Genesi dell’Euro

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Storia genesi dell’Euro in sintesi.
  1. LA GENESI DELL’UNIONE EURO-MONETARIA DESCRITTA DAI PROTAGONISTI.
  2. L’EURO NEUTRALIZZA LE SOVRANITA’ POPOLARI, E CONSENTE AI MERCATI FINANZIARE DI REGNARE SOVRANI SU TUTTI.
  3. UNIONE EUROPEA: UN PROGETTO VOLUTO E FINANZIATO DAGLI USA PER NEUTRALIZZARE LE LITIGIOSE SOVRANITA’ EUROPEE, SIN DAL 1948.
  4. LE RADICI DEGLI INTERESSI ECONOMICI CELATI DIETRO IL COSTRUTTO DELL’UNIONE EUROPEA.
  5. CRITICHE SULLE EQUIVOCHE ORIGINI DELL’UNIONE EUROPEA.
  6. LE ORIGINI OSCURE DELLA UE (dal sito “Scenari economici“).
  7. ALAIN PARGUEZ: EURO, IL NUOVO ORDINE TOTALITARISTA (dal sito “ME-MMT“).
  8. ALAIN PARGUEZ: L’ASSE FRANCO-TEDESCO E L’EURO: LA DISTRUZIONE DELL’INDUSTRIA ITALIANA (dal sito”ME-MMT“).

 

 

INTRODUZIONE: Storia genesi dell’Euro in sintesi.

Nel 1942 il ministro dell’economia del Reich aveva messo a punto il progetto Europäische Wirtschaftsgesellschaft, un piano di integrazione monetaria e industriale degli Stati europei, allora tutti sotto il tallone tedesco.
Lo stesso  progetto alla fine della seconda guerra mondiale è stato rilevato e ricalcato dagli USA vincitori della guerra, con l’intento di radunare gli Stati europei per riporli sotto l’egida del cartello finanziario internazionale presieduto dai capitali americani.
L’integrazione europea verteva su 2 fronti, militare e politico.

  • – l’aspetto militare realizzato per mezzo della NATO
  • – l’aspetto politico ottenuto per mezzo del progressivo deprivamento delle sovranità nazionali attraverso l’UnioneMonetaria (prima DollarExChangeStandard, poi EuroMonetaria).

Le implicazioni dell’integrazione degli Stati-membri sono tutte riscontrabili leggendo le dichiarazioni (in ordine cronologico) rilasciate da molteplici autorevoli esponenti politici.

 

 

1) LA GENESI DELL’UNIONE EURO-MONETARIA DESCRITTA DAI PROTAGONISTI.

RACCOLTA DI DICHIARAZIONI IN ORDINE CRONOLOGICO.

  1. LELIO BASSO (nel 1949): “OGNI PASSO AVANTI VERSO L’UNIONE EUROPEA È UN PASSO AVANTI NELLA VIA DELL’ASSOGGETTAMENTO DELL’EUROPA AL DOMINIO DEL CAPITALE FINANZIARIO AMERICANO”‬.
  2. LUIGI SPAVENTA (nel 1978): “COL VINCOLO VALUTARIO DELLO SME, L’ITALIA SUBIRÀ UNA PERDITA DI COMPETITIVITÀ CHE LA INDURRÀ A DEFLAZIONARE LA SUA ECONOMIA CON CONSEGUENTE PERDITA DI ESPORTAZIONI, DI OCCUPAZIONE E DI REDDITO (E DUNQUE DI PIL).”
  3. GIORGIO NAPOLITANO (nel 1978): “IL SISTEMA EUROMONETARIO SME INVECE DI GARANTIRE LO SVILUPPO DEI PAESI A MONETA DEBOLE (COME L’ITALIA), SERVE A GARANTIRE LO SVILUPPO DEI PAESI A MONETA PIU’ FORTE (COME LA GERMANIA).”
  4. NINO GALLONI (negli anni’90): “NELL’89/’90 LA GOVERNANCE ITALIANA NON VOLEVA PIU’ FARE QUELLO CHE POI FU FATTO: DEINDUSTRIALIZZARE L’ITALIA PER ENTRARE NELL’EURO”.
  5. JACQUES CHIRAC (nel 1996): “MONETA UNICA PER CONTROLLARE LA LIRA: CONTRARIAMENTE A QUEL CHE MOLTI PENSANO, NON SONO LE INIZIATIVE DEL SUD-EST ASIATICO AD ESSERE INQUIETANTI PER LA PRODUZIONE FRANCESE NEL TESSILE, MA È LA LIRA ITALIANA.”
  6. BETTINO CRAXI (NEL 1997): “PER NOI, NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI SARÀ UN LIMBO, E NELLA PEGGIORE DELLE IPOTESI L’EUROPA SARÀ UN INFERNO.”
  7. ZBIGNIEW BRZEZINSKI (nel 1997): “L’ EUROPA UNITA DOVEVA FUNGERE DA STRUMENTO DI COLONIZZAZIONE USA E TESTA DI PONTE VERSO IL CONTINENTE ASIATICO.” 
  8. JEAN-CLAUDE JUNCKER (nel 1999):  “PRENDIAMO UNA DECISIONE, POI LA METTIAMO SUL TAVOLO E ASPETTIAMO UN PO’ PER VEDERE CHE SUCCEDE. SE NON PROVOCA PROTESTE NÉ RIVOLTE, PERCHÉ LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE NON CAPISCE NIENTE DI COSA È STATO DECISO, ANDIAMO AVANTI PASSO DOPO PASSO FINO AL PUNTO DI NON RITORNO“.
  9. TOMMASO PADOA SCHIOPPA (nel 1999): “LA COSTRUZIONE EUROPEA È UNA RIVOLUZIONE, I RIVOLUZIONARI SONO IMPIEGATI, FUNZIONARI, BANCHIERI E PROFESSORI…. L’EUROPA NON NASCE DA UN MOVIMENTO DEMOCRATICO. L’EUROPA È NATA SEGUENDO UN METODO CHE POTREMMO DEFINIRE CON IL TERMINE DI DISPOTISMO ILLUMINATO.”
  10. ROMANO PRODI (nel 2001): “SONO SICURO CHE L’EURO CI COSTRINGERÀ A INTRODURRE UN NUOVO INSIEME DI STRUMENTI DI POLITICA ECONOMICA. PROPORLI OGGI SAREBBE IMPENSABILE. MA UN BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI, E SI CREERANNO I NUOVI STRUMENTI.” 
  11. GIULIANO AMATO (nel 2007): “LA COSTITUZIONE EUROPEA (TRATTATO DI LISBONA) È STATA RIFORMULATA SOTTO FORMA DI TRATTATO E RESA ILLEGGIBILE PER EVITARE I REFERENDUM.” 
  12. LUCIANO BARRA CARACCIOLO (negli anni’10): “L’UE E LA NATO, SONO STATE FONDATE INSIEME, AL FINE DI PRIVARE GLI STATI-MEMBRI DELLE LORO SOVRANITÀ, COSÌ DA CONSENTIRE UN ASSOGGETTAMENTO DEGLI STESSI AL POTERE SOVRA-NAZIONALE DELL’ORDINE DEI MERCATI USA.”
  13. MARIO MONTI (nel 2011): “L’EUROPA HA BISOGNO DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI AVANTI IN AMBITO DI CESSIONI DI SOVRANITÀ NAZIONALI”. 
  14. ROMANO PRODI (nel 2013): “LA GERMANIA NON HA MAI POTUTO ACCUMULARE UN SURPLUS DI ESPORTAZIONI SENZA L’UNIONE EUROMONETARIA!” 
  15. SKA KELLER (nel 2014): “SE LA GERMANIA LASCIASSE L’EURO, PERDEREMMO MOLTISSIMI POSTI DI LAVORO NEL SETTORE DELLE ESPORTAZIONI PERCHÈ NESSUNO MAI COMPREREBBE PIÙ I PRODOTTI CARISSIMI TEDESCHI POICHÈ NON CI SAREBBE PIÙ L’EURO. NON HA SENSO LASCIARE L’EURO, CREEREBBE UNA PERDITA DI POSTI DI LAVORO ENORME (IN GERMANIA).”
  16. THEO WAIGEL (nel 2015): “SE LA GERMANIA OGGI USCISSE DALL’UNIONE MONETARIA, ALLORA AVREMMO IMMEDIATAMENTE, IL GIORNO DOPO, UN APPREZZAMENTO TRA IL 20% E IL 30% DEL MARCO TEDESCO CHE TORNEREBBE NUOVAMENTE IN CIRCOLAZIONE. CHIUNQUE SI PUÒ IMMAGINARE CHE COSA SIGNIFICHEREBBE PER IL NOSTRO EXPORT, PER IL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO, O PER IL NOSTRO BILANCIO FEDERALE.“
  17. ALESSANDRO BARBERO (nel 2019): “L’UE ASSOMIGLIA DI PIÙ ALLA CORTE DI VIENNA CHE ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO DECIDEVA, E NEL LOMBARDO-VENETO SI ESEGUIVA UNA DECISIONE PRESA IN UNA LONTANA CAPITALE STRANIERA SENZA POTERCI FARE NIENTE.”
  18. DARIO FABBRI (NEL 2021): “GLI AMERICANI HANNO INVENTATO L’INTEGRAZIONE EUROPEA, L’HANNO UTILIZZATA PER DECENNI PER GESTIRE IL CONTINENTE.”
  19. JOSE’ MANUEL BARROSO (data n.d.): “L’UNIONE EUROPEA NON  È DEMOCRATICA. I PADRI FONDATORI HANNO DELIBERATAMENTE PROGETTATO UN SISTEMA IN CUI IL POTERE SUPREMO È ESERCITATO DA COMMISSARI NOMINATI CHE NON HANNO BISOGNO DI PREOCCUPARSI DELL’OPINIONE PUBBLICA.” 
  20. JOSE’ MANUEL BARROSO (data n.d.)  “L’UNIONE EUROPEA È STATA PENSATA PER ESSERE UN ANTIDOTO AI GOVERNI DEMOCRATICI. LA RAGIONE PER CUI ABBIAMO BISOGNO DELL’UNIONE È PROPRIO PERCHÈ NON È DEMOCRATICA.”
  21. JACQUES ATTALI’ (data n.d.): “NON È COLPA NOSTRA SE LA PLEBAGLIA EUROPEA È CONVINTA CHE L’UNIONE MONETARIA È STATA FATTA PER LA LORO FELICITÀ!” 

