Modelli costituzionali

Sequenza degli articoli:

  • PRINCIPI E OBBIETTIVI DELLE COSTITUZIONI.

 

 

PRINCIPI E OBBIETTIVI DELLE COSTITUZIONI.

STORIA DELL’EVOLUZIONE, E DELL’INVOLUZIONE DELLA SOCIETA’: SONO LE COSTITUZIONI A CONDIZIONARE LA VITA SOCIO-ECONOMICA DEI CITTADINI.

VALERIO MALVEZZI (Economista): “Non esiste crisi.
Si tratta di un cambiamento deliberato e pianificato di modello economico.
Il modello economico si attua a mezzo di una corrispondente Costituzione”. (Cit. Valerio Malvezzi).

Prima dell’avvento della democrazia, la ricchezza era detenuta da piccoli gruppi di persone così dette feudatari (o Rentiers) che possedevano la stragrande maggioranza delle ricchezze e dei poteri disponibili sul territorio.
Il popolo (o la plebe) era confinato a vivere una vita di sopravvivenza senza nessuna tutela di quelli che erano i diritti che garantivano la soddisfazione dei fabbisogni di prima necessità (assenza dei diritti su cui si fonda la Democrazia).
La comparsa degli Stati democratici che noi oggi siamo abituati a conoscere, ha sancito di fatto il passaggio da quello che era il vecchio sistema economico feudale, al moderno sistema democratico sociale nel quale vige la regola della proprietà collettiva di tutti quelli che sono stati identificati come beni di primaria/pubblica utilità (istruzione, sanità, energia, trasporti, previdenza, giustizia, moneta/banche, ecc.) che come tali dovevano essere proprietà imprescindibile dei popoli.
La ricchezza e i diritti così hanno cominciato a distribuirsi.
A Garanzia di tutto ciò vi erano le costituzioni.

– MODELLI COSTITUTIVI:

  • LA COSTITUZIONE DI STAMPO DEMOCRATICO SOCIALE (Costituzione Italiana, 1948) persegue l’obbiettivo di garantire lo sviluppo della persona umana, garantendo ai cittadini la soddisfazione di tutti i fabbisogni primari.    Dunque tale costituzione mette al centro il benessere dei cittadini evitando che i fabbisogni primari possano essere messi sul mercato.   Lo Stato attraverso i suoi strumenti garantirà l’accesso indiscriminato a tutti quelli che sono i servizi (nonché i diritti) su cui si fonda la democrazia.   Sempre in quest’ottica, saranno regolamentati i diritti e la tutela dei lavoratori.

Oggi la fonte di ricchezza illimitata più grande del pianeta, rappresentata dalle infrastrutture e dai servizi che soddisfano i fabbisogni primari dei cittadini (sanità, previdenza, istruzione, energia, trasporti, acqua, ecc. ecc.), è in mano agli Stati.
Per poter vendere tali servizi occorrerà che questi non siano più di tutti (proprietà collettiva) ma diventino di qualcuno (proprietà privata).
I processi che rendono possibile tale passaggio prendono i nomi di:
Privatizzazioni, Liberalizzazioni, Deregolamentazioni.
La domanda è:
Come si fa a convincere interi popoli (istruiti ed acculturati) a rinunciare alla proprietà (e dunque ai diritti) dei beni e servizi che sono il frutto di secoli di lotte e rivoluzioni patite a carissimo prezzo dai loro antenati?
La risposta è:
Mettendo in condizione i popoli di compiere quello che possiamo definire un vero e proprio “suicidio sociale/ statale”.
Come?
Si crea un sistema monetario a controllo privato invece che statale/ pubblico (l’Euro) accompagnato da una nuova costituzione di stampo liberale/neo-liberista (Trattato di Lisbona) che consentano insieme il perseguimento dei nuovi obbiettivi.

  • LA COSTITUZIONE DI STAMPO LIBERALE/ NEOLIBERISTA (Trattato di Lisbona, 2007) si prefigge lo scopo di garantire i diritti per lo svolgimento del  libero mercato, difendendo i diritti dei prodotti che devono essere venduti; dunque impedirà agli Stati di possedere la proprietà dei servizi primari/pubblici che dovranno rigorosamente essere messi sul mercato (trattato per la commercializzazione di tutti i servizi GATS).    Lo Stato depauperato dei suoi strumenti nonché delle sue proprietà non potrà più garantire l’accesso indiscriminato ai servizi primari di pubblica utilità (sottrazione dei diritti su cui si fondano i principi della democrazia).  Inoltre i prodotti avranno il diritto di essere proposti sul mercato senza alcuna discriminazione (vedi prodotti della Cina), per cui, viene considerata lecita qualsiasi forma di sfruttamento di lavoro volta ad aumentare la competitività della produzione (distruzione del welfare e dei diritti dei lavoratori).

– PROCESSO DI TRASFORMAZIONE:

A perseguimento di tali obbiettivi, si costringono gli Stati attraverso mirate politiche economiche deflattive imposte dall’Euro (fiscal compact / Austerità), a dover cedere progressivamente tutte le loro proprietà, facendole passare di mano dai popoli, a piccoli gruppi ristretti di persone (multinazionali /corporation); la ricchezza ritornerà a concentrarsi (si legga con attenzione la pag  “PILLOLA TRATTATI“).

– COSA LO CONSENTE:

Di pari passo, viene portata avanti una campagna di disinformazione mediatica, volta a demonizzare tutto quello che riguarda lo Stato agli occhi della gente facendo passare inosservato il fatto che, in realtà, le grandi disfunzioni dello Stato, sono originate dalla progressiva riduzione delle risorse e degli strumenti, indispensabili  per consentire allo Stato stesso, di continuare a svolgere regolarmente tutte le sue funzioni.
Va notato che se il peso dello Stato fosse causato da un eccesso della sua struttura, noi ci dovremmo costantemente imbattere in una situazione di sovrabbondanza di servizi pubblici:
Esubero di ospedali (posti letto, macchinari sanitari,  infermieri, ecc.), esubero di  scuole (asili nido, scuole materne, università statali, insegnanti, educatori), esubero di mezzi di trasporto pubblico, ecc. ecc. Insomma eccesso di servizi pubblici in genere.
Non è così!
A fronte di sprechi o malcostumi, risultano di gran lunga più evidenti le insufficienze dei servizi pubblici, martoriati sempre più insistentemente da tagli che ne riducono progressivamente l’efficienza.
Purtroppo i cittadini si ostinano a non prenderne atto.
E’ come guardare un corridore, che sta correndo con i piedi legati, mentre la folla inveisce su di lui accusandolo di non essere in grado di saper correre. La colpa non è del corridore ma di chi gli ha legato i piedi!

– COME VIENE ATTUATO:

Insomma, la colpa non è dello Stato Italiano, dello Stato Greco, dello Stato Spagnolo o del prossimo Stato che sforerà le soglie limite del deficit pubblico, ma del sistema economico-monetario NeoLiberista