PIL il quale tra l’altro non sarebbe neanche un vero debito, non arriva neanche lontanamente a sfiorare l’entità di una spesa pubblica come quella di Weimar che comprendeva la ricostruzione di mezzo continente); attualmente abbiamo addirittura un eccesso di produzione rispetto al denaro circolante (motivo della recessione), per tanto chiunque si prostrasse a diffondere il panico profetizzando l’avvento di fantomatiche IPERINFLAZIONI qualora l’Italia dovesse battere moneta per fronteggiare la crisi o per affrontare un’eventuale sganciamento dall’Unione Monetaria Europea, deve essere contestato a gran voce (qualsiasi riferimento ad Oscar Giannino di radio 24, è miratamente voluto).

 

 

SOPRAVVENTO DEL LIBERISMO ANNI ’20:

Dopo la prima guerra mondiale gli Stati Uniti erano diventati la prima potenza economica mondiale ed avevano raggiunto livelli di ricchezza molto più alti di quelli dell’Europa. Fra il 1922 e il 1928 la produzione industriale era cresciuta del 64% rispetto al magro 12% del decennio precedente. La diffusione della seconda rivoluzione industriale implicò produzione di massa in tutti i settori mentre la nascita di nuove forme di distribuzione, associata a moderne tecniche pubblicitarie e alla possibilità di acquistare i prodotti a rate, favorì il consumo di massa.

Di fronte a questa imponente crescita economica i presidenti repubblicani Warren G. Harding, Calvin Coolidge e Herbert Hoover agirono sulla base di un dogma classicamente liberista: lo Stato doveva fare un passo indietro di fronte agli interessi privati. Pertanto essi, per favorire gli investimenti:

  • rinunciarono a qualsiasi forma di controllo sulle grandi concentrazioni finanziarie emergenti;
  • diminuirono la spesa pubblica;
  • ridussero al minimo le imposte sui redditi;
  • mantennero basso il tasso di interesse, in modo da favorire l’accesso al credito da parte delle imprese.

Nel corso degli anni venti l’investimento in borsa era diventato un fenomeno di massa: sempre più persone investivano i propri risparmi acquistando azioni per poi rivenderle poco dopo incassando la differenza. Nel 1925 nella Borsa di New York si trattavano 500.000 azioni salite a 1.100.000 nei primi mesi del 1929. Inoltre, fra il 1927 e il 1929, il valore delle azioni raddoppiò.

Mentre una parte della popolazione investiva fiduciosa in borsa, milioni di americani vivevano in condizioni di sofferenza: i salari degli operai crescevano ad un ritmo molto più blando della produzione e gli agricoltori dell’est assistevano impotenti ad una drastica discesa dei prezzi dei prodotti agricoli, causata dalla forte sovrapproduzione. L’aumento del reddito e della prosperità aveva coinvolto solo una parte della popolazione (ad esempio il 5% degli statunitensi possedeva un terzo dell’intero reddito nazionale), mentre il 71% della popolazione possedeva un reddito annuo inferiore a 2500 dollari l’anno, lo stretto necessario per vivere in maniera dignitosa. Ciò significava che la maggioranza degli americani, pur avendo migliorato la propria condizione, non era ancora in grado di assorbire tutta la produzione industriale e agricola. Altro elemento che stava caratterizzando l’economia statunitense di quel periodo storico, era la fusione delle banche fra di loro nella così detta Banca Universale in cui le 2 differenti tipologie di banche, quella commerciale e quella d’affari, si ritrovavano ad essere un tutt’uno.

L’euforia speculativa di Wall Street crollò improvvisamente il 24 ottobre 1929 (il “giovedì nero”). La borsa aveva ormai perso ogni contatto con la realtà: improvvisamente furono vendute milioni di azioni con un ribasso delle quotazioni apparentemente inarrestabile. I guadagni di mesi scomparvero in poche ore, mandando sul lastrico centinaia di migliaia di risparmiatori grandi e piccoli. Il forte periodo di depressione che seguì provocò un forte aumento della disoccupazione, il crollo dei consumi e della produzione industriale. Il tracollo delle importazioni, inoltre, colpì anche gli stati che esportavano materie prime negli Stati Uniti (ad esempio il Cile che forniva rame agli USA).  Vedi voce “New Deal” su Wikipedia.

 

 

LA “GRANDE DEPRESSIONE” (1929):

Già nel ’29, la grave crisi economica passata alla storia con l’appellativo di “Grande Depressione”, fu in gran parte frutto degli squilibri monetari generati dalla deregolamentazione del sistema bancario coi relativi mercati finanziari, i quali produssero la creazione e successivo scoppio di una gigantesca bolla finanziaria speculativa, che a sua volta trascinò nel baratro l’intera economia.
Il meccanismo della crisi è esattamente lo stesso di oggi:
Le Banche convenzionali che detengono i risparmi dei cittadini, invece che reimmettere in circolo tali risparmi sotto forma di credito alle imprese produttive, investono i soldi nei ben più redditizi mercati finanziari a loro volta DEREGOLAMENTATI, i quali, come sappiamo, producono nulla in contropartita (Nota: oggi in Europa accade lo stesso: l’economia reale è in crisi, Draghi stampa i soldi del Quantitative Easing, li mette nelle mani delle banche comprando loro i titoli di Stato che hanno in pancia, e poi queste invece che impiegarli nell’economia reale, li investono in finanza).
In tale sistema, i mercati finanziari, cominciano progressivamente ad attirare verso di se gran parte delle risorse finanziarie disponibili sul territorio, all’interno di un’economia fittizia che, a causa dello sviluppo dei prodotti finanziari complessi/derivati legalizzati dalle deregolamentazioni neo-liberiste, arriva ad espandersi in maniera esponenziale fin ben oltre la reale capacità economica del sistema stesso.
L’economia fittizia cresce, cresce, cresce, fino quando la bolla speculativa non raggiunge il suo massimo apice ed esplode.
Ciò  fa si che tutte le persone che avevano investito i loro soldi nell’economia fittizia dei mercati finanziari, una volta esplosa la bolla, si trovino improvvisamente a perdere i loro risparmi, a favore delle ristrette elites che hanno condotto i giochi speculativi e per questo hanno invece saputo/potuto spostare i propri capitali al riparo al tempo giusto poco prima che la bolla scoppiasse.
L’economia reale a questo punto rimane squilibrata dal fatto che, a fronte di una data produzione presente sul mercato, non corrisponde più un’altrettanta presenza di moneta bruciata dall’esplosione della bolla speculativa.
Si innesca così un circolo vizioso in cui le imprese non trovando più risorse finanziarie bruciate dalla bolla (Nota Bene: Quando si dice “bruciate”, significa “rastrellate” nelle mani di pochissimi soggetti), sono costrette a tagliare sui costi dei salari, degli stipendi, e sui posti di lavoro, facendo  così calare il potere di acquisto dei cittadini che si trovano a loro volta a comprare meno, le aziende dunque vendono meno riducendo i loro introiti che costringe le stesse a tagliare e licenziare ancora di più… e così via, fino a paralizzare completamente il sistema.
La grande depressione si risolse con l’attuazione del New Deal da parte dell’allora presidente Roosevelt.

 

 

NEW DEAL (1933) :

Con New Deal («nuovo corso» o letteralmente «nuovo affare») si intende il piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937, allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli Stati Uniti d’America a partire dal 1929 (il «Giovedì nero»).
Il New Deal funzionò grazie alla messa in opera di due precise azioni economiche strettamente correlate fra di loro:

  1. L’adozione di una politica espansiva di stampo keynesiano, attraverso l’AUMENTO del DEFICIT GOVERNATIVO, ovvero aumentando la spesa dello Stato finalizzata all’aumento dell’occupazione/ produzione/ consumo (Nota Bene: Questo importante aumento del deficit governativo venne realizzato rendendo il Dollaro USA fiat, dunque a debito 0 essendo che la moneta era stampata ex-novo dalla Banca Centrale Nazionale, vedi voce “Moneta fiat” nella pag “Definizioni, l’Abc“).
  2. La riformulazione totale del sistema bancario (Glass-Steagall Act) che stabiliva la netta separazione della attività bancaria ordinaria, quella che oggi chiamiamo la  banca commerciale (la vera banca), da quella della banca d’affari finanziari (la banca falsa), oltre che stabilire la pesante limitazione dell’economia fittizia dei mercati finanziari, mediante la messa al bando della creazione/ vendita dei prodotti complessi/ derivati.

La correlazione sta nel fatto che la prima (politica Keynesiana), affinchè possa essere efficace, ha bisogno di operare in un sistema economico “salubre”, determinato dalla seconda (riforma del sistema bancario), che risulti esente nella fattispecie da distorsioni volte a far deviare i flussi delle nuove emissioni monetarie operate dalla BC, dall’economia “concreta” delle vere aziende/imprese, a quella “improduttiva” rappresentata dai mercati finanziari (vedi pag. “Glass-Steagall act” nella sez. “Quadro finanziario“).
Lo stadio di DEPRESSIONE ECONOMICA sta all’esatto opposto dell’ IPERINFLAZIONE,  producendo però gli stessi identici risultati, ovvero dilagante disoccupazione, miseria e povertà, eppure per qualche strana ragione si sente sempre  demonizzare il fenomeno dell’eccessiva stampa di moneta (IPERINFLAZIONE), mentre quello dell’insufficiente stampa (DEFLAZIONE/ DEPRESSIONE) non lo si sente nominare mai…

 

 

GLASS-STEAGALL ACT (1933):

E’ la fondamentale legge DI SISTEMA che regolamenta il settore bancario e quello finanziario.
Emanata nel 1933 durante la presidenza Roosevelt in seguito alla “Grande Depressione” (in Italia la medesima riforma è datata1936 ad opera del Fascio notoriamente avverso alla finanza), questa legge è quella che, senza esagerare,  in sostanza tiene in piedi da sola  tutto l’intero sistema economico generale.
Senza tali regolamentazioni infatti (ovvero quelle che stabiliscono la separazione fra la banca commerciale e quella d’affari), il sistema economico risulta essere fallato mettendo in evidenza delle disfunzioni  radicali che conducono inevitabilmente lo stesso sistema a collassare ripetutamente/ recidivamente su se stesso.
Con l’avvento ed il successo delle idee neo-liberiste della scuola di Chicago, sposate e portate avanti politicamente da Margaret Thatcher e da Ronald Reagan negli anni ’80, e successivamente da Bill Clinton e Mario Draghi negli anni ’90, le barriere che aveva posto Roosevelt tra i due “mestieri” bancari, sono state di nuovo dissolte dando vita alla così detta BANCA UNIVERSALE. Oggi dunque il sistema si trova nuovamente ad essere compromesso, con tutti i danni che ne conseguono.
Vedi Pag. “Glass-Steagall act” nella sezione “Quadro finanziario“.