e altre prossimamente a seguire…

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

2) L’EURO NEUTRALIZZA LE SOVRANITA’ POPOLARI, E CONSENTE AI MERCATI FINANZIARE DI REGNARE SOVRANI SU TUTTI.

SENZA L’EURO GLI STATI SOVRANI A COSTITUZIONE DEMOCRATICA, SONO PRESIEDUTI DAI POPOLI, MENTRE CON L’EURO DAI MERCATI FINANZIARI (ANGLO-AMERICANI).

Dalla fine della 2^Guerra mondiale fino al 1971 gli USA poterono controllare tutti gli Stati occidentali in virtù del sistema monetario coloniale basato sul Dollaro, deciso nel 1944 a BrettonWoods.
Poi, nel 1971 il Presidente Nixon pose fine al sistema di Bretton Woods, cessando la convertibilità del Dollaro con l’oro.
A partire da quel momento tutte le valute diventarono Fiat a tasso di cambio fluttuante.
ATTENZIONE: Con la valuta sovrana fiat, significa che ciascuno Stato poteva/può decidere da se in modo sovrano senza essere sottoposto al fuoco dei mercati finanziari, giacchè lo Stato monetariamente sovrano NON ha bisogno di dover prendere in prestito la sua stessa valuta di cui è monopolista (NB: ciò accade grazie al fatto che la Banca Centrale nazionale si comporti da “Compratrice di ultima istanza” dei Titoli di Stato).
Dopo lo scioglimento del Sistema Monetario Coloniale americano, la scelta giusta e democratica a questo punto (negli anni ’70) sarebbe stata rappresentata dall’introduzione del sistema monetaro globale Bancor, così come proposto già nel 1944 da Keynes (vedi pag Bancor).
Ma gli USA sono sempre stati consapevoli sin dal 1944 che col Bancor NON avrebbero più potuto esercitare la loro egemonia, men che meno l’avrebbe potuta esercitare l’Ordine dei mercati finanziari.
Per tale ragione sin dalla fine della 2^guerra mondiale, gli USA hanno sempre operato per promuovere una Unione EuroMonetaria che consentisse loro, o meglio, consentisse all’Ordine dei mercati finanziari americano, di continuare ad esercitare un controllo sugli Stati d’Europa nonostante la fine del sistema monetario coloniale Dollar ExChange Standard.
Questa è la vera funzione del Sistema EuroMonetario, come dichiarato dalle stesse personalità autorevoli del tempo (Lelio Basso, Luigi Spaventa e Giorgio Napolitano in primis).
Gli USA (con la loro Cupola finanziaria) furono il paese che spinse maggiormente per proseguire il progetto di unificazione europea iniziato dalla Germania nazista, ovvero il progetto Europäische Wirtschaftsgesellschaft, un piano del 1942 di integrazione monetaria e industriale degli Stati europei sottoposti al tallone tedesco.
Si trattava però di convincere tutti gli Stati Europei ad aderire.

NINO GALLONI: “L’asse Franco-Tedesco accettò a patto di poter trarre vantaggio dall’Unione monetaria, ovviamente a scapito di tutti gli altri Stati, Italia in primis” (Cit. Nino Galloni).

Il vantaggio era determinato dal fatto che l’Unione monetaria era strutturata per avvantaggiare i paesi caratterizzati da cambio pesante (ovvero i paesi colonizzatori), a scapito di quelli caratterizzati da cambio leggero (ovvero i paesi colonizzati).
In oltre un secondo vantaggio derivava dal fatto che mentre Francia e Germania potevano continuare a possedere il controllo dei principali asset pubblici strategici, banche in primis, l’Italia e gli altri Stati ne venivano privati a mezzo di privatizzazione; in più la Francia sapeva di poter contare sul Jolly del suo sistema monetario coloniale Franco CFA, strumento che le avrebbe consentito di “galleggiare” più facilmente nel Sistema EuroMonetario.
Siccome il sistema EuroMonetario sarebbe stato interamente dominato dai mercati finanziari (i veri sovrani dell’Europa), e siccome i mercati finanziari sono in mano a Wall Street e alla City di Londra, da qui capiamo l’interesse di USA e UK nel sostenere la moneta unica privata Euro (ragione per cui il polo finanziario londinese ha cercato in tutti i modi di evitare la Brexit).
Una volta innescato il sistema EuroMonetario, si va innescando un meccanismo che si auto alimenta, (OrdoLiberismo) il quale andrà inducendo progressivamente  tutti gli Stati ad attuare una serie di riforme con lo scopo di dissolvere gli Stati sovrani per sostituirli con un nuovo sistema NeoLiberista in cui i mercati e la finanza regnano sovrani.
Questo è l’Euro, così come scaturisce dai fatti.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti: Modern Money Theory

 

 

3) UNIONE EUROPEA: UN PROGETTO VOLUTO E FINANZIATO DAGLI USA PER NEUTRALIZZARE LE LITIGIOSE SOVRANITA’ EUROPEE, SIN DAL 1948.

NEL 1948 VENNE CREATO DAGLI USA IL COMITATO AMERICANO PER L’EUROPA UNITA.

L’origine del progetto UE, è scritta nero su bianco nei documenti dell’intelligence Usa venuti alla luce grazie al ricercatore della Georgetown University Joshua Paul e ripresi dal Telegraph in un articolo del 2000:

Nel 1948 venne creato il Comitato Americano per l’Europa Unita (ACUE), guidato dall’ex capo dell’OSS (poi CIA) William J. Donovan e da Allen Dulles, poi capo della Cia. [1]

Il Comitato, attraverso finanziamenti delle fondazioni Rockefeller e Ford, aveva il compito di sostenere e indirizzare la campagna per l’integrazione politica europea in chiave anti-comunista, in particolare finanziando il Movimento Europeo e la Campagna Giovanile Europea. [1]

Secondo questi documenti desecretati, il Comitato disponeva a metà degli anni ’50 di circa 1 milione di dollari all’anno; nel 1958, per esempio, fornì il 53.5 per cento dei fondi del Movimento.

Fu ad esempio un memorandum del 26 luglio 1950 firmato dal generale Donovan a dare istruzioni per mettere in atto una campagna per promuovere la creazione del Parlamento europeo. [2]

Non si tratta quindi di complottismo, ma semplicemente della dimostrazione di una lucida e dichiarata strategia politica dell’imperialismo statunitense, accettata da gran parte delle classi dirigenti europee, che ha accompagnato sin dalle origini il mitico progetto comunitario.

Come scrive Brzezinski:

BRZEZINSKI: “L’ Europa unita doveva fungere da strumento di colonizzazione Usa e testa di ponte verso il continente asiatico.” [3]

È del resto ancora Altiero Spinelli (co-autore del Manifesto di Ventotene), con encomiabile schiettezza, a darne conferma nel suo Diario descrivendo il suo viaggio negli Usa del 1955 (per promuovere l’UE):

ALTIERO SPINELLI: “Assai più interessante è stato l’incontro con Richard Bissell – Central Intelligence Agency.
Ha mostrato subito un assai vivo interesse per i miei piani, ed ha promesso di intervenire presso Donovan e presso la Ford Foundation. […] Ho visitato Donovan. Era presente anche Hovey, Executive Director dell’American Committee on United Europe […] entrambi entusiasti del mio piano. Donovan si è impegnato formalmente a cercar fondi. Ha approvato la mia decisione di far in modo che sia io a dirigere l’operazione. […] Praticamente ho ottenuto la garanzia dell’appoggio dell’USIA, della Ford Foundation e dell’ACUE. Più di questo non potevo sperare.” [4]

E poi Lelio Basso, durante il discorso pronunciato il 13 luglio 1949 in occasione della discussione per l’approvazione dell’Accordo per la costituzione del Consiglio d’Europa:

LELIO BASSO: “La pressione che l’America esercita per ottenere un’ Europa unita in questo modo, l’interesse ad annullare le frontiere, non hanno per scopo di creare una terza forza, tra USA e URSS, ma semplicemente attestano il suo bisogno di dominare i mercati dell’Europa, di avere un grande spazio a sua disposizione, per poter governare meglio e più economicamente il dominion europeo. Hitler faceva la stessa politica e la chiamava Gleichschaltung.”

NOTE:
[1] “Euro-federalists financed by US spy chiefs”, Telegraph, 19/9/2000.
[2] The Cultural Cold War in Western Europe, 1945-1960, Roosevelt Study Center.
[3] Brzezinski, “La grande scacchiera”, Longenesi, 1997.
[4] Altiero Spinelli, Diario Europeo (1948-1969), Il Mulino, 1989.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

4) LE RADICI DEGLI INTERESSI ECONOMICI CELATI DIETRO IL COSTRUTTO DELL’UNIONE EUROPEA.

L’UNIONE EUROPEA E’ STRUTTURATA PER TUTELARE GLI INTERESSI ECONOMICI DEI GRANDI OPERATORI COMMERCIALI-FINANZIARI, E NON QUELLO DEI POPOLI.

Le Costituzioni di matrice democratica sono strutturate per mantenere le ricchezze e i poteri equamente distribuiti, impedendo che gli stessi possano concentrarsi nelle mani di pochi.
Il porere privato in questo schema è previsto, ma sempre subordinato all’interesse collettivo.
Affinché il potere privato possa dilagare, è necessario porre limiti alla democrazia, e dunque agli Stati con le loro costituzioni democratiche sovrane.
I soggetti ad aver maggiore interesse ad eliminare la democrazia, a favore delle leggi di mercato, sono rappresentati in particolar modo da quello che viene altrimenti qualificato con l’appellativo di CARTELLO DELLA PETROLCHIMICA E FARMACEUTICA internazionale/ multinazionale.
Il Cartello rappresenta gli interessi delle industrie petrolifere, chimiche, e farmaceutiche con i loro investimenti multimiliardari.
Questo cartello è il maggiore gruppo di investimenti del mondo.
Durante il XX secolo, questo cartello è diventato non solo la forza economica dominante ma ha anche posizionato i suoi rappresentanti politici nei governi dei paesi maggiormente industrializzati del mondo.
I rappresentanti delle cerchie finanziarie che controllano questo cartello sono:

  • · Il GRUPPO ROCKEFELLER: che rappresenta gli interessi dell’Industria petrolifera e farmaceutica statunitense. E’ il più grande di questi gruppi d’interesse. Fondato sul monopolio dell’azienda Standard Oil, che risale al XIX secolo, il gruppo Rockefeller controlla ora decine di multinazionali petrolifere, chimiche e farmaceutiche in tutto il mondo.
  • · L’ASSE FRANCO-TEDESCO: Germania e Francia, le nazioni leader in Europa nell’esportazione di prodotti chimici e farmaceutici.. Questo gruppo ha le sue radici nella fine del XIX secolo quando era composto da Bayer, BASF, Hoechst. Più tardi divenne l’infame cartello IG Farben. I suoi successori moderni sono grandi aziende leader nel settore degli investimenti europei e che hanno contribuito alla formazione dell’ Unione Europea.

Nel passato le guerre mondiali si sono combattute usando bombe e fucili con lo scopo di conquistare e controllare altre Nazioni.
Oggi, invece, gli strumenti chiave per ottenere il controllo globale sono quelli economici e legali, utilizzati come mezzi non solo per controllare governi e economie, ma anche la gente e le società.
Lo strumento economico centrale dell’Unione Europea sono i brevetti; in particolare i brevetti sui prodotti chimici, farmaceutici, sulle sementi geneticamente modificate e altri prodotti di alta tecnologia.
Di tutti questi i più lucrativi sono i brevetti sui farmaci.
I gruppi finanziari dietro al Cartello petrolchimico e farmaceutico sono interessati a controllare i giganteschi mercati globali che influenzano la vita di ogni essere umano. Basilari sono per esempio l’alimentazione, la salute e l’energia.
Durante il secolo scorso, il Cartello petrolchimico e farmaceutico ha espanso i suoi mercati in questi tre settori con un giro d’affari multimiliardario.
La costruzione di questi mercati globali giganteschi si è basata su due strategie:

  1. l’uso di brevetti per la monopolizzazione dei mercati,
  2. la disinformazione pubblica.

Gli interessi finanziari che orbitano intorno al Cartello non avrebbero mai avuto la possibilità di poter espandere il loro dominio operando in un sistema basato sul regime di stampo democratico.
L’UE è stata istituita esattamente per soddisfare le esigenze degli interessi economici di questi colossi internazionali, e come tale è  stata miratamente strutturata secondo un modello per cui il controllo dei suoi organi direzionali è stato volutamente sottratto al diretto controllo dei popoli.
E questo è esattamente ciò che corrisponde alla realtà dei fatti (si legga la sezione “Quadro giuridico“).
Ad essere tutelati dunque in questo contesto, non sono gli interessi dei cittadini, ma quelli dei grandi operatori commerciali (multinazionali/ corporation).

Scritto da: Cristian Minerva (autore della sintesi) .

Fonti: Sintesi ricavata comprimendo alcuni dei passaggi salienti del capitolo 1 del libro “LE RADICI NAZISTE DELL’UNIONE EUROPEA”.

 

 

5) CRITICHE SULLE EQUIVOCHE ORIGINI DELL’UNIONE EUROPEA.