 

 

MIRACOLO TEDESCO ANNI ’30:

Nei libri di economia si parla tanto del New Deal, però, ci si dimentica che il vero miracolo economico si verificò in Germania.
“Quando Hitler andò al potere nel 1933, oltre 6  milioni di persone (il 20 % della forza lavoro) erano disoccupate ed al limite della soglia della malnutrizione mentre la Germania era gravata da debiti esteri schiaccianti con delle riserve monetarie ridotte quasi a zero.
Attraverso una politica di sovranità monetaria indipendente e un programma di lavori pubblici che garantiva la piena occupazione, il Terzo Reich riuscì a trasformare una Germania in bancarotta, privata perfino di colonie da poter sfruttare, nell’economia più forte d’Europa, in soli quattro anni, ancor prima che iniziassero le spese per gli armamenti“
(cit. Henry C.K. Liu, economista UK) .
Sorprendentemente, l’artefice del miracolo economico della Germania nazista fu un uomo di origini ebraiche,
Hjalmar Schacht, Ministro dell’Economia e Presidente della Banca Centrale  del Reich.
Schacht risollevò la Germania attuando le basi fondanti della MMT rivelate da economisti come GEORG FRIEDRICH KNAP (1842-1926), Univ. Leipzig: CARTALISMO, ma anche lo stesso JOHN MAYNARD KEYNES (1883-1946), Univ. di Cambridge: KEYNESISMO.
Lo schema MMT è il solito di sempre più volte evidenziato all’interno di questo sito, ovvero: Sovranità monetaria e finanziamento diretto dell’economia evitando i mercati finanziari, per impiegare i disoccupati a produrre ciò che manca/serve.
Hitler e i Nazional-Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta.
In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo Stato, che venivano chiamate “Greenbacks“.
Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici.
I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali.
Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di unità della valuta nazionale.
Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro.
Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto.
Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo.
Hitler diceva:
“Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti“.
I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone.
Lo Stato tedesco può dunque creare la moneta di cui ha bisogno nel momento in cui manodopera e materie prime sono disponibili per sviluppare nuove attività economiche, anziché indebitarsi prendendo i soldi in prestito.
In realtà, non venne praticata la stampa diretta di moneta, poiché il principale provvedimento di Schacht fu l’emissione dei MEFO, obbligazioni emesse sul mercato interno per finanziare lo sviluppo.
In questo sistema è direttamente la Banca Centrale di Stato (Reichsbank) a fornire agli industriali i capitali di cui hanno bisogno.
Non lo fa aprendo a loro favore dei fidi; lo fa autorizzando gli imprenditori ad emettere delle cambiali garantite dallo Stato.
E’ con queste promesse di pagamento che gli imprenditori pagano i fornitori.
Schacht conosceva bene la frode fondamentale su cui si basa il sistema del credito e i lucri che derivano dall’abuso della fiducia dei risparmiatori, che col loro lavoro riempiono di vero denaro i conti di denaro vuoto, contabile, che la banca crea ex-novo.
E sapeva che la prosperità della finanza internazionale dipende dall’emissione di prestiti con elevato interesse a nazioni in difficoltà economica.
Di Hjalmar Schacht, che era all’epoca a capo della banca centrale tedesca, viene spesso citato un motto che riassume la versione tedesca del miracolo del “Greenback”.
Un banchiere americano gli aveva detto: “Dottor Schacht, lei dovrebbe venire in America. Lì abbiamo un sacco di denaro ed è questo il vero modo di gestire un sistema bancario“.
Schacht replicò: “Lei dovrebbe venire a Berlino. Lì non abbiamo denaro. E’ questo il vero modo di gestire un sistema bancario” (John Weitz, Hitler’s Banker Warner Books, 1999).
Un economista britannico, C.W. Guillebaud, ha espresso con altre parole lo stesso concetto:
“Nel Terzo Reich, all’ origine, gli ordinativi dello Stato forniscono la domanda di lavoro, nel momento in cui la domanda effettiva è quasi paralizzata e il risparmio è inesistente; la Reichsbank fornisce i fondi necessari agli investimenti [con gli effetti MEFO, che sono pseudo-capitale]; l’investimento rimette al lavoro i disoccupati; il lavoro crea dei redditi, e poi dei risparmi, grazie ai quali il debito a breve termine precedentemente creato può essere finanziato [ci si possono pagare gli interessi] e in qualche misura rimborsato”.
Così Hitler raggiunse il suo scopo primario: il riassorbimento della disoccupazione e la crescita dei salari del popolo tedesco senza alimentare l’inflazione.
I risultati sono, dietro le fredde cifre, spettacolari per ampiezza e rapidità.
Nel gennaio 1933, quando Hitler sale al potere, i disoccupati sono 6 milioni e passa.
A gennaio 1934, sono calati a 3,7 milioni.
A giugno, sono ormai 2,5 milioni. Nel 1936 calano ancora, a 1,6 milioni. Nel 1938 non sono più di 400 mila.
E non sono le industrie d’armamento ad assorbire la manodopera.
Fra il 1933 e il 1936, è l’edilizia grazie ai grandi progetti sui lavori pubblici, inclusa la costruzione della rete autostradale (autobahn), ad impiegarne di più (più 209%), seguita dall’industria dell’automobile (+ 117%) e dalla metallurgia (+83%).

 

 

SBARCO IN SICILIA (1943):

La seconda guerra mondiale terminò nel 1945 grazie all’intervento degli USA contro i nazisti.
Per riuscire nell’impresa, le Forze Alleate ebbero accesso all’Europa da due punti diversi:
Uno in Francia dalla Normandìa, l’altro in Italia dalla Sicilia.
Ad essere analizzata in questo contesto è l’operazione siciliana, essendo che proprio dalla Sicilia, gli americani poterono gettare le basi per creare quella  rete di infiltrazione che da li in poi consentì loro di operare un controllo sul nostro paese per tutti gli anni a venire.
Gli USA infatti sbarcarono in Italia grazie al supporto fornito dalla mafia locale; i rapporti con la nostra mafia furono creati e sviluppati a tavolino dagli americani, precisamente dall’unità militare appositamente creata chiamata “The Mafia circle” o Circolo Della Mafia, sfruttando i contatti forniti dalla mafia americana presieduta da Lucky Luciano.
Con tale strategia gli Usa una volta sbarcati, riuscirono a prendere militarmente il controllo della Sicilia, e a mantenerlo in maniera “politica” apponendo uomini mafiosi ai vertici delle amministrazioni pubbliche locali, creando così le basi per il controllo della politica nazionale ***(ragione per cui si deve la forte collusione fra Stato italiano e mafia che tutti conosciamo!)***.
Ma la mafia non era l’unico braccio di controllo degli USA.
Essi infatti si dotarono di altre due braccia fondamentali: Una era l’esercito segreto denominato GLADIO addestrato e controllato dalla CIA statunitense/NATO, l’altro la loggia massonica italiana PROPAGANDA 2, loggia dalla così detta conformazione organizzativa a forma piramidale al vertice della quale presiedeva Licio Gelli.
Il magistrato Gherardo Colombo spiega come le indagini da loro compiute avevano messo in evidenza come il vertice della piramide massonica italiana avrebbe funto da ponte/ contatto al vertice di un’altra piramide rovesciata contrapposta presieduta dalle corrispettive elìtes internazionali, a cui essa faceva riferimento.
Attraverso il coacervo dell’operato sovversivo delle 3 braccia (MAFIA, GLADIO, P2), le elìtes internazionali sarebbero così riuscite a pilotare/ condizionare le scelte politiche/economiche del nostro paese nel corso di tutti questi anni,  e a quanto pare, anche per quelli attualmente in corso.
Si veda il video su youtube intitolato “IL GRUPPO BILDERBERG DIETRO LE STRAGI DI STATO“, e la  voce “SBARCO IN SICILIA” presente su Wikipedia (da notare che i riferimenti alla mafia, nella spiegazione attuale su Wikipedia non si trovano più).

 

 

BRETTON WOODS – Dollar ExChange Standard (1944):

Con gli accordi di Bretton Woods viene stabilito il nuovo assetto economico globale del secondo dopoguerra.
A Bretton Woods vi erano 2 proposte differenti, un modello proposto dagli inglesi e uno dagli americani.

  • – BancOr (UK): il BancOr di J.M.Keynes, prevedeva un sistema monetario globale con una moneta globale internazionale di nome BancOr, moneta emessa a sua volta da una Banca Mondiale (ICU) presieduta dalle nazioni unite.
  • – Dollar ExChange Standard (USA): il Dollar ExChange Standard di H.D.White prevedeva un sistema monetario globale Dollaro-centrico (dove il Dollaro era convertibile in oro a tasso di cambio fisso), Dollaro che a sua volta era fornito/prestato agli Stati-Membri dell’UnioneMonetaria da un Fondo Monetario Internazionale (FMI) presieduto dagli USA.

Tra i 2 fu scelto il Dollar ExChange Standard americano (giacché gli USA erano i vincitori della guerra).
Il sistema monetario coloniale americano Dollar ExChange Standard rimase in vigore fino al 1971.

 

 

COSTITUZIONE ITALIANA (1948):

Il 1 gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana,
La Costituzione del ’48 rappresenta la svolta.
La ragione di ciò è presto detta:
La costituzione Italiana è la più recente in ordine cronologico fra tutte quelle dei vari paesi occidentali, e in questo aspetto risiede la particolarità.
Si perchè a differenza delle altre, la nostra Cost. è stata formulata sulla base dei moderni sistemi monetari a quei tempi rivelati da Keynes.
Significa che è una costituzione di tipo futuristico, all’esatto opposto di come viene propagandato dai riformatori liberisti che la spacciano falsamente per obsoleta e non più al passo coi tempi:
Tutte le riforme sono infatti tese a riassoggettare il nostro modello costituzionale di tipo futuristico-avanzato, a schemi facenti capo all’economia neoclassica neomercantile neoliberista antecedenti alla seconda guerra mondiale, un vero e proprio salto al passato arcaico..
Il miracolo italiano prese corpo proprio in Italia esattamente grazie al fatto che la nostra cost  imprimeva un modello economico che le altre cost non presentavano poiché formulate sulla base di modelli monetari economici arcaici come il Gold Standard.
Questa mirabile funzionalità è la vera ragione che sta dietro i vari tentativi di riforma, a partire dal Divorzio fra Tesoro e BankItalia per arrivare a quelle più attuali dei giorni nostri.
Attualmente la Costituzione italiana oltre ad essere stata intaccata nelle sue dinamiche economiche fondamentali (vedi “pareggio di bilancio”), viene illegittimamente tenuta disattivata e sottoposta ai Trattati Europei ai quali risulterebbe viceversa sovraordinata, come ribadito più volte dalla corte costituzionale.

Nota Bene: E’ da segnalare che dai verbali dell’assemblea costituente, emerge in maniera lampante che la  causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, non furono i nazionalismi sfociati nelle dittature fasciste e naziste.
Questi infatti furono solo la risposta agli squilibri economici-sociali provocati dal modello NeoLiberista, i quali produssero le tensioni che sfociarono nei rovinosi conflitti.
Esattamente gli stessi inquietanti risultati che la riproposizione del neoliberismo odierno starebbe nuovamente replicando.
Ci si rifletta.

 

 

NATO e UNIONE EUROPEA (1949):

La NATO e l’Unione Europea nascono sostanzialmente insieme e vanno avanti di conserva (cit. Luciano Barra Caracciolo).
– La NATO rappresenta l’unione militare occidentale capitanata dagli USA
– L’Unione Europea rappresenta l’unione geo-politica capitanata sempre dagli USA per mezzo del suo capitale finanziario (NB: NON a caso la peculiarità principale dell’Europa è esattamente quella di sottrarre sovranità agli Stati-membri, sottraendo loro la sovranità monetaria, così da sottoporli all’ordine dei mercati internazionali/USA).
La nascita dell’EuropaUnita avviene in concomitanza della nascita del Consiglio Europeo che nasce per volontà precisa degli americani i quali nel 1948 avevano fondato l’ACUE (Comitato Americano per l’Unione Europea).
Uno dei padri costituenti italiani, nel 1949, descriveva la nascita dell’Unione europea con le seguenti parole:

LELIO BASSO (nel 1949): “Ogni passo avanti verso l’Unione Europea è un passo avanti nella via dell’assoggettamento dell’Europa al dominio del capitale finanziario americano. L’Unione Europea assomiglia più profondamente all’Europa di Hitler”‬.