IL PROGETTO UE E’ VOLUTO DAGLI USA, E RICALCA IL PROGETTO DI UNIONE MONETARIA-ECONOMICA MESSO A PUNTO DALLA GERMANIA NAZISTA NEL 1942

L’Unione Europea nasce nel 1949 insieme alla NATO (su volontà degli USA).
Nel 1951 a Parigi viene sottoscritto l’accordo CECA, il primo trattato europeo che viene stipulato tra i paesi-membri per la condivisione delle materie prime carbone e acciaio (NB: Il trattato della CECA è esattamente quel tipo di accordo che va nella giusta direzione individuata dal britannico Keynes, ovvero quella di rendere comuni le risorse basilari consentendo a tutti di disporne indiscriminatamente).
Poi, nel 1957 la CECA diventa CEE  (Comunità Economica Europea) con cui vengono gettate le basi per la nascita dei successivi Stati Uniti d’Europa (NB: Con il trattato CEE i paesi membri si accordano per creare un mercato comune che prevedeva una unione doganale).
Il progetto europeo è voluto e finanziato dagli USA.
Negli USA i promotori della creazione dell’Unione Europea, fra cui spiccano la Fondazione Rockfeller e la Fondazione Ford, erano riuniti in un Comitato denominato ACUE (American Commit of United Euro).
Negli anni ’50 il 53% dei fondi del Movimento Europeo, quello a cui appartengono tutti i nomi noti dei padri fondatori europei dell’UE, provenivano dall’ACUE (vedi video su YouTube “La Matrix Europea – Francesco Amodeo” dal min. 8:10).
Uno dei padri costituenti italiani, nel 1949, descriveva la nascita dell’Unione europea con le seguenti parole:

LELIO BASSO (nel 1949): “Ogni passo avanti verso l’Unione Europea è un passo avanti nella via dell’assoggettamento dell’Europa al dominio del capitale finanziario americano. L’Unione Europea assomiglia più profondamente all’Europa di Hitler”‬.

Il riferimento di Lelio Basso è al progetto Europäische Wirtschaftsgesellschaft, un piano, del 1942, di integrazione monetaria e industriale degli Stati europei, allora tutti sotto il tallone tedesco, messo a punto dal ministro dell’Economia del Reich, Walther Funk, e dal collega titolare del dicastero degli Armamenti, Albert Speer.
I ministri di Hitler avevano disegnato un’area di mercato aperta, senza dazi doganali, basata su una moneta unica, con al centro la Germania quale Stato leader.
Non a caso, nel caso degli accordi Europei, la loro pianificazione è da far risalire proprio al periodo nazista.
In ballo ci sono gli interessi del così detto CARTELLO DELLA PETROLCHIMICA E FARMACEUTICA internazionale/multinazionale, nella fattispecie quello facente capo all’asse Franco-Tedesco.
– Anche gli americani avevano importantissimi interessi nella realizzazione dell’Unione Europea, in particolar modo nel comparto finanziario (vedi banche d’affari come goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stalley, Rothschild, ecc. ecc.) nonchè quello dei colossi multinazionali d’oltre-oceano (ad es. la Fondazione Rockefeller e la fondazione Ford come già detto promotori dell’ACUE).
– Il progetto Euro è promosso in Francia da personaggi quali Francois Perroux, Jean Monnet, e Robert Shuman, mentre in Germania la strategia per l’unificazione del continente Europeo da assoggettare al Reich, è architettata direttamente da uomini del regime Nazista Hitleriano (a breve più dettagli).
– Anche l’Italia partecipa alla realizzazione dell’UE.
Una delle figure chiave è rappresentata da Altiero Spinelli, autore del famoso “Manifesto di Ventotene”.
Spinelli è cruciale perchè è colui che ci lascia una delle più emblematiche testimonianze sulla vera matrice dell’Unione Europea.
Nel suo “Diario europeo”, infatti Spinelli dichiara in modo palese dell’idea di realizzare una Unione Europea che sorpassasse le sovranità nazionali in mano popolare, per lasciar posto ad una federazione sottoposta al controllo oligarchico dei grandi potentati economici privati.
ATTENZIONE: Che il controllo dovesse essere in mano ai potentati oligarchici, è sentenziato dal fatto che Spinelli proprio nel suo Diario europeo scrive di suo pugno raccontando il suo viaggio a Washinton negli USA per sottoporre i suoi piani (“piani”, così li chiama lui) direttamente alla Fondazione Rockfeller e all’organizzazione ACUE – American Committee European Union (presieduta dalla CIA)  in cerca di finanziamenti; è difficile ipotizzare che Rockfeller e la CIA avessero mai voluto finanziare un progetto di Europa governata in modo democratico dai popoli.
Sono molti gli storici susseguitisi nel corso degli anni che si sono espressi in modo critico sulle equivoche origini dell’Unione Europea.
Fra i vari citiamo:
– In Francia l’Economista Alain Parguez, ex consigliere del presidente Francois Mitterrand  (vedi pag “Genesi dell’Euro“).
– In Inghilterra il Giornalista-politico Boris Johnson, ex sindaco di Londra.
Johnson “scrisse un editoriale (sul giornale londinese “Spectator”) in cui sosteneva che le origini di una moneta unica europea andavano fatte risalire a un progetto nazista. Il riferimento è al progetto Europäische Wirtschaftsgesellschaft, un piano, del 1942, di integrazione monetaria e industriale degli Stati europei, allora tutti sotto il tallone tedesco” (Fonte: Vedi art. “Hitler e il nazismo “padri” della Ue? Lo dicono storici, non solo Johnson“).
Ad avvalorare queste preoccupazioni si aggiunge il fatto che uno dei Padri fondatori dell’UE che sottoscrissero gli accordi di Roma, fu proprio un uomo del terzo Reich, avvocato della  IG Farben, Walter Haillstein, che firmò gli Accordi di Roma per conto dello Stato tedesco.
Un’altra diretta testimonianza dello “zampino” degli USA nel progetto Europeo, risale al 2000, quando vennero pubblicati sul Telegraph britannico alcuni documenti desecretati conservati all’interno dell’archivio nazionale.
Nei documenti viene portato alla luce il progetto dell’unificazione europea promossa dagli USA nell’immediato dopoguerra, dove risalta il preciso intento di creare una Confederazione Europea di Stati privi di sovranità ed esposti al controllo/dominio delle oligarchie statunitensi.
Nei documenti desecretati vengono fornite le caratteristiche dell’Unione Europea così come pianificate dall’ ACUE (American Committee European Union).
Le caratteristiche essenziali individuate dall’ACUE erano le seguenti:

– Una federazione di Stati espropriati delle loro sovranità, in cui i principali poteri fossero sottratti dalle mani dei popoli.

– La Federazione doveva essere dotata di una moneta slegata dagli Stati-membri.

– La Banca Centrale doveva essere indipendente.

Possiamo riscontrare che si tratta esattamente delle stesse caratteristiche fondanti dell’Unione Europea contemporanea (Nota: In Europa il Parlamento che è l’unico organo democraticamente eletto dai cittadini, è quello che possiede meno poteri, mentre invece tali poteri si trovano sostanzialmente concentrati nelle mani degli altri organi NON eletti, quali Commissione e BCE).
Queste sono le ragioni che porteranno negli anni più recenti alla Brexit, come riportato su un altro articolo del Telegraph nel 2016  intitolato:
“The European Union always was a CIA project, as Brexiteers discover”.
Tradotto:
“L’Unione Europea è un progetto della CIA, i fautori/sostenitori della Brexit lo hanno scoperto”.
Le stesse ragioni, sono alla base anche dei moti di protesta dei”Jilet Gialli” francesi.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti:   Video su YouTube CHI E COME HANNO CREATO L’UNIONE EUROPEA. Nomi e fatti con Francesco Amodeo (prima parte).  Video   La Matrix Europea – Francesco Amodeo.  Articolo  L’Unione Europea fatta nascere dalla Cia

 

 

6) LE ORIGINI OSCURE DELLA UE (dal sito “Scenari economici“).

WALTER HAILLSTEIN: UN AVVOCATO DEL REICH TRA I PADRI FONDATORI.

LUCA TIBALDI (Scenari Economici): Questa è una cosa che in molti non sanno.
Ruota tutto intorno ad una figura, Walter Hallstein.

Hallstein fu un importante giurista tedesco che ebbe parecchi legami con il regime hitleriano.
Dapprima studiò al “Kaiser Wilhelm Institute” di Berlino, che era un istituto privato finanziato dalla IG Farben. La IG Farben fu una multinazionale tedesca, cuore finanziario del regime di Hitler. Fu la massima fornitrice dello Zyklon-B, il gas delle camere nei lager. Inoltre fu una delle società che chiese il maggiore numero di deportati per compiere esperimenti su di loro.

Visto che quello nazista aveva l’ambizione di diventare un regime totalitario, era fondamentale che TUTTI i settori sociali passassero, più o meno direttamente, sotto il suo controllo.
La professione legale era uno dei settori più importanti, visto che sarerebbe stata usata per creare una copertura “legale” alla dittatura.

Nel 1933, subito dopo la presa del potere, venne fondato inizialmente il BNSDJ, “Bund Nationalsozialistischer Deutscher Juristen”, (“Associazione dei giuristi nazional-socialisti tedeschi”), poi nel 1939 venne convertito nella “Associazione dei Guardiani della legge”, la Rechtwahrer.
Coloro che entravano a far parte di tali associazioni erano solo quelli che sostenevano incondizionatalmente e contribuivano alla realizzazione dell’ideologia nazista e del suo piano di conquista globale.

Walter Hallstein fu un membro sia del BNSDJ che della Rechtwahrer.

Sono parole sue, e queste non sono le uniche associazioni naziste a cui aderì. Il 30 settembre 1935 scrisse una lettera:

WALTER HAILLSTEIN: “Ai rappresentanti del governo presso l’università Rostock, facendo riferimento al mio giuramento di fede al servizio dichiaro: dopo la guerra sono stato membro delle seguenti organizzazioni: durante il mio periodo di assistente procuratore, sono stato membro dell’Associazione degli assistenti procuratori del Reich, in qualità di professore sono stato membro dell’Associazione delle università tedesche del Reich. Attualmente sono membro dell’Associazione dei giuristi nazional-socialisti tedeschi, dell’Associazione dei maestri nazional-socialisti (nationalsozialistischer lehrerbund) e dei docenti”.

Dal 21 al 25 giugno 1938, Hallstein arrivò a rappresentare il governo nazista ai negoziati di stato con l’Italia fascista per determinare le condizioni legali per organizzare il dominio nazista nel continente.

Nel 1939 fece un discorso, chiamato “Discorso della Conquista”, in cui descriveva dettagliatamente i piani per l’organizzazione dei Paesi sottomessi. Tra le altre cose, dovevano essere sotto diretto controllo tedesco l’intera legislazione civile, penale ed economica, oltre a tutti i regolamenti amministrativi dei Paesi sottomessi. Inoltre doveva esistere la legge del “Sangue e Onore”, secondo cui la supremazia tedesca esisteva in tutti i settori.

Dopo la fine della guerra, quando ebbe inizio il processo di denazificazione della Germania e dei Paesi collaborazionisti, Hallstein rinnegò tutto il suo passato. In un questionario presentato per verificare le passate attività delle massime personalità dello stato negò di aver fatto parte di organizzazioni politiche all’università, negò di aver tenuto discorsi al di fuori della sua attività lavorativa, negò di aver diffuso idee naziste, idee antidemocratiche e idee sulla Germania imperialista. Negò tutto.

Bene. Perchè tutto questo? Perchè racconto la storia di un nazista?
Semplice. Questo nazista, Walter Hallstein, è l’uomo che compare in mezzo in questa foto, seduto tra Konrad Adenauer e Antonio Segni.
La data era il 25 Marzo 1957, quando Hallstein sottoscrisse i TRATTATI DI ROMA. In quel giorno fu nominato uno dei 12 padri fondatori dei Trattati di Roma, il documento di fondazione dell’Unione Europea, di cui egli fu coautore.

È tutto? No, assolutamente no.
Hallstein, il 7 gennaio 1958, fu nominato primo PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA.
E nel 1963 fu confermato per un secondo mandato.

Io non voglio commentare. Ognuno faccia i propri ragionamenti e tragga le proprie conclusioni, con razionalità e senza complottismi.

Scritto da: Articolo tratto dal sito Scenari economici”, a cura di Luca Tibaldi

Fonte: Link articolo originale LE ORIGINI OSCURE DELLA UE (di Luca Tibaldi)

 

 

INTRODUZIONE PER ALAIN PARGUEZ (dal sito ME-MMT):

“Grazie ad un bagaglio culturale che va molto oltre quello di gran parte degli economisti moderni, Parguez rintraccia le motivazioni nascoste che hanno portato la casta dirigente europea a imporre alle popolazioni la moneta unica. Indica con precisione i personaggi e gli ambienti che traggono vantaggio dall’impoverimento delle Nazioni e dall’annullamento delle sovranità nazionali, collegando avvenimenti e scelte che, ben lungi dall’essere ‘sbagliate’ rispondono ad una logica politico-economica di potere ben precisa.”

7) ALAIN PARGUEZ: EURO, IL NUOVO ORDINE TOTALITARISTA (dal sito “ME-MMT“).

Trascrizione dell’intervento dell’economista  circuitista Alain Parguez tenutosi durante il meeting ME-MMT di febbraio 2012 a Rimini (NB: la seconda parte dell’intervento è leggibile qui):