Il riferimento di Lelio Basso è al progetto Europäische Wirtschaftsgesellschaft, un piano, del 1942, di integrazione monetaria e industriale degli Stati europei, allora tutti sotto il tallone tedesco, messo a punto dal ministro dell’Economia del Reich, Walther Funk, e dal collega titolare del dicastero degli Armamenti, Albert Speer.
I ministri di Hitler avevano disegnato un’area di mercato aperta, senza dazi doganali, basata su una moneta unica, con al centro la Germania quale Stato leader.

 

 

MIRACOLO ITALIANO ANNI ’50:

Gli anni ’50 segnano l’inizio del Boom economico italiano che durerà circa un decennio (dal ’55 al ’65 circa), ovvero fino al rallentamento registrato a partire dall’uccisione di Enrico Mattei (vedi voce Enrico Mattei -1962).
Il miracolo economico fu realizzato grazie alla componente economica impressa nel nostro modello costituzionale che come detto si basa sul funzionamento dei sistemi monetari moderni rivelati da Keynes (la nostra è infatti definita una costituzione di matrice keynesiana), in cui vige un tipo di economia a metà strada fra quello liberista e quello comunista.
In sostanza l’italia realizzò il miracolo attuando la MMT seguendo il modello a noi ormai ben noto:

***Lo Stato crea autonomamente i “suoi” soldi a mezzo della sua Banca Centrale o della sua Zecca (gli USA il Dollaro, la GB la Sterlina, il Jappone lo Yen, la Cina lo Yuan, l’Italia la Lira ecc) per impiegare i suoi disoccupati a produrre ciò che manca/serve, i disoccupati producono, la produzione creata fornisce il contro-valore alla moneta emessa, poi lo Stato tassa (facendo apprezzare la moneta internamente alla Nazione), e i soldi che restano in circolo (debito pubblico/risparmi privati) saranno quelli che gli imprenditori privati utilizzeranno per produrre il “Made in” nazionale da esportare all’estero; l’esportazione a sua volta rafforzerà  la valuta (sui mercati globali), consentendo in fine alla Nazione di acquistare le importazioni di cui necessita.***

L’economia italiana prese corpo esattamente così.
Il miracolo italiano è la dimostrazione fattuale dei funzionamenti monetari moderni, questo benchè ai tempi del miracolo il sistema monetario vigente era quello Gold Standard definito da Bretton Woods.

NOTA BENE (le CAMBIALI): Abbiamo spiegato che lo Stato genera autonomamente le risorse finanziarie per alimentare la propria economia.
Nel periodo in oggetto, l’Italia come detto era sottoposta al sistema Gold Standard di Bretton Woods.
E cosa significa questo aspetto di Bretton Woods?
Significa che il nostro Stato NON poteva battere a deficit tutte le Lire che gli occorrevano per soddisfare i propri fabbisogni interni, ma era vincolato alle restrizioni imposte dal sistema Gold Standard.
L’espansione monetaria dunque, nel caso italiano avvenne grazie all’adozione di un altra modalità:
Le cambiali (cit. Nino Galloni).
Le cambiali sono un titolo di credito con cui un cittadino acquista un bene sottoscrivendo una promessa di pagamento che avverrà nel futuro.
Questa modalità ha consentito di espandere la domanda dei beni sopperendo al fatto che lo Stato non era in grado di espandere la base monetaria a mezzo di spesa a deficit, per via delle sopra citate restrizioni derivanti dal sistema Gold Standard-Bretton Woods.
Ciò non toglie che se i cittadini potevano permettersi di sottoscrivere cambiali, essi lo potevano fare perché il loro lavoro/reddito era garantito dall’attuazione della costituzione italiana stessa (cosa che oggi non sta avvenendo essendo che la nostra costituzione in parte è stata intaccata, in parte viene disattesa).

 

 

CECA – Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (1951):

Nel 1951 a Parigi viene sottoscritto l’accordo CECA, il primo trattato europeo che viene stipulato tra i paesi-membri per la condivisione delle materie prime carbone e acciaio

NB: Il trattato della CECA è esattamente quel tipo di accordo che va nella giusta direzione individuata dal britannico Keynes, ovvero quella di rendere comuni le risorse basilari consentendo a tutti di disporne indiscriminatamente.

 

 

CEE – Comunità Economica europea (1957):

Nel 1957 coi “Trattati di Roma” vengono gettate le basi per la nascita dei successivi Stati Uniti d’Europa.
Il Trattato istituisce la CEE (Comunità Economica Europea), e va ad integrare/completare il precedente accordo della CECA.
Con il trattato CEE i paesi membri si accordano per creare un mercato comune che prevedeva una unione doganale.

NB: Il progetto europeo è voluto e finanziato dagli USA.
Negli USA i promotori della creazione dell’Unione Europea (fra cui spiccano la Fondazione Rockfeller e la Fondazione Ford) erano riuniti in un Comitato denominato ACUE (American Commit of United Euro).
Negli anni ’50 il 53% dei fondi del Movimento Europeo (quello a cui appartengono tutti i nomi noti dei padri fondatori europei dell’UE), provenivano dall’ACUE (vedi video su YouTube “La Matrix Europea – Francesco Amodeo” dal min. 8:10).

 

 

IL CASO MATTEI (1962) www.youtube.com/watch?v=_FQT2hhRrB4:

Il caso Mattei è un esempio di come le infiltrazioni internazionali nel nostro territorio abbiano giocato e giochino tutt’ora un ruolo cruciale nel determinare il destino del nostro paese.
Negli anni ’60 Enrico Mattei, presidente dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) stava “lavorando” al progetto che avrebbe consentito all’Italia di conquistare l’indipendenza energetica.
Tale risultato veniva conseguito grazie a degli accordi che Mattei stava mettendo a segno direttamente coi paesi arabi produttori di petrolio, che avrebbero consentito di fatto al nostro paese non solo di non dipendere più dai grossi gruppi petroliferi internazionali (USA in primis), ma di riuscire perfino a competerci scalzandone così importanti (per non dire cruciali) quote di mercato.
E’ da segnalare che Mattei finanziò la fazione politica di Aldo Moro proprio perchè la visione economica/ politica  dei due era collimante.
Per questa visione, per quello che l’indipendenza petrolifera dell’italia comportava, per gli interessi economici internazionali che ruotavano attorno al business del petrolio, e per la posizione geografica strategica che l’Italia occupava per le strategie geopolitiche internazionali, l’aereo di Enrico Mattei (di ritorno dalla Sicilia) fu sabotato e precipitò la notte del 2 novembre 1962.
Le recenti perizie hanno dimostrato che fu sistemata una carica di tritolo azionata con l’apertura dei carrelli durante la manovra di atterraggio all’aeroporto di Milano-Linate.

NOTA BENE: La morte di Mattei rappresenta una svolta chiave nell’economia italiana in quanto la strategia nazionale perseguita dall’ENI nel dotare il nostro paese di una adeguata indipendenza energetica, subì una brusca frenata, lasciando l’Italia, a differenza delle altre potenze, in balia di una forte dipendenza energetica estera.
Se Mattei non fosse stato ucciso, l’Italia non avrebbe sofferto gli shock petroliferi degli anni 70 nella misura in cui poi si è verificato (vedi voce “Shock petroliferi 1973 e 1979“).
Vedi pag. Storia:Omicid. Mattei

 

 

ANNI DI PIOMBO ANNI ’70:

Gli anni di piombo sono quelli della così detta Strategia della Tensione, caratterizzata da quelle che vengono comunemente chiamate Stragi di Stato.
Stragi di Stato però è una definizione assolutamente sbagliata e ingannevole.
Si tratta infatti di:
Stragi CONTRO lo Stato, e NON Stragi di Stato!
Ci sono 2 domande:

  • 1) Da chi erano condotte le Stragi contro lo Stato.
  • 2) Quali erano gli obbiettivi delle Stragi contro lo Stato.

– Da chi erano condotte le Stragi CONTRO lo Stato?
Le stragi “a livello basso” (di facciata) erano condotte dai gruppi estremisti insurrezionalisti dell’estrema destra piuttosto che dell’estrema sinistra (a seconda delle circostanze),  ma “a livello alto, il tutto era orchestrato da “Centri occulti di potere esterni che hanno altri interessi”, come li definirono i giudici Falcone e Borsellino in seguito (vedi voce “Omicidi dei giudici Falcone e Borsellino – 1992“).
Lo spiega molto bene il ricercatore Storico Giovanni Fasanella:

GIOVANNI FASANELLA: “Le Stragi erano manovrate da apparati dello Stato che solo in minima parte rispondevano alle autorità politiche italiane, cioè ai legittimi governi del nostro paese, mentre in maggior parte questi apparati dello Stato, per effetto del trattato di pace imposto all’Italia subito dopo la seconda guerra mondiale, dipendevano da centrali di comando estere straniere facenti capo alla NATO (quindi USA, Inghilterra, Francia, ecc). Da qui la spiegazione dei continui boicottaggi alle indagini e i tanti depistaggi” (vedi pag Mafia-Gladio-P2).

– Quali erano gli obbiettivi delle Stragi CONTRO lo Stato?
Tutti gli attori internazionali responsabili delle stragi contro lo Stato, erano tutti accomunati da un duplice obbiettivo:

  1. Da un lato quello di impedire l’evoluzione del sistema politico italiano, cioè, impedire che la politica italiana si spostasse verso sinistra (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito dagli USA per via della Guerra Fredda).
  2. Dall’altro (quello di cui si parla pochissimo) quello di porre un freno all’emancipazione della sovranità italiana per contenere uno straripamento di una potenziale egemonia italica sul Mediterraneo, quindi Africa e Medio-Oriente (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito da Inghilterra e Francia per via delle loro colonie in quei territori).

Lo spiega ancora meglio Fasanella:

GIOVANNI FASANELLA: “L’obbiettivo era quello di impedire che continuasse a crescere l’influenza italiana nel Mediterraneo, ovvero l’area maggiormente geo-strategica dell’epoca per via delle fonti di approvvigionamento energetico allocate nell’intero bacino, fonti che erano necessarie/indispensabili allo sviluppo del sistema economico nazionale di qualsiasi paese.
Accadde infatti che l’Italia, da paese uscito perdente dalla seconda guerra mondiale, si ritrovò in capo a pochi decenni ad essere il paese vincente del dopo guerra, vittoria italiana costruita attraverso una politica di amicizia e di cooperazione con i paesi del terzo mondo, coi paesi del Nord-Africa, coi paesi del Medio-Oriente, una politica ponderata che consentì all’Italia di accrescere la propria influenza, emarginando sino alla disgregazione degli imperi coloniali Francese e Inglese.”

Gli anni di piombo culminarono con il rapimento e successivo omicidio di Aldo Moro.