ALAIN PARGUEZ:  Sono qui per parlarvi di una storia oscura e tragica.
Avete già capito che l’Europa è un mostro che va contro a tutte le regole della teoria monetaria moderna e dell’economia moderna.
E quindi il problema è: perché esiste un sistema così assurdo?
Mi è stato detto che nel vostro Paese, come nel mio del resto, alcune persone pensano che se riusciamo a liberarci dell’euro, l’Italia o la Francia potrebbero ritornare ad essere equiparabili ad alcuni dei Paesi più poveri dell’Africa, come lo Zimbabwe; ma l’economia reale dell’eurozona è già nello stesso stato dello Zimbabwe.
Vediamo per esempio alcuni dati sulla Francia:
i Francesi hanno inventato e imposto l’eurosistema molto tempo fa; ebbene, in Francia il vero tasso di disoccupazione della popolazione attiva, se includiamo nel computo anche i lavoratori sottopagati, è una cifra enorme molto più alta del tasso ufficiale dichiarato; e quindi abbiamo un tasso di inflazione effettivo del 7-8% (giacchè con pochi soldi nelle tasche il potere d’acquisto nelle mani dei cittadini ne risulta sistematicamente ridotto [N.d.a.]) . Non abbiamo la piena occupazione e non abbiamo una stabilità dei prezzi; questo significa che tutti i dati ufficiali europei sono menzogne.
Comincerò la mia presentazione vera e propria con una citazione del responsabile del Ministero delle Finanze francese [Postel-Vinay, N.d.R.], che fra l’altro appartiene all’ordine dei benedettini, è un monaco ed è anche il capo dell’Opus Dei francese: e la Commissione Europea è ampiamente controllata, come anche il governo francese, dall’Opus Dei.
Ho parlato con lui di questa questione, e mi ha detto: “Sì, l’economia francese è morta, ma non lo è abbastanza”. E ha aggiunto: “Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo: che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere per sempre la gente; vogliamo creare una nuova tipologia di europeo, una nuova popolazione europea disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà; una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi”.
Questo rappresenterà il centro del mio intervento.
Il sistema dell’euro non è stato mai pianificato per portare ad una unione monetaria; non è stato neanche pianificato come agenda neoliberista, sul modello dell’economia americana; infatti questo è stato ed è ancora completamente dimenticato dall’élite dominante europea: basti pensare che anche per il leader del partito socialista francese [l’attuale Presidente François Hollande, N.d.R.] il presidente Obama è un marxista.
Quindi che cos’è l’euro?
È un Nuovo Ordine sociale totalitaristico, che è stato programmato molto tempo fa, nel periodo tra le due guerre, e poi completato, per così dire, dal regime di François Mitterrand.
In questo nuovo ordine non ci saranno più Stati sovrani; lo Stato deve svanire, o per lo meno lo Stato che trova radici nella democrazia, nel parlamento, nella repubblica. Nel nuovo ordine il potere dev’essere interamente trasferito a coloro che lo “meritano”; e questo significa un’élite, una classe capitalista di tecnocrati ai quali piace il potere di controllo assoluto.
– Nella prima parte del mio intervento cercherò brevemente di spiegare la storia della pianificazione dell’unione monetaria europea, che trova origine nel periodo fra le due guerre, nelle parti più reazionarie e più conservatrici della classe dominante francese; mi rifaccio anche ad un filosofo italiano, Julius Evola, che accusò Mussolini di essere troppo morbido con la gente e Adolf Hitler di essere troppo favorevole al popolo.
– Nella seconda parte del mio intervento cercherò di spiegarvi che la cosiddetta crisi del debito sovrano è ovviamente un evento che non si è mai verificato nella storia; ma che una crisi di questa portata è stata attentamente pianificata dagli architetti del sistema europeo. Quel che avevano in mente era di privatizzare lo Stato; e dato che ritenevano che lo Stato, perlomeno lo Stato in cui esista una democrazia, tenda a perdere comunque ricchezza, risulta ovvio che lo Stato si trovi poi obbligato a prendere a prestito denaro e che quindi il debito dello Stato debba essere considerato come un debito a rischio; pertanto lo Stato deve essere completamente assoggettato ai cosiddetti mercati dei bond [titoli di Stato, N.d.R.]; ed è esattamente quello che sta succedendo adesso.
– Nell’ultima parte della mia presentazione cercherò di dimostrare che non esiste modo di risolvere questo problema e “accomodare” il sistema [il famoso progetto degli “Stati Uniti d’Europa, N.d.R.], perché questo ordine sociale ha una sua logica e coloro che controllano il sistema non accetteranno mai alcun tipo di cambiamento, soprattutto nessun tipo di intervento della Banca Centrale Europea. Lo accetterebbero unicamente nel caso in cui tale intervento mirasse ad incrementare la ricchezza della banche. Quindi l’unica possibilità di salvare la società europea è di liberarsi di questo sistema.
Il settore privato, il settore capitalista in Europa è morto; per citare anche Michael Hudson, i leader del settore capitalistico non sono più interessati all’economia reale; sono percettori di rendite finanziarie e quindi il capitalismo europeo sta morendo; la crescita in Francia già da 5 o 6 anni è al di sotto del 3-4% all’anno.
Per quel che riguarda l’euro, come ho scritto, grazie all’invito della collega Stephanie Kelton molto tempo fa, ho capito tante cose e ho scritto un articolo che parla proprio di una moneta falsa contro l’economia reale, che distrugge a tutti gli effetti l’economia reale. Però prima di tutto cerchiamo di spiegare brevemente quella che è l’origine di un sistema così assurdo.

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Ci sono due fasi nella pianificazione del sistema dell’euro; la prima è nel periodo fra le due guerre e nel periodo che va dal 1940 al ’43; e la seconda fase riguarda la realizzazione del sistema, ed è, debbo riconoscerlo, opera in gran parte del lavoro di François Mitterrand.
Cominciamo dalla metà degli anni ’30, con persone come Robert Shuman e Jean Monnet: Shuman scrisse che nel 1927 c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine radicato nella tradizione per salvare l’Europa dalla decadenza: ma la decadenza, per i pro-europeisti, significa socialismo, rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, il libero accesso alla sanità e all’istruzione, l’aborto, l’omosessualità eccetera eccetera.
E, altra cosa estremamente interessante, per i primi pro-europeisti, l’obiettivo era quello di creare un sistema completamente opposto rispetto alla società degli Stati Uniti, che detestavano; l’élite europea odiava la società dei consumi americana, fatta di centri commerciali eccetera; odiavano più gli Stati Uniti, a causa di questo sistema, che l’Unione Sovietica; e adesso la situazione è esattamente la stessa.
Che cosa si doveva dunque fare per “costruire l’Europa”? Questo:
– abolire gli Stati;
– forzare uno stato di deflazione permanente andando a ridurre sempre più la spesa pubblica;
– avrebbe potuto essere utile anche trasferire il potere a una classe, diciamo, super partes di tecnocrati che operasse a livello sovranazionale.
Ma per questi europeisti della prima ora che cosa significava l’Europa? Significava creare un co-dominio di Francia e Germania e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa orientale; e questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato.
Come si poteva sopprimere lo Stato? Bisognava privarlo di qualunque potere di controllo sulla moneta.
Tutti questi europeisti erano fanatici seguaci di Friedrich von Hayek, l’economista austriaco più di destra di quel tempo, e quindi l’Europa avrebbe dovuto basarsi su una valuta sovranazionale interamente controllata da una Banca Centrale sovrana che godesse di poteri assoluti per, appunto, sovrastare gli Stati.
In ultima analisi il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super standard aureo.
Il primo abbozzo, per così dire, del trattato di Maastricht, venne scritto da un economista francese, François Perroux, nel 1943, con il pieno supporto di un trattato fatto dal regime tedesco e dal regime francese pro-nazista di Vichy; il nuovo trattato, che è stato formulato e deciso dal presidente Sarkozy e dalla signora Merkel, è basato esattamente su quello scritto da François Perroux nel ’43.

 Da sinistra verso destra: Robert Schuman, Jean Monnet e François Perroux

Queste persone erano contrarie allo standard aureo tradizionale poiché ritenevano che lo standard aureo non avesse permesso la totale abolizione del potere di spesa dello Stato; quindi praticamente bisognava creare uno standard aureo superiore; e questa era la prima fase del processo; ma per qualche tempo il progetto europeo venne tenuto, diciamo, nelle retrovie, perché tutti i suoi fautori erano più filo-hitleriani di Hitler stesso, per cui è stato necessario aspettare; aspettare che arrivasse François Mitterrand.


 François Mitterrand

Potrei parlare ampiamente di questa questione perché io sono stato, fra l’altro, personalmente contattato dal collaboratore di Mitterrand di estrema destra, un personaggio che odiava il mondo moderno, gli Stati Uniti, era addirittura un monarchico; uno che diceva: “odio i poveri”. Si chiamava, anzi si chiama, Jacques Attali.


Jacques Attali

De facto Jacques Attali era il primo ministro della Francia; e Attali era il responsabile di tutta una serie di ex-marxisti convertiti in sostenitori del nuovo regime, ed era stato incaricato della creazione di una versione più sostenibile del sistema dell’euro. Comunque la visione generale era la stessa: “dobbiamo distruggere i centri commerciali e il consumismo”. I centri commerciali per loro erano espressione di pura infamia, le persone dovevano accettare di essere povere; mi ricordo di alcuni dibattiti in seno alla commissione segreta che si occupava dell’entourage di Mitterrand; Mitterrand doveva riuscire a guadagnarsi il supporto dell’allora partito comunista: già, perché anche la Francia aveva un partito comunista, che adesso non c’è più.
Fui quindi incaricato di scrivere una serie di modeste considerazioni keynesiane di teoria economica moderna; la presenza di Attali venne richiesta dai finanziatori della campagna di Mitterrand: fra i massimi finanziatori c’erano anche la Chase Manhattan Bank e altre due banche americane; comunque non sono stati mai dati dei soldi per istituire un programma di piena occupazione.
Ma Attali mi diceva: “Io ho preso un impegno con il nostro caro futuro Presidente; appena possibile noi distruggeremo lo Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei lavoratori della società francese”.
Come riuscire a fare tutto questo? Con il trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.