 

 

MONETA FIAT (1971):

Nel 1971 gli USA scollegano il dollaro dall’oro ponendo fine al così detto sistema aureo (meglio conosciuto come “Dollar ExChange Standard”).
A partire dal 1971 tutte le monete degli Stati diventano moneta moderna Fiat (vedi pag. Gold standard vs. Moneta fiat).
Con la propria moneta fiat ciascuno Stato è in grado di auto-prodursi tutti i soldi che servono a soddisfare i propri fabbisogni.
Vale la solita regola della moneta fiat di sempre:

  1. – lo Stato genera per mezzo dei suoi organi di emissione la propria moneta nazionale.
  2. – Con i soldi nazionali ciascuno Stato produce il così detto MADE IN da esportare all’estero.
  3. – L’IMPORT-EXPORT tra gli Stati da luogo ai mercati globali.

Le monete Fiat delle varie nazioni restano in vigore fino a che gli Stati NON ri-vincolino la propria valuta in una Unione monetaria (come ad esempio lo SME/Euro).

 

 

STAGFLAZIONE ANNI ’70:

Il periodo della STAGFLAZIONE (vedi pag “Inflazione/Deflazione“) degli anni ’70  risulta essere particolarmente cruciale dal momento che fu la causa scatenante del cambio di rotta nelle politiche economiche globali che da li in poi decretarono la crisi e il successivo tramonto del keynesismo.
E’ doveroso per tanto fornire un adeguato approfondimento per comprendere meglio le cause che concorsero ad indurre gli Stati ad affrontare questo epocale cambiamento nelle loro linee guida.
Come accennato ne “La scalata delle destre“, dopo essere state messe ai margini dell’economia per decenni dalle costituzioni di modello democratico-sociale, le così dette elites dominanti capitalistiche durante gli anni ’70 passarono alla ribalta, e lo fecero sfruttando una serie di eventi correlati fra loro funzionali ai loro dogmi notoriamente utilizzati come spauracchi per propagandare la loro dottrina.
Gli spauracchi, lo ricordiamo, sono:
– L’INFLAZIONE,
– il DEBITO PUBBLICO, e di conseguenza
– la SPESA PUBBLICA DELLO STATO.
Durante gli anni ’70 lo spettro dell’inflazione ebbe modo di fare molto bene breccia grazie a vari fattori che concorsero a provocarla, primi fra tutti i famosi Shock Petroliferi (la vera causa principale), ma poi anche gli squilibri provocati dalle guerre in Corea e Vietnam, nonchè la creazione delle masse monetarie dei petrol dollari in mano ad una finanza che stava ricominciando ad intaccare gli equilibri raggiunti fino ad allora con l’assetto economico di matrice Keynesiana (notoriamente contrapposto al liberismo).
A questi poi si aggiunge un altro fattore cruciale rappresentato dalla comparsa delle multinazionali che dagli USA iniziarono ad irrompere nelle varie economie Europee destabilizzandone gli assetti economici per gli anni a venire.
Ma vediamo i vari eventi nel dettaglio:
Per capire le ragioni che portarono a tali squilibri, occorre analizzare il differente percorso che caratterizzò due ben distinti modelli economici-sociali, quello americano e quello eurpeo.
Accadde infatti che, mentre in Europa si era andata sviluppando una tipologia di società formata da “partiti di massa”,  in America invece si delineava una società strutturata su agglomerati economici manifestanti centri di interesse basati su presupposti di economia di stampo neo-liberista .
Gli interessi di tali agglomerati pertanto indirizzarono sempre più insistentemente gli USA ad assumere un assetto consono a tali obbiettivi espansionistici privati a discapito di quelli pubblici, (modello  neo-liberista appunto), in netta contrapposizione coi sistemi degli Stati Sociali Europei presentanti barriere protezionistiche quale ostacolo all’espansione dell’economia capitalistica globale.

– A) MULTINAZIONALI:  A partire dagli anni ’60, le multinazionali che avevano potuto prendere forma e acquisire potere all’interno di questo specifico sistema economico capitalistico statunitense, cominciarono ad approfittare delle falle da loro stesse create nel sistema giuridico nazionale per riuscire ad espandersi nel resto del mondo.
La Figura giuridica della multinazionale riuscì infatti ad ottenere gli stessi diritti di una Persona Fisica ponendo le corporations nella impropria posizione di poter essere considerate a tutti gli effetti come degli esseri umani in carne ed ossa:
A cambiare in maniera radicale in questo caso sono i fini ultimi delle due differenti figure, Fisica e Giuridica, dove quella fisica vede nella sua ragione di esistere la soddisfazione dei suoi fabbisogni primari ed il suo stato di benessere complessivo, mentre per la giuridica il fine ultimo è solo ed unicamente il profitto (si veda il film-documentario intitolato “The Corporation”)..
E’ così che le multinazionali iniziarono a decentrare la loro produzione nei paesi sottosviluppati, ottenendo produzioni a basso costo che creavano per contro però sacche sempre più grandi di disoccupazione (causa della stagnazione economica) nei paesi già sviluppati (compresi gli stessi Stati Uniti) squilibrandone il sistema.
Ciò mise in atto un processo di globalizzazione che da li in poi cominciò progressivamente ad intaccare e destabilizzare i sistemi economici degli Stati sociali di tutti i paesi industrializzati.

– B) FINANZA: In tale contesto veniva creandosi una parallela trans-nazionalizzazione delle economie finanziarie in cui una progressiva deregolamentazione consentiva la creazione delle così dette economie off-shore (definite anche paradisi fiscali) in cui una componente sempre maggiore di dollari americani riusciva a sfuggire al controllo del fisco degli Stati Uniti oltre che dal controllo degli Stati Europei.
Questi capitali di dollari (parliamo di colossali cifre di denaro conosciuti con il nome di Euro-Dollari riciclati a loro volta in quelli che poi assumeranno il nome di Petrol-Dollari) gestiti dai magnati della finanza della City di Londra piuttosto che Wall Street, sono quelli che contribuirono ad alimentare l’esplosione di circoli viziosi di speculazioni finanziarie che come noto sottraggono risorse all’economia reale, per disperderla in investimenti fittizi che destabilizzano il sistema (vedi Pag. “Glass-Steagall act“).

– C) GUERRE: Un altro problema destabilizzante come detto fu poi quello delle guerre degli USA mosse dalle tensioni della Guerra Fredda che imperversava in quegli anni.
Va citato in questo contesto come gli americani si siano sempre spesi a mantenere una continua allerta per il diffondersi a livello mondiale del comunismo e conseguente suo contrasto strategico,  portando la federazione statunitense ad avventurarsi prima nella Guerra di Corea, nella Corsa agli armamenti e poi dal 1960 al 1975 nella Guerra del Vietnam.
Queste guerre determinarono notevoli spese militari oltre che causare una sostanziosa deviazione della produzione industriale verso i prodotti bellici a scapito dei prodotti di consumo tradizionali che a loro volta divenivano via via più rarefatti (causa dell’INFLAZIONE),  ed i politici americani lungimiranti nel contrastare il rischio del diffondersi dell’ideologia comunista, non lo furono altrettanto, nel mantenere un corretto equilibrio nella loro industria nazionale/ sistema economico.
In più ad un certo punto, forti della loro moneta imposta come valuta di riferimento, gli americani decisero addirittura di smettere perfino di prodursi autonomamente le risorse primarie scegliendo di acquistarle “più comodamente” all’estero approfittando di questa loro  posizione valutaria privilegiata , ma andando così ad inondare il mercato di dollari USA..

– D) SHOCK PETROLIFERI (PIU’ IMPORTANTE): Tutti questi fattori insieme andavano ad aggiungersi a quello che poi alla fine rappresentava essere il vero detonatore dell’esplosione dei prezzi, ovvero gli Shock petroliferi imposti dai paesi produttori, i quali con un aumento dei prezzi del greggio di oltre il 400% rispetto al prezzo di partenza, furono la vera causa scatenante dell’impennata di prezzi generale che produsse l’aumento incontrollato dell’inflazione anche nel resto del mondo, Italia in primis (vedi voce “Federico Caffè’” presente fra le “Fonti” di riferimento).

– RICAPITOLANDO:
La disoccupazione causa la STAGNAZIONE; l’aumento artificiale dei prezzi dovuto alle pretese dei produttori causa l’ INFLAZIONE.
La STAGNAZIONE e l’INFLAZIONE combinate tra di loro producono insieme la STAGFLAZIONE.
Attraverso la travisazione/mistificazione delle vere cause che provocarono la Stagflazione , le elites dominanti riuscirono a sostituire il KEYNESISMO con il LIBERISMO.

 

 

SCHOCK PETROLIFERI (1973 e 1979):

Col termine “shock petroliferi” si intendono le crisi energetiche avvenute nel corso degli anni ’70 in seguito alle 2 brevi guerre avvenute in medio oriente, le quali provocarono la quadruplicazione del prezzo del greggio in tutti i paesi occidentali.
Le 2 guerre furono rispettivamente:
– 1973 Yom Kippur.
– 1979 Siria.
L’aumento del prezzo del greggio fu un evento forzato in quanto il prezzo fu fatto lievitare in maniera smodata, oltre al fattore delle guerre in se, per via della colossale fake news messa in circolo nello stesso periodo dalle compagnie stesse petrolifere (le 7 sorelle), riguardante un fantomatico prossimo esaurimento delle riserve di petrolio che invece non si verificò mai.
L’aumento del greggio del 400% fu un evento che ebbe molteplici risvolti (da qui gli interessi legati al rialzo forzato) che possiamo riassumere nei seguenti punti:

  1. – RIACQUISIZIONE DI IMPORTANZA STRATEGICA DEL DOLLARO USA: Nel ’71 lo scioglimento del sistema monetario “Bretton Woods”  aveva sottratto di fatto tutte le ex monete partecipanti all’unione monetaria, dal controllo degli USA.  In oltre le spese eccessive americane per fronteggiare il pericolo del comunismo (vedi guerre Korea e Vietnam) avevano inflazionato molto il Dollaro USA che aveva perso dunque sia di importanza che anche di valore. Gli Shock petroliferi furono una “manna dal cielo” in quanto, essendo che il greggio è prezzato in Dollari, generarono una richiesta di Dollari mondiale tale da far riguadagnare al Dollaro USA gran parte dell’importanza perduta.
  2. – AUMENTO DELL’INFLAZIONE CONGENIALE AGLI ASSIOMI LIBERISTI: abbiamo spiegato come i liberisti siano riusciti ad offuscare il Keynesismo attraverso i dogmi dell’inflazione e del Debito pubblico; ebbene, l’aumento del 400% fece schizzare alle stelle i costi di produzione con conseguente aumento dei prezzi di tutti i beni in generale che in altri termini significa aumento dell’inflazione. Esattamente questo aumento dell’inflazione è quello che fu utilizzato dai liberisti per soppiantare il Keynesismo, il tutto a favore dell’1% e a scapito del restante 99%.
  3. – DESTABILIZZAZIONE DELL’ITALIA: Essendo che l’Italia è notoriamente un paese energeticamente dipendente dall’estero (a causa dei boicottaggi internazionali, vedi caso Mattei e Moro) il nostro paese si ritrovò a soffrire maggiormente le crisi petrolifere rispetto ai “nostri alleati” occidentali. In questo modo, sfruttando questi lati deboli, la compagine liberista italiana (al soldo di quella atlantica) riuscì a trovare il varco per scalfire la nostra costituzione e cominciare a manometterla pregiudicando il nostro assetto socio economico alla sua radice. Il divorzio fra Tesoro e Bankitalia dell’81 venne fatto proprio utilizzando la scusa dell’inflazione (che invece come abbiamo visto dipendeva da fattori esterni e non interni alla nazione).
  4. – SOTTOMISSIONE DI TUTTI GLI STATI DEBOLI ALL’FMI (neo-colonizzazione): A causa dell’aumento del greggio, 109 economie del mondo si ritrovarono esposte pesantemente sulle proprie bilance dei pagamenti, così che tutte quante si ritrovarono costrette a chiedere aiuti all’FMI, il quale come noto assoggetta gli Stati suoi debitori ad uno schema economico/monetario di tipo coloniale, il tutto a favore degli Stati creditori, USA in primis.

Per ulteriori approfondimenti sugli Shock petroliferi, vedi pag. Storia: Shock petroliferi (’70)

 

 

COMMISSIONE TRILATERALE (1973):

Nel 1973 viene fondata la Commissione trilaterale, ovvero l’associazione di categoria della finanza (il famoso 1% della popolazione).
Si tratta di un organo sovra-nazionale privato composto dai potentati economici privati dei 3 assi partecipanti:
USA.
Europa.
Giappone.
L’organizzazione viene fondata con lo specifico compito di influenzare la politica dei vari Stati nazionali, al fine di indebolire il potere dei popoli (quelli del 99%) con le loro costituzioni di matrice democratica sociale, “colpevoli” di aver legato mani e piedi allo strapotere delle classi elitiere dominanti.
La strategia della Commissione Trilaterale si concretizza nella stesura di “The crisis of democracy”.

 

 

THE CRISIS OF DEMOCRACY (1975):

E’ il fondamentale “lavoro” redatto dalla Commissione Trilaterale, col quale vengono definite le linee guida del ritorno in auge delle così dette elite dominanti delle destre capitaliste private, fino a quel momento messe da parte dalle costituzioni nazionali di matrice democratica-sociale.
Il concetto di fondo è molto semplice:
Con gli Stati democratici sovrani in grado di auto prodursi autonomamente ciascuno la propria moneta senza bisogno di dover chiedere ogni volta soldi in prestito alla finanza, l’1% elitiero possidente dei grandi cespiti si ritrova sistematicamente messo fuori gioco.
E’ così che in The crisis of democracy, viene compiuto un lavoro in cui vengono individuati tutti i punti chiave che tenevano fuori gioco le elite, per poi procedere a stilare una sorta di vademecum da dover mettere in atto da li per tutti gli anni a venire.
Fra i punti principali individuati citiamo:
– Eccessivo potere nelle mani del popolo, garantito dalle costituzioni di matrice democratico-sociale.
– Eccessivo potere nelle mani degli Stati.
– Eccessivo interesse da parte della popolazione nelle faccende economiche e politiche del paese.
– Eccessive restrizioni alla proprietà privata, e al suo potere.
– Eccessive restrizioni alla libera circolazione di capitali e di merci.
Obbiettivo della missione:
– Distruggere le democrazie partecipative con le loro costituzioni nazionali al seguito.
– Addormentare il popolo facendo in modo che non si interessasse più alle faccende di economia politica nazionale.
– Nauseare/disgustare il popolo dalla politica al fine di provocarne un netto distacco/disinteresse.
– Distruggere il pensiero keynesiano per sostituirlo con quello liberista.
– Colonizzazione liberista totale di tutti i media, edicole, giornali, radio televisioni, compresa la cultura, scuole ed università (specialmente economia e giurisprudenza)
– Diffusione a tappeto del pensiero unico neoliberista e del libero mercato.
Questo è stato scritto, ed è esattamente ciò che è stato fatto.

 

 

IL CASO MORO (1978):

Il caso Moro rappresenta una svolta cruciale (o mancata svolta a seconda di come la si vede) nella direzione politica/economica che nel 1978 avrebbe potuto intraprendere il nostro paese.
Negli anni ’70/’80 in piena “guerra fredda”, l’Italia raffigurava per gli USA una fondamentale linea di confine strategica tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica (da ricordare che l’impero comunista si estendeva fino a quella che oggi risulta essere la ex Jugoslavia).
Si può dire che l’Italia, in Europa, rappresentava (e rappresenta tutt’ora) in sostanza un po’quello che lo Stato di Israele rappresenta oggi in Medio Oriente per le strategie militari americane , motivo per cui il territorio italiano è costellato di basi militari NATO.
All’inizio del 1978, Moro (allora presidente della Democrazia Cristiana), fu l’esponente politico più importante a ritenere possibile un governo di “solidarietà nazionale” che includesse anche il PCI nella maggioranza.
Tale soluzione presentava però rischi sul piano della politica internazionale, in quanto non trovava il consenso delle grandi superpotenze mondiali.
Con tale assetto infatti, ritenuto soprattutto dagli USA “pericolosamente” filo-comunista,  l’Italia rischiava di diventare non più controllabile/ condizionabile dalle “forze atlantiche”.
L’omicidio di Moro scongiurò di fatto questo “pericolo”.
A distanza di 30 anni, sono molti i fatti, le congetture, le coincidenze, le testimonianze, le dichiarazioni che coinvolgerebbero i servizi segreti internazionali nella vicenda e soprattutto nel suo tragico epilogo.
Da segnalare un fascicolo recentemente aperto sulla base di un esposto di Ferdinando Imposimato (ex giudice istruttore del caso), in cui vengono portate agli atti le recenti dichiarazioni dell’esperto statunitense Steve Pieczenik (che ufficialmente coordinava il collegamento tra i servizi segreti americani e gli omologhi italiani) dichiarante apertamente la necessità politica del fatto che l’omicidio Moro, si sarebbe dovuto compiere.

APPROFONDIMENTO:   Per capire bene in che contesto storico avviene il sequestro Moro, è di cruciale rilevanza il libro della metà degli anni ’70 , “CRISI DELLE DEMOCRAZIE”, che è il primo importante lavoro della commissione trilaterale.
In questo libro commissionato dalla Trilateral, gli studiosi che hanno portato avanti questo lavoro, sostengono che le democrazie non funzionano perchè sono troppo burocraticizzate, ostacolate da lungaggini, e soprattutto non funzionano se la maggioranza delle persone si occupa della vita politica del paese (DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA), mentre le uniche democrazie che possono funzionare, sono quelle dove la maggior parte della gente se ne sta in apnea ovvero ai margini del dibattito pubblico.
ll Prof. Pietro Ratto fornisce una importante analisi con le seguenti parole: “Si parla in sostanza di una situazione di governance in cui i parlamenti nazionali democraticamente eletti possano essere bypassati eludendo le “interferenze” dunque del volere popolare, che poi è esattamente la linea ricalcata da tutti gli accordi internazionali di ultima generazione, a partire dagli accordi europei.
Nelle lettere che Aldo Moro scrisse durante la sua prigionia , emerge che Moro , già nel 1978 , si era reso conto di questo quadro descritto nel libro sopra citato, ed aveva capito che l’Italia stava andando incontro al termine  della sua fase di sovranità.
Quindi, in un periodo di fortissima tensione in cui le elìte americane stavano manifestando la volontà di riportare in auge le classi dominanti mediante una correzione dell’ eccesso di democrazia che fino a quel momento si era verificato in occidente, soprattutto in Europa, soprattutto in Italia, l’uomo politico Aldo Moro, si era messo di traverso, e per questo andava neutralizzato.
Di questa situazione troviamo conferma direttamente nei memoriali di Aldo Moro, perchè è proprio lo stesso Moro che nelle sue lettere scrive contro la Trilateral, parla dell’Europa dei burocrati, della tecnocrazia, tutti concetti che noi abbiamo cominciato a scoprire solo nei tempi più recenti (ovvero, dal 2011 quando con Monti, l’Europa ha mostrato la sua “vera faccia”), ma che Moro aveva evidentemente già tutti chiari nel 1978.
Sempre in CRISIS OF DEMOCRACY, veniva trattato anche un argomento  particolare (fra i molteplici analizzati) che da lì a non molto avrebbe interessato un altro eminente esponente politico italiano, l’unico che si schierò apertamente per una linea governativa che avesse consentito la salvezza di Moro, mentre tutti gli altri erano invece per la linea della fermezza:
Il suo nome era Bettino Craxi.
L’argomento riguardava una strategia da mettere in atto per poter ottenere un distacco dell’opinione pubblica dalla politica, e questo sarebbe potuto avvenire nei seguenti termini:
Se uno Stato viene travolto da uno scandalo di tangenti che desse l’idea di una classe politica corrotta, la conseguenza sarebbe che l’elettorato si staccherebbe dalla politica e smetterebbe di votare, e quindi si correggerebbe questo “pericoloso eccesso di democrazia”, lasciando governare incontrastati coloro i quali si trovano al potere.

Esattamente ciò che accadde in Italia con TANGENTOPOLI nel ’92.”  (Vedi video su Youtube “Cose che Moro Sapeva. Quarant’anni prima di noi – Pietro Ratto“)
Vedi voci “Tangentopoli 1992”, “Operazione Britannia 1992”, “Omicidi dei giudici Falcone e Borsellino 1992” nella pagina corrente.

 

 

INGRESSO NELLO SME (1979):

Nell’anno 1979 l’Italia entra a far parte del Serpentone Euro Monetario (vedi pag “SME ed ECU“), abbandonando il sistema fiat a cambi fluttuanti.
Il primo tentativo di serpente monetario andò dal 1972 al 1975 ma saltò a causa degli Shock Petroliferi  (gli agganci monetari infatti, proprio a causa della loro rigidità, sono particolarmente instabili e sensibili alle importanti crisi).
Il Serpente Euro Monetario viene istituito per sopperire allo sfaldamento del sistema Bretton Woods, con l’intento di mantenere una certa stabilità fra le differenti valute.
In realtà la vera finalità dell’unificazioni monetaria è quella di consentire agli USA di tornare ad esercitare un controllo sulle nazioni Europee, dominio perso con lo scioglimento del sistema Dollar ExChange Standard.
Del resto, che l’Unione EuroMonetaria fosse una gabbia per sottoporre gli Stati-Membri sovrani al dominio/controllo del capitale internazionale, lo hanno dichiarato eminenti personalità autorevoli nel corso della storia più o meno contemporanea. Ad esempio:

LUIGI SPAVENTA (nel 1978): “Col vincolo valutario dello SME, l’Italia subirà una perdita di competitività che la indurrà a deflazionare la sua economia con conseguente perdita di esportazioni, di occupazione e di reddito (e dunque di PIL).” [Cit. Luigi Spaventa]

GIORGIO NAPOLITANO (nel 1978): “Il sistema EuroMonetario SME invece di garantire lo sviluppo dei paesi a moneta debole (come l’Italia), serve a garantire lo sviluppo dei paesi a moneta piu’ forte (come la Germania).” [Cit. Giorgio Napolitano]

Come osservano Spaventa e Napolitano l’Unione EuroMonetaria a cambi fissi va a favorire sistematicamente i paesi forti come la Germania caratterizzati da un valore del cambio elevato e inflazione bassa, a scapito di quelli più deboli come l’Italia che presentano cambio basso e inflazione più alta.
Va sottolineato che la forza di una valuta non riflette necessariamente una forza in senso assoluto di una nazione, ma spesso ne rispecchia il tipo di modello economico attuato:
Ad esempio un paese promotore di una economia di tipo sociale come l’Italia, solitamente ha una moneta meno forte di un paese come la Germania che adotta modelli economici di tipo più mercantilistico.
Non va dimenticato che la Germania aveva tonnellate di debiti di guerra da pagare e per questo il suo modello economico era volto espressamente alle esportazioni, cosa che induce fisiologicamente al rafforzamento dei suoi parametri.
Dunque l’Unione Euro Monetaria andava a vantaggio della Germania (e dei paesi centrali in genere) e a scapito di quelli periferici, Italia in primis.
La dinamica del cambio fisso è la seguente:
Le valute vengono ancorate fra di loro laddove la valuta più forte ne diventa quella di riferimento (è la formula del sistema monetario coloniale).
I paesi forti grazie al cambio fisso tendono a ribassare il valore della loro valuta e riescono così indebitamente a sopraffare gli altri Stati-membri deboli i quali viceversa si ritrovano col loro cambio rivalutato al rialzo.
In questo modo i paesi forti riescono a piazzare più agevolmente le loro merci sui mercati, col vantaggio ulteriore che la loro moneta non si apprezza più come dovrebbe essere in regime di mercato libero, ma resta competitiva in quanto vincolata alle altre monete più deboli componenti l’unione monetaria.
E’ così che i paesi più deboli si vedono costretti ad adottare politiche economiche volte a difendere il cambio che si sono impegnati a mantenere.
Tali politiche però sono anche controproducenti per gli Stati deboli che le devono attuare e così ecco che si rimane intrappolati in un circolo vizioso in cui i forti sono sempre più forti e i deboli sempre più deboli.
Il secondo Serpentone Monetario Europeo resterà in vigore fino al 1992, anno in cui la Lira e la Sterlina usciranno in seguito ad un attacco speculativo operato dallo speculatore finanziario George Soros (la Lira vi rientrerà poi nel 1999).