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Voglio concludere il mio primo intervento sottolineando alcune menzogne.
Mi è capitato di trovarmi piuttosto vicino a François Mitterrand; prima della guerra aveva avuto un legame particolare con mia madre, e mia madre mi diceva: “François è così bravo a raccontare balle che può riuscire perfino a far credere che gli interessi far del bene alla gente”; comunque sia, François Mitterrand, durante l’unico dibattito sul trattato di Maastricht, osò dire, in risposta ad una domanda da parte di uno studente: “Io posso giurare che non esiste alcuna menzione di una Banca Centrale Europea indipendente nel trattato” (sic!).
Secondo punto: il principio fondamentale dei trattati europei era la privatizzazione dello Stato, cioè obbligare gli Stati a prendere a prestito denaro vendendo titoli alle banche private; e quindi gli Stati, un po’ come qualunque tipo di azienda (azienda però con una reputazione estremamente pura) dovevano andare a chiedere i soldi alle banche, ai tassi di interesse stabiliti dalle banche.
Quindi, per concludere, il trattato di Maastricht e il “Patto di Crescita e Stabilità” che ne è conseguito (più propriamente da definire Patto di Distruzione e Instabilità) rappresentano la realizzazione dei loro obbiettivi: alla fine gli Stati sarebbero stati completamente assoggettati alle banche private, e quindi sarebbero stati obbligati a tagliare, tagliare e tagliare la spesa pubblica.
E questo è esattamente quello che è successo.
Pertanto le menzogne continuano…
Due ultime considerazioni per concludere:
– la percentuale di debito pubblico nell’àmbito del patrimonio delle banche francesi e tedesche è al di sotto del 5%; le banche perdono soldi non certo a causa del debito pubblico, ma a causa del collasso totale dell’economia reale;
– secondo punto: sono assolutamente terrorizzato quando la gente dice: “Oh povere banche, il governo francese ha mentito”. Ma è assurdo! Tutti lo sapevano, tutti sapevano ad esempio quale fosse la vera condizione dell’economia greca. Il 90% del debito greco, come l’italiano, è nelle mani delle banche francesi e tedesche, e quindi tutti lo sapevano; e fra l’altro, quel che succede ora, grazie al nuovo trattato, se effettivamente verrà poi approvato [Fiscal Compact, approvato dall’Italia nel dicembre 2012, N.d.R.], è che ci troveremo di fronte alla totale abdicazione degli Stati, delle politiche fiscali e di qualunque tipo di politica sociale; e quindi sarà raggiunto il sogno di costituire un Nuovo Ordine.
E adesso si pone il problema di chi deve gestire il sistema; come si potrà mantenere il controllo della società?
È questo il problema che si pongono, di questo hanno timore, perché non c’è dibattito: gli economisti ufficiali in Germania, in Francia e nella maggioranza dei Paesi europei sono assolutamente corrotti, direi addirittura che si possono considerare delle prostitute; e siamo nelle loro mani; non si parla quindi mai delle infamie alla base del crollo del sistema europeo; questo è il problema.
Grazie.        Alain Parguez.

 

 

8) ALAIN PARGUEZ: L’ASSE FRANCO-TEDESCO E L’EURO: LA DISTRUZIONE DELL’INDUSTRIA ITALIANA (dal sito”ME-MMT“).

Trascrizione dell’intervento (NB: la prima parte dell’intervento è leggibile qui):

ALAIN PARGUEZ:  Per continuare, e anche concludere, la mia cupa storia della costruzione del Nuovo Ordine europeo, bisogna chiarire una questione di base: perché i pianificatori francesi hanno deciso di estendere l’unione monetaria europea a Paesi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna, e poi ad altri, come alcuni paesi dell’Europa orientale? Perché dovevano risolvere una contraddizione di fondo: “noi distruggeremo il consumo e il potere d’acquisto nelle economie nazionali della Germania e della Francia, ma che ne sarà dei profitti?” Ebbene, la soluzione è questa (dobbiamo risalire al periodo di Mitterrand): l’esportazione.
Sì, ma l’esportazione dove?
C’è un punto fondamentale che troppe persone ignorano: i tedeschi erano estremamente riluttanti ad entrare nell’unione monetaria; c’è stato un periodo, soprattutto durante i primi anni ’70, in cui la politica monetaria e fiscale era molto più espansionistica in Germania che non in Francia; quindi, perché il regime di Mitterand ha obbligato la Germania ad entrare nell’Unione? La risposta è semplice: il governo Kohl era finanziato interamente dai fondi segreti francesi; e non è tutto: c’era un Paese che era odiatissimo dall’establishment francese da moltissimo tempo; e questo Paese era proprio il vostro, l’Italia; l’ossessione dei tecnocrati francesi e dei loro economisti era proprio di distruggere la base industriale dell’Italia; per questo accusavano i governi italiani di essere sempre stati troppo morbidi relativamente ai salari, ai sindacati e al potere d’acquisto.
Come si poteva distruggere l’economia italiana? Imponendo una rivalutazione della valuta; e quando l’Italia decise di adottare l’euro [imposto da Prodi, N.d.R.], questo avvenne in concomitanza con la decisione di una rivalutazione di almeno il 45% dei prezzi; perciò, di colpo, gli italiani non potevano più esportare al di fuori dell’eurozona.
Mi fa ridere quando la gente dice: “ma se lasciamo l’euro come facciamo? Sarà un incubo”. L’italia è stata completamente distrutta dall’euro!
Immaginatevi i prezzi relativi dell’industria italiana, per esempio sul mercato americano: con un aumento improvviso del 40%, era chiaro che le esportazioni italiane sarebbero crollate da un giorno all’altro.
Messa fuori gioco l’Italia, a questo punto si decise di sedurre anche la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, per gli stessi motivi: per aumentare le esportazioni.
C’erano quindi Paesi senza alcuna base industriale, oppure la cui base industriale era completamente distrutta dall’impatto della valuta: in questo modo l’Italia, la Grecia, diciamo così l’Europa meridionale, l’Europa orientale, sono diventati praticamente come dei mercati coloniali, nuovi mercati imperialisti per la Germania e per l’industria tedesca e francese. C’è poi un altro problema: spesso la gente dà questa spiegazione del successo tedesco: “Eh ma i Tedeschi sono così qualificati, sanno fare tante cose!”. Già, ma perché la Germania e la Francia hanno avuto la possibilità di esportare? Perché c’è una situazione precedente da considerare, che ha comportato massicci investimenti: infatti il cosiddetto miracolo tedesco dev’essere fatto risalire al regime nazista. Questa è una questione che ho studiato molto con una mia cara amica, l’unica storica francese che abbia avuto il coraggio di affrontare questo genere di problemi, Annie Lacroix-Riz.
Durante il periodo nazista l’industria tedesca aveva tratto beneficio innanzitutto da una manodopera quasi schiavizzata: durante l’era nazista infatti era crollato il livello dei salari, anche del 60%, e durante la guerra le aziende tedesche per così dire più rispettabili avevano tratto beneficio dalla manodopera schiava assunta dalle SS dai campi di concentramento; al tempo stesso il regime investiva miliardi e miliardi di quel tempo nell’industria, creando basi tecniche che erano veramente molto avanzate per l’epoca, talmente avanzate da non essere ancora fruibili fino a più di 10 anni dopo la guerra; e lo stesso è avvenuto in Francia.