 

 

DIVORZIO TRA TESORO E BANCA D’ITALIA (1981):

Evento che determinò (per mano di Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi nel 1981) la perdita del controllo da parte del governo italiano sui tassi d’interesse dei propri Titoli di Stato.
Il Divorzio Tesoro-BankItalia, combinato con l’adesione dell’Italia al SistemaEuroMonetario (SME), rappresentano insieme la vera causa dell’esplosione del debito publico italiano negli anni a venire, ATTENZIONE: benchè la spesa primaria italiana risultà sempre in linea se NON addirittura al di sotto della media europea (vedi pag. Storia: Divor. Tes.-BankItalia).

PER RICAPITOLARE: Il Divorzio tra Tesoro e BankItalia causò:
A) – L’aumento esponenziale del DEBITO PUBBLICO.
B) – L’aumento della disoccupazione.
C) – La diminuzione dello sviluppo produttivo.
I responsabili di questo, furono:
– CARLO AZZELIO CIAMPI,
– BENIAMINO ANDREATTA.
Alla luce di tutto ciò, è facile comprendere cosa si sarebbe dovuto fare negli anni a venire per ripristinare il corretto funzionamento del sistema economico e riqualificare l’economia della nazione, ma soprattutto, cosa non si sarebbe dovuto fare.
Si leggano attentamente le voci a seguire.

 

 

RIUNIFICAZIONE DELLA GERMANIA (1989):

Nel 1989 cade il muro di Berlino.
Con la caduta del muro cessò l’equilibrio vigente tra i 2 estremi contrapposti:
– Comunismo.
– Liberismo.
L’equilibrio tra comunismo e liberismo era esattamente quello che dalla fine della 2^guerra mondiale aveva consentito a tutti gli Stati di disporre di un modello economico intermedio misto tra comunista e liberista, il quale aveva reso possibile lo sviluppo e l’emancipazione dell’intera umanità come mai avvenuto prima.
Ma la caduta del muro significava anche un altra cosa:
La riunificazione della Germania.
Come spiega l’ex-direttore generale del Ministero del Bilancio Nino Galloni, alla fine degli anni ’80 in seguito alla caduta del muro di Berlino, l’allora cancelliere Helmut Kohl si trovò a dover scendere a patti per ottenere  la concessione di poter riunificare la Germania.
La Francia, rappresentata da Mitterrand, spinse così il cancelliere ad accettare l’abbandono del Marco in luogo della moneta unica Euro, in cambio del via libera per procedere alla riunificazione dello Stato tedesco.
Tale proposta però sarebbe stata accettata da Kohl a delle specifiche condizioni:
Quella per cui l’Italia avrebbe dovuto intraprendere un mirato processo di deindustrializzazione volto ad impedire di fatto che la stessa potesse sopraffare per mezzo delle sue temute imprese produttive, gli altri paesi membri, Germania in primis.
Ed è esattamente ciò che accadde.

 

 

SORPASSO ECONOMICO: ITALIA QUARTA POTENZA MONDIALE (1991):

Il termine sorpasso venne coniato per indicare il superamento del PIL italiano rispetto a quello degli altri competitors mondiali.
Il 15 maggio 1991 il ministro degli Esteri Gianni De Michelis rese noto che, secondo il rapporto messo a punto dalla società Business International (società del gruppo dell’Economist, fra i più autorevoli periodici finanziari ed economici del mondo) e inviato da De Michelis anche al presidente del Consiglio Giulio Andreotti, l’Italia era diventata la quarta potenza industriale del mondo, davanti alla Francia e alla Gran Bretagna (il computo non includeva l’URSS, che peraltro era ormai al collasso).
Secondo questo rapporto del Business International, nel ’90 l’Italia era diventata la quarta nazione più industrializzata del mondo dopo Stati Uniti, Giappone e Germania. Il PIL a prezzi correnti del Bel Paese (il prodotto interno lordo, cioè la somma dei beni e servizi finali prodotti sul territorio), infatti, era arrivato a 1.268 miliardi di dollari, contro i 1.209 della Francia e i 1.087 della Gran Bretagna.
Questo risultato era il frutto dell’applicazione del modello economico costituzionale italiano caratterizzato da politiche economiche spiccatamente keynesiane, in cui lo Stato, a differenza del modello liberista attuale, era chiamato a svolgere la fondamentale funzione di volano, quale spinta sostanziale dell’intero sistema.
Fino agli anni ’90 infatti, lo Stato italiano era saldamente in possesso di tutti i suoi principali asset strategici quali (in ordine alfabetico):
Alimentari,
Banche,
Moneta,
Energia,
Sanità,
Telecomunicazioni,
Trasporti,
oltre che istruzione, giustizia nonchè qualsiasi servizio primario in genere di pubblica necessità.
I dati economici storici dunque parlano chiaro:
Fino a che lo Stato italiano ha attuato il suo modello, il paese ha continuato a progredire.
Poi, da quando a partire dagli anni ’90 in avanti, lo Stato italiano ha smesso di attuare il modello costituzionale, sostituendolo con quello liberista delle privatizzazioni di tutti i propri asset strategici, e delle politiche restrittive di avanzo primario (vedi voce “Avanzo primario” nella pag “Definizioni, l’ABC“), il paese ha intrapreso la via dell’inesorabile declino (vedi voce “PREPARAZIONI DEGLI STATI MEMBRI ALL’INGRESSO NEL SISTEMA EUROMONETARIO 1992-2002”).

 

 

IL CASO TANGENTOPOLI (1992) www.youtube.com/watch?v=E1f0G2BSKRI:

Nel 1992 (l’inchiesta iniziò ufficialmente il 17 febbraio) ebbe luogo la così detta vicenda “mani pulite” che sancì di fatto il crollo della prima repubblica, spazzata via da una pioggia di inquisizioni per tangenti, e il passaggio alla seconda, la quale traghettò di fatto (per mano della sinistra italiana e dei relativi governi tecnici) l’Italia in Europa.
Quello che si vuole sottolineare in questo contesto, è il particolare aspetto per cui ad essere inquisiti furono stranamente in realtà praticamente solo i partiti appartenenti a specifiche fazioni (DC e PSI su tutti)  lasciando invece miracolosamente immacolato il Partito Comunista (PCI, PDS e PDI).
Come spiega il giornalista Paolo Barnard in un’intervista fatta a Gherardo Colombo, era risaputo come le così dette mazzette nei partiti comunisti dell’epoca, fioccassero tanto quanto, se non di più che negli altri partiti, eppure nonostante ciò, dichiara Colombo, gli imprenditori si presentavano inspiegabilmente a denunciare solo ed esclusivamente DC e PSI lasciando illesi i partiti di sinistra.
Sempre Barnard (come anche altri autorevoli storici), spiega che con la fine dell’Unione Sovietica l’interesse degli USA nei confronti dell’Italia si ridimensionò profondamente, trasformandosi da interesse di tipo militare strategico, a interesse puramente economico: In questo senso la classe politica italiana della prima repubblica fino a quel momento si era dimostrata poco incline al mantra delle privatizzazioni e dei liberi mercati, facendo così maturare la prospettiva “atlantica”, di promuovere una nuova classe politica che cominciasse invece ad aprire l’economia nostrana ai business dei mercati internazionali, a partire dall’allentamento di quelle specifiche restrizioni che proteggevano di fatto l’economia italiana dai così detti CAPITAL FLIGHT, cioè quella particolare tecnica finanziaria che, mediante lo spostamento di grosse somme di denaro/capitali, consente di attuare i famigerati “ATTACCHI” SPECULATIVI (ovvero esattamente quello specifico strumento che, dopo quello militare,  sta alla base dei grandi “giochi di potere”).
I partiti della sinistra, in Italia come anche in altri paesi d’Europa, furono proprio quelli che in effetti si adoperarono a compiere esattamente questo tipo di mutazioni snaturando peraltro totalmente quella che invece sarebbe dovuta essere la vera natura di un partito di sinistra, cioè quella di promuovere un rafforzamento dello Stato e non l’indebolimento dello stesso.

Nota Bene: lo stesso Di Pietro in seguito dichiarerà che l’operazione “Mani Pulite” fu bloccata da un intervento dei servizi segreti (deviati) allorchè stavano per inchiodare la sinistra (la stessa di Napolitano, Prodi, Ciampi, Dini, Amato, D’Alema, & Co, cioè i cruciali personaggi che poi successivamente condussero a turno la preparazione dell’Italia nell’ingresso nell’Euro nelle modalità accennate qui di seguito). Vedi pag “Testimonianze storiche“.

 

 

OPERAZIONE BRITANNIA (1992):

Progetto per la deindustrializzazione dell’Italia promosso nel 1992  dai principali esponenti della City (cioè il mondo finanziario londinese/internazionale, Goldman Sachs in primis), sull’omonimo panfilo della corona inglese (il giorno esatto dell’incontro fu il 2 giugno 1992, sul web in merito a questo cruciale evento si trovano decine e decine di riferimenti, articoli, notizie, descrizioni, testimonianze,…).
L’operazione fu pianificata e poi attuata con la complicità dei manager pubblici italiani rappresentanti del governo di allora, e personaggi che poi sarebbero diventati ministri o direttori generali nei governi AMATO, DINI, CIAMPI, PRODI, D’ALEMA nonché l’attuale presidente della BCE MARIO DRAGHI (da notare, per gli amanti dei complotti, che sia Prodi che Draghi erano, e sono tutt’ora, uomini di Goldman Sachs, ovvero la banca che più di tutte beneficiò delle acquisizione derivate dagli accordi stabiliti sul Britannia) .
Gli accordi europei prevedevano ed hanno determinato la progressiva deindustrializzazione del nostro paese nonchè la svendita dell’Italia attraverso la cessione dei principali asset pubblici (Autostrade, Autogrill, Eni, Enel, Telecom, IRI, Comit, IMI, INA, industria siderurgica, industria alimentare ecc. ecc.) che avrebbero dovuto sostenere il bilancio economico dello Stato negli anni a venire.

ATTENZIONE: La privatizzazione delle banche italiane (“contenute” nell’IRI smantellata da Prodi e Co.) comportò la sistematica privatizzazione di BankItalia.

NOTA BENE: Negli anni 90 i governi di centro sinistra procedettero a privatizzare gran parte delle imprese pubbliche sostenendo che tali asset così detti “carrozzoni” appesantivano il bilancio statale, mentre i dati ci dicono al contrario che proprio quei “carrozzoni”, come visto nel grafico della produzione industriale presente nella pag. “Grafici dimostrativi“, erano quelli che fino a quel momento, avevano consentito al nostro paese di primeggiare nella classifica della produzione industriale fra tutti i paesi d’Europa.

Link utili per OPERAZIONE BRITANNIA:

 

 

OMICIDI DEI GIUDICI FALCONE E BORSELLINO (1992):

Un altro evento che contribuì a determinare la svolta cruciale che a partire dal “fatidico” 1992 caratterizzò il destino del nostro paese, è sicuramente rappresentato dagli omicidi dei due giudici antimafia.
E’ di rilevante importanza osservare l’anno in cui i 2 magistrati vennero uccisi: il 1992.
Il ’92 fu un anno cruciale per il nostro paese in quanto nel ’92 avvennero una serie di eventi che insieme modificarono radicalmente la storia da li per tutti gli anni a venire.
Il ’92 è l’anno del Trattato di Maastricht, sempre in quell’anno cade la prima repubblica socialista a favore della seconda neoliberista, ed è anche l’anno in cui si tiene la cruciale assemblea sul Britannia.
Va ricordato che le forze alleate hanno sempre mantenuto un controllo strategico sulla nostra nazione mediante le 3 braccia operative presenti sul nostro territorio:

  • Gladio,
  • Mafia
  • P2.

L’intreccio stretto di questo tridente è alla base di tutte le destabilizzazioni susseguitesi dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, a partire dalle stragi di Stato, passando da Enrico Mattei, Aldo Moro, nonchè la stessa tangentopoli scoppiata proprio nel ’92.
I 2 giudici nello specifico stavano indagando molto a fondo per quanto riguarda il braccio della mafia, ed erano arrivati ad un punto di comprensione dell’intreccio (con le sue implicazioni internazionali) che è testimoniato in modo esplicito dalle loro stesse dirette dichiarazioni rilasciate prima della loro morte.
Per questo furono fatti saltare, e le loro indagini furono insabbiate (vedi il caso dell’agenda rossa di Borsellino).
Sono molti gli elementi che evidenziano la presenza di forze paramilitari internazionali nella vicenda, primo fra tutti l’esplosivo, che per la sua mole imponente di quantità, non poteva altro che esseere di fornitura strettamente militare, e Gladio era un esercito “segreto” paramilitare direttamente controllato dagli USA e le forze alleate/NATO, verificare per credere.

NOTA BENE:  Il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso afferma che,

PIERO GRASSO: “La mafia non era la sola ad avere interesse ad eliminare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e gli attentati hanno aperto la strada ad una nuova entità politica”.

Quando si afferma che gli attentati hanno aperto la strada ad una nuova entità politica, significa che a volere il cambiamento della governance pubblica/statale italiana non poteva essere lo Stato italiano medesimo, essendo che lo Stato italiano non può cospirare contro se stesso, ma bensì una componente necessariamente esterna che doveva per logica dei fatti essere interessata a sostituire la governance italiana corrente (1^ Repubblica SOCIALISTA) con un’altra di differente connotazione (2^ Repubblica NEO-LIBERISTA).

CITAZIONE STORICA: Sia Falcone che Borsellino individuarono e segnalarono in più occasioni, la presenza di punti di collegamento/congiunzione fra i vertici di cosa nostra ed altri non precisati poteri esterni, definiti dai due magistrati “Centri occulti di potere che hanno altri interessi”;  in un’intervista Falcone parlò di “Menti raffinatissime che cercano di orientare certe azioni della mafia”, quasi a voler trasmettere un riferimento implicito alla parola INTELLIGENCE, si veda  a tal proposito il video su youtube intitolato “La trattativa”.

 

 

ADESIONE AL TRATTATO DI MAASTRICHT (1992):

Agli inizi degli anni ’90, l’italia in seguito ad “Divorzio” si ritrova ad essere il paese col debito pubblico più alto al mondo.
Col debito alle stelle, viene proposto l’accordo di adesione al sistema monetario europeo, ovvero un sistema monetario in cui uno Stato deve prendere in prestito una moneta per lui estera, ad un tasso di interesse che varia in funzione del debito che lo stato possiede.
Ovviamente per l’Italia sarebbe una scelta suicida.
La prima Repubblica in effetti è Euro-scettica.
Puntualmente scoppia Tangentopoli, la prima Repubblica EuroScettica cade, e viene sostituita da una seconda Repubblica EuroFavorevole, composta da importanti esponenti della sinistra miracolosamente scampati alla vicenda Mani Pulite.
Così ad ottobre del 1992, viene ratificato dal governo tecnico Amato (subentrato in seguito a tangentopoli) il Trattato di Maastricht , con cui l’Italia cede completamente la sua sovranità monetaria ad una Banca Centrale indipendente dalla democrazia, la BCE.
Con l’adozione dell’Euro gli Stati membri privati della loro capacità di emissione, non saranno più in grado di aggiungere autonomamente risorse monetarie/finanziarie alla propria economia, ma dovranno in questo caso recuperarle:
– o sottraendole ai propri cittadini/ aziende mediante le TASSE,
– o prendendole in prestito sul mercato dei capitali privati mediante la vendita dei TITOLI DI STATO (cercando di far figurare un basso rapporto di debito/ pil per poter ottenere dai mercati tassi di interesse più vantaggiosi),
– o sottraendole alle altre nazioni mediante le esportazioni.
Tuto questo considerando il fatto che l’unioneMonetaria:
– Favorisce i paesi-membri caratterizzati da cambio pesante e inflazione bassa (come quelli del NordEuropa).
e
– Sfavorisce i paesi-membri caratterizzati da cambio leggero e inflazione alta (come quelli del SudEuropa).
Ciò comporta nel SistemaEuroMonetario:
– I paesi forti diventano sempre più forti.
mentre
– I paesi deboli diventano sempre più deboli.

 

 

USCITA DALLO SME (1992):

Nel ’92 un attacco alla Lira e alla Sterlina condotto dallo speculatore Soros, fa uscire l’Italia e la Gran Bretagna dal Sistema Euro Monetario (SME).
Dopo oltre un decennio di blocco valutario (seppur all’interno di bande di oscillazione) che provocava alterazioni ai valori effettive delle monete partecipanti all’Unione, la Lira riacquisisce il suo valore reale nei confronti del Marco tedesco, ovvero, il Marco tedesco riacquisisce il suo valore reale nei confronti della Lira.
Risultato:
La lira svaluta di circa il 20, 25, 30% (a seconda della valuta che si prende come riferimento), e la Germania si ritrova anch’essa col suo Marco viceversa rivalutato.
Ciò consentirà da una parte agli speculatori di realizzare lauti profitti al momento del passaggio da ECU a Lira, ma dall’altra ridarà negli anni seguenti ossigeno ad una economia italiana rimasta a lungo soffocata da un cambio sfavorevole, e tassi sui suoi titoli estremamente elevati.
L’Italia farà rientro nello SME nel 1996.

NOTA BENE: Le Banche d’affari presenti sul Britannia, Goldman Sachs in primis, grazie alla svalutazione della Lira del 30%, riusciranno ad impadronirsi di tutti i principali asset strategici italiani già di per se svenduti a prezzi largamente sminuiti, beneficiando di un ulteriore sconto (30% appunto) ottenuto mediante l’attacco speculativo. I nomi dei principali artefici dell’operazione di svendita del patrimonio pubblico sono: Romano Prodi (Goldman Sachs), Mario Draghi (Goldman sachs), Massimo D’Alema (“il peggiore di tutti”, [Cit. Paolo Barnard]).

ATTENZIONE: L’uscita dell’Italia dallo SME è di cruciale importanza dal momento che di fatto è la rappresentazione fattuale di ciò che avverrebbe realmente nel momento in cui l’Italia dovesse sganciarsi dall’Unione Monetaria Europea odierna.
Vedi pag “SME ed ECU“.

 

 

PREPARAZIONE DEGLI STATI MEMBRI ALL’INGRESSO NEL SISTEMA EUROMONETARIO (1992-2002):

Col debito pubblico alle stelle a causa del DIVORZIO in regime di SME (e non di casta e sprechi come viene ripetutamente propinato dai media), viene proposto l’Euro, ovvero un sistema monetario basato su moneta estera da prendere in prestito ad un tasso di interesse che varia a seconda dela dimensione del debito che uno Stato possiede.
Lo stesso buon senso suggerisce che in una condizione debitoria come la nostra, l’ingresso in un sistema del genere sarebbe a dir poco suicida..
La prima repubblica infatti non accetta, e puntualmente arriva tangentopoli .
Ora si presti attenzione a queste congetture:
Il Trattato di Maastricht è datato 1992.
Nel ’92 si susseguono i seguenti eventi:
– 1) TANGENTOPOLI: cade la prima repubblica Euro-scettica, rimpiazzata dalla seconda Euro-favorevole.
– 2) Si tiene la cruciale assemblea del BRITANNIA.
– 3) Attacco speculativo alla Lira (deciso sul Britannia).
– 4) Saltano per aria i giudici FALCONE e BORSELLINO mentre stavano indagando su “Menti raffinatissime dietro la mafia, facenti capo a centri occulti di potere esterni che hanno altri interessi..” (CIT. Giovanni Falcone in implicito riferimento all’interconnessione fra MAFIA, GLADIO/SERVIZI SEGRETI DEVIATI e P2); lo stesso Di Pietro in seguito dichiarerà che l’operazione “Mani Pulite” fu bloccata da un intervento dei servizi segreti (deviati) allorchè stavano per inchiodare la sinistra (la stessa di Napolitano, Prodi, Ciampi, Dini, Amato, D’Alema, & Co, cioè i cruciali personaggi che poi successivamente condussero a turno la preparazione dell’Italia nell’ingresso nell’Euro nelle modalità accennate qui di seguito).
Il resto degli anni ’90 successivi trascorrono all’insegna delle dismissioni pubbliche da parte dello Stato italiano nei suoi principali asset strategici quali Telecomunicazioni, Banche/Bankitalia. ecc. così come stabilito sul BRITANNIA dai personaggi della seconda repubblica sopra elencati, tutti presenti sul panfilo (Mario Draghi compreso) insieme alla finanza londinese/internazionale.
Da notare che la Germania in parallelo nello stesso periodo operava nella direzione opposta, investendo milioni di Marchi a rafforzamento dei suoi principali asset (trattasi di vere e proprie strategie di guerra): le banche tedesche manco a dirlo restano saldamente sotto il controllo pubblico, strategia fondamentale in un sistema Euro basato sui finanziamenti bancari.
L’Italia giunge alla fine degli anni ’90 gambizzata (e soprattutto senza controllo sul suo comparto bancario), la Germania, ma anche la Francia, all’opposto restano ben corazzate .