 Manifesto della Luftwaffe, la temibile aviazione militare tedesca

Restavano comunque molti altri problemi: bisognava distruggere le esportazioni, distruggere l’economia interna dell’Italia e della Grecia, ma da dove partire? E da dove sarebbero arrivati, poi, gli introiti?
La risposta a questa domanda è molto semplice: se consideriamo i dati aggregati delle esportazioni nette dalla Germania e dalla Francia fin dall’inizio dell’eurozona, vediamo che i livelli sono identici ai deficit aggregati di Stato dei Paesi dell’Europa meridionale e orientale; pertanto la Grecia, l’Italia, la Spagna, hanno fornito dei profitti netti illimitati, o quanto meno una fonte, diciamo, di risparmio notevole per l’industria francese e tedesca; l’85% delle esportazioni tedesche nette, e questo vale anche per la Francia, sono all’interno dell’eurozona, ed è per questo che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non accetteranno mai pacificamente il fatto che la Grecia o l’Italia abbandonino l’eurozona, appunto perché le corporation, le grosse aziende francesi e tedesche, si troverebbero improvvisamente a secco di utili. È quindi assurdo sentir accusare Paesi come l’Italia e la Grecia di essere responsabili dei propri deficit; senza il deficit del vostro Paese e della Grecia, la situazione delle aziende francesi e tedesche sarebbe già di bancarotta. Ho qua una citazione di Jacques Attali, del 1985, nella fase conclusiva del dibattito sul trattato di Maastricht; dice: “il nostro obbiettivo principale è di distruggere per sempre qualunque capacità industriale al di fuori della Germania e della Francia”. E questo, dal suo punto di vista, si può capire.
Rimane invece il problema del perché i governi del vostro Paese, della Grecia e della Spagna, abbiano accettato un suicidio di questo tipo, abbiano accettato di suicidare le proprie economie, le proprie società; è questo il vero problema. E qui si apre la questione della corruzione e dell’ignoranza: non dobbiamo mai dimenticare che si è trattato di un periodo in cui la Francia spendeva moltissimo per acquisire l’appoggio dei vostri politici e dei vostri tecnocrati della classe dominante. La storia però è per certi versi ormai compiuta: l’Unione Europea è stata creata; ma adesso abbiamo un’altra questione da considerare, e cioè la cosiddetta crisi finanziaria generata dal debito pubblico.
Nel corso di svariati dibattiti amichevoli con gli amici americani, io ho ripetuto più volte che tale evento non può essere considerato come una crisi da instabilità finanziaria, secondo l’analisi di Minsky; Minsky non avrebbe mai potuto immaginare che il debito pubblico potesse generare quello che si potrebbe definire come la nuova peste nera che sta dilagando per l’Europa.
Che cosa è successo allora? Che i fautori del sistema dell’euro ignoravano completamente il meccanismo di funzionamento dell’economia moderna; quel che avevano in mente era un qualche modello di economia neoagraria, diciamo di tipo evoluto, come prima dell’avvento della rivoluzione industriale, e quindi hanno tagliato la spesa pubblica; il regime di Mitterrand nel 1983 aveva avviato un programma deflazionistico: quel programma fu il primo a essere mirato esplicitamente ad un incremento a lungo termine della disoccupazione, senza alcuna speranza di poter poi ritornare alla piena occupazione.
Ma qual è stato il risultato? Che il settore privato improvvisamente ha smesso di investire: gli investimenti privati interni in Germania e in Francia hanno cominciato a crollare, e adesso siamo sottozero; i consumi sono crollati, il gettito fiscale è crollato; e quindi i governi un po’ dovunque nell’eurozona hanno dovuto gestire delle situazioni di deficit; ma si trattava di deficit inattesi e indesiderati, che non rappresentavano la controparte, diciamo così, di una spesa produttiva; e sono stati così sorpresi perché ignoravano i fondamenti dell’economia moderna: non avevano mai sentito nominare Abba Lerner e altri economisti del genere.
Ma questi deficit ormai esistevano e andavano gestiti; solo che i governi non avevano più alcun controllo sulla creazione della moneta, e a questo punto erano obbligati (e, debbo dire, erano anche molto felici di esserlo, perlomeno in Francia e in Germania) ad andare a chiedere soldi ai cosiddetti mercati dei bond o titoli di Stato.
Che cosa sono i cosiddetti mercati dei bond? È un “cartello” composto dalle banche più importanti di Francia e Germania; non esiste la minima concorrenza fra le banche appartenenti a questo cartello; e quindi le banche…
(Si interrompe e legge una domanda che gli è stata portata).
Mi è stata posta una domanda: se posso fare i nomi dei politici italiani pagati dai tecnocrati francesi.
Debbo dire che su questo punto sono d’accordo con Annie Lacroix-Riz: si tratta di tutti i democristiani degli anni ’70, con un impatto molto forte della Chiesa e del Vaticano; non dobbiamo mai dimenticare che fin dall’inizio la Chiesa ha svolto un ruolo fondamentale nella costruzione dell’Europa.
[Subito dopo il prof. Parguez consegnerà a Paolo Barnard l’elenco dei nomi dei principali responsabili, che Barnard leggerà in pubblico: Romano Prodi, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti e, “il peggiore di tutti”, Massimo D’Alema, grande amico personale del banchiere tecnocrate Jaques Attali; inoltre l’Opus Dei e, com’era scontato, alcune logge massoniche].

Dicevamo: i governi sono stati obbligati ad accumulare il debito e le banche si sono buttate sui titoli di Stato o bond; perché? Perché non c’era più la volontà da parte delle aziende tedesche e francesi di chiedere credito (e quindi indebitarsi). Il debito di Stato quindi si è trasformato in una specie di miracolo, una cornucopia miracolosa, un paradiso per le banche, che potevano imporre i tassi di interesse che volevano
Pertanto i tassi di interesse, dall’inizio degli anni ’70, hanno toccato livelli mai raggiunti fin dagli ultimi giorni dell’Ancien Regime, e quindi in pratica siamo ritornati ai tempi di Maria Antonietta e di Luigi XVI.
Comunque c’erano effettivamente dei problemi: se da una parte il debito pubblico è diventata la fonte principale di reddito per le banche, dall’altra parte però lo Stato veniva considerato come un’azienda cattiva, sull’orlo del fallimento, e quindi il valore reale del debito è crollato. Adesso quindi ci troviamo ad entrare nel grande mistero della nuova peste nera, la crisi del debito pubblico.
È partita dalla Grecia, e perché?

La Grecia non si è affatto comportata in maniera sorprendente: il governo greco è stato obbligato ad aumentare la spesa, dato che il settore privato in Grecia era completamente assente, ma la Grecia era comunque un Paese debole, e adesso le banche hanno cominciato a temere sempre di più la possibilità che ci sia un cambiamento di politica economica; e quindi che cosa hanno fatto? Hanno aumentato, diciamo, i limiti della bancarotta dello Stato greco, di fronte alla possibilità di default da parte dei greci. Hanno “dimenticato” che il problema default era sempre esistito…
Ma quello che avevano in mente non era assolutamente il timore di un default: quello che avevano in mente era di imporre uno sfruttamento finanziario sempre più terribile in tutta Europa. Le banche non vogliono la restituzione del debito: che cosa se ne farebbero di tutti quei soldi? [Non dimentichiamo che si tratta di moneta “fiat”, priva di valore intrinseco]. Non se ne farebbero niente. Quello che vogliono è avere un reddito.
La peste nera è partita dalla Grecia e si è diffusa, un po’ come nel Medioevo; si è diffusa dilagando in tutta l’Europa; e se di crimine si deve parlare, si tratta di un crimine perpetrato dai governi francese e tedesco, che hanno ceduto completamente la propria sovranità al mercato dei bond. È stata un’abdicazione totale.
Come hanno potuto farlo? Lo hanno fatto avviando una corsa mortale alla deflazione; e adesso ci troviamo ad attraversare la fase più terribile di crollo e di morte dell’economia europea. Per mantenere il patrimonio netto delle banche i governi impongono la deflazione, la deflazione e ancora la deflazione, ed effettivamente questo è l’inizio della fine per il sistema.
Voglio concludere così questa presentazione.
Grazie.         Alain Parguez.

 

Fonte:  LINK ARTICOLO ORIGINALE www.memmtveneto.altervista.org/europarguez.html.

 

 

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