NOTA BENE: Si vuole far notare la portata dell’importanza strategica da parte di uno Stato nel poter disporre del controllo sulle proprie banche (a maggior ragione nel momento in cui un altro Stato non può disporre della stessa facoltà).
Abbiamo detto che nell’Euro gli Stati prendono in prestito i soldi dalle banche offrendo in garanzia i loro Titoli.
Dunque il mercato dei Titoli è gestito dalle banche, ergo, sono le banche che possono comprare e vendere i suddetti Titoli.
E’ facile intuire che se uno Stato possiede le sue banche, esso sarà in grado di “comandare” alle stesse l’acquisto o meno dei vari titoli sul mercato, sia che si tratti di Titoli nazionali, che esteri.
ATTENZIONE: Questo vuol dire poter fare scendere i propri tassi, e poter fare salire quelli degli altri secondo i propri interessi (un esempio emblematico è stato l’attacco allo spread per far cadere i governi di Italia e Grecia nel 2011). Stiamo parlando cioè di un divario che è assoluto.
La rivista “GEOPOLITICA”  fornisce un quadro delle differenti posizioni bancarie relative ai diversi paesi-membri con queste parole:
“A partire dall’assetto quasi completamente privato del sistema bancario, la condizione italiana è nettamente svantaggiosa. Il controllo pubblico delle banche nei primi anni ’90 era al 74,5%, contro il 61,2% della Germania, ed il 36% della Francia. Dopo le privatizzazioni la proprietà pubblica nelle banche italiane (e indirettamente nella Banca d’Italia) è stata quasi totalmente annullata mentre Germania e Francia hanno mantenuto rispettivamente nel sistema bancario una quota del 52% e 31% (attualmente ancora più alte N.d.A). Alla luce anche della mancata nazionalizzazione del MPS, le implicazioni di questo assetto privato del sistema bancario italiano sono degli oneri sempre più gravosi per lo Stato ed un minore margine di manovra per incentivare lo stimolo dell’economia reale.” (Enrico Ferrini – GEOPOLITICA).

 

 

RIAGGANCIAMENTO DELLA LIRA ALL’UNIONE EUROMONETARIA (1999):

Da settembre 1992 a dicembre 1998 l’Italia è fuori dal sistema EuroMonetario.
Poi nel 1996 Prodi firma per riagganciare l’Italia all’Unione EuroMonetaria a partire dal 1999, anno della istituzione dell’Euro in veste virtuale, veste che poi diventerà effetiva dal 1 gennaio 2002.
Con il riagganciamento della Lira all’Unione EuroMonetaria
– i listini prezzi italiani ritornano a subire un rincaro,
mentre
– i listini prezzi tedeschi ritornano a godere di uno sconto.
A causa di ciò,
– la bilancia commerciale italiana passa dal verde al rosso,
viceversa
– la bilancia commerciale tedesca passa dal rosso al verde.
Vedi pag. Dimostraz. dentro/fuori Euro.

 

 

PARTENZA DELL’EURO (2002):

Arriva l’Euro.
Nessuno è in grado di codificarlo .
Trattasi di un Marco tedesco travestito da moneta unica: serve ai tedeschi per mantenere il loro cambio bloccato alle altre valute evitandone il rincaro dovuto alle loro esportazioni.
Conseguenza: i listini del “Made in Italy” a partire dal 1 gen 2002 si impennano, quelli del “Made in Germany” si scontano, grazie all’Euro/Marco che trucca il tavolo da gioco.
La bilancia commerciale Import-Export dell’Italia passa da un giorno all’altro dal pieno verde al rosso raccontandoci che è colpa di nostre inefficienze; la bilancia della Germania vira viceversa dal rosso al verde raccontandoci che loro sono virtuosi.
Mentono!
Il trucco sta nel cambio e nella differente posizione di controllo sui propri asset strategici (banche in primis).
L’Euro viene imposto all’attenzione dell’opinione pubblica al motto che “per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande”, e tutti lo accettano disconoscendo di sapere che ci vuole invece un grande pennello (ergo, una grande moneta competitiva come lo era per noi la Lira).
Il giornalista Paolo Barnard descrive l’Unione Euromonetaria con una metafora mirabile:
E’ come se un istituto delle poste impiegasse a lavorare 18 postini (gli Stati membri dell’UE) a cui però fornisce in dotazione un unico numero di scarpe uguale per tutti, ad esempio il 46.
A quel punto i postini che calzeranno bene quel numero correranno più velocemente e faranno di conseguenza più consegne, gli altri più sfortunati arrancheranno in misura pari al livello di differenza che il loro piede presenta col numero in dotazione.
In aggiunta, accadrà che più i postini andranno avanti nel lavoro con la scarpa sbagliata, e più i loro piedi si andranno a lesionare a causa delle vesciche che si produrranno di conseguenza, pregiudicandone via via la relativa performance.
In tal modo il postino col numero di scarpa giusto, riuscirà progressivamente a sopraffare i suoi competitor diretti, scalzandone indebitamente il lavoro coi rispettivi guadagni.
Inutile dire che la scarpa sia stata fatta su misura del piede della Germania e all’Italia calza malissimo.
Con l’Unione Monetaria accade esattamente la stessa cosa:
l’economista storico francese Alain Parguez in merito all’adozione da parte delll’Italia della valuta unica Euro, pronuncia le seguenti parole:
Alain Parguez: “Come si poteva distruggere l’economia italiana? Imponendo una rivalutazione della valuta; e quando l’Italia decise di adottare l’euro [imposto da Prodi, N.d.R.], questo avvenne in concomitanza con la decisione di una rivalutazione di almeno il 45% dei prezzi; perciò, di colpo, gli italiani non potevano più esportare al di fuori dell’eurozona.
Mi fa ridere quando la gente dice: “Ma se lasciamo l’euro come facciamo? Sarà un incubo”.  Non hanno capito nulla….  L’italia è stata completamente distrutta dall’euro!”

 

 

LA GRANDE RECESSIONE – CRISI SUB PRIME (2007):

In seguito alle deregolamentazioni delle banche e dei mercati finanziari, nel 2007 scoppia la crisi passata alla storia con l’appellativo di “Crisi Sub Prime” (vedi pag Banche e crisi ).
Le modalità della crisi seguono le stesse già descritte nella voce “LA GRANDE DEPRESSIONE (1929)”.
Trattasi di una crisi di DEBITO PRIVATO, ma la propaganda neoliberista che notoriamente difende il sistema privato a scapito di quello pubblico, ha fatto in modo che l’attenzione dell’opinione pubblica si depistasse sui DEBITI PUBBLICI e in particolar modo, quelli dei paesi così detti PIIGS.
Il così detto “socialismo al limone” è quello per cui i profitti sono privati, ma le perdite si socializzano.
E’ così che le elites finanziarie, dopo aver intascato in maniera fraudolenta moli spropositate di proventi, hanno potuto far pagare il conto salato dei loro abusi alla collettività, ovvero agli Stati.
Gli Stati coi debiti più elevati sono quindi subito stati presi di mira, e sottoposti ad austerità.

NOTA BENE: Da osservare che Prodi in tempi non sospetti predisse: “Un giorno ci sarà una crisi…” seguito da Monti che a sua volta rivelò: “Le crisi e le gravi crisi servono a creare strumenti di coercizione per obbligare gli Stati a cedere parti della loro sovranità..”
Tradotto: Si sapeva già che con una crisi l’Euro avrebbe potuto compiere passi avanti, e la crisi Sub Prime era funzionale a questo.

 

 

GOLPE DI STATO FINANZIARIO (2011):

Nel nov. 2011 un attacco speculativo (condotto in parallelo) fa saltare 2 gov. quelli di Grecia e Italia, per sostituirli con 2 gov. tecnici stabiliti dall’Unione Europea.
I 3 attori protagonisti dell’attacco furono:

  1. – GoldmanSachs “MilanoFinanza” – “Crisi: Goldman Sachs ha innescato vendite BTP
  2. – DeuskeBank   “MilanoFinanza” – “Deutsche Bank vende l’88% dei titoli italiani
  3. – BCE       “IlSole24Ore” – “Bce frena l’acquisto di titoli di Stato

L’attacco speculativo fu giustificato dal declassamento dei Titoli da parte delle agenzie di Rating.
La procura di Trani che indagò sulla vicenda, ha sentenziato che le motivazioni del declassamento si sono dimostrate tutte false (vedi pag. Processo procura di Trani).
Che si trattò di complotto lo riferiscono gli Americani:

TIMOTHY GEITHNER: “Alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per costringere Berlusconi a cedere il potere”.

Commettere Golpe è reato (vedi pag “DENUNCIA MUSU-BARNARD“).
Qui di seguito vengono elencati gli articoli del Codice Penale infranti dagli aggressori, nonchè da tutti i loro complici (Fonte: DENUNCIA MUSU-BARNARD):

  • 9)    241 c.p. attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato;
  • 10) 270 c.p. associazioni sovversive;
  • 11) 283 c.p. attentato contro la Costituzione dello Stato;
  • 12) 287 c.p. usurpazione di potere politico;
  • 13) 289 c.p. attentato contro gli organi costituzionali;
  • 14) 294 c.p. attentato contro i diritti politici del cittadino;
  • 15) 304 c.p. cospirazione politica mediante accordo;
  • 16) 305 c.p. cospirazione politica mediante associazione.

L’accusa per tutte le cariche istituzionali italiane implicate è di:
– TRADIMENTO DELLA PATRIA e
– OLTRAGGIO ALLA COSTITUZIONE.

 

 

SEI ELEMENTI CHE AVVALORANO LA TEORIA DEL COMPLOTTO:

Trascrizione dall’omonimo video:

“Osservando il corso della storia, dalla rivoluzione industriale ad oggi, scopriamo un’affascinante serie di fatti che sembrano dimostrare la teoria del complotto, o che per lo meno la avvalòrano.

  1. – Il crescente accentramento di denaro ed altre risorse nelle mani di pochi privati come banche e grandi società multinazionali, società il cui fatturato è pari al Prodotto Interno Lordo di intere nazioni, e la cui sopravvivenza richiede di aumentare i profitti ogni anno a prescindere dal costo sociale.
  2. – La creazione di organizzazioni multilaterali di controllo che non sono nient’altro che il braccio pubblico degli interessi privati; queste organizzazioni includono la Federal Reserve, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.
  3. – L’innegabile avanzamento del processo di privatizzazione che si traduce nella sottrazione dalle mani dei cittadini di risorse naturali non rinnovabili, infrastrutture, industrie pesanti, sistema sanitario, istituzioni bancarie e corpi di polizia per consegnarli nelle grinfie delle società private affamate di profitti.
  4. – Il raggiungimento della globalizzazione culturale e finanziaria che in pratica consiste nell’imporre a tutti i paesi più deboli una cultura ed un sistema economico dominanti.
  5. – La creazione di conflitti in tutto il mondo e di nemici comuni per manipolare l’opinione pubblica ed eliminare qualsiasi forma di protesta o di contestazione, il che conduce alla perdita di molti dei diritti più elementari della democrazia.  Lo “USA Patriot act” del 2001, è un ottimo esempio:  Quando il panico dilaga, le persone tendono ad accettare più facilmente di essere controllate.
  6. –  Il punto più importante fra tutti:  I personaggi chiave di questi eventi, quelli che effettivamente prendono le decisioni e tengono le redini della politica e dell’economia dell’occidente, i capi di stato  americani, i membri delle forze armate e persino molti elettori, sono casualmente tutti riconducibili a poche società mondiali che si riuniscono a porte chiuse.”

Fonte: LINK VIDEO ORIGINALE www.youtube.com/watch?v=9KLxQuIl9o4.

 

 

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Cristian Minerva

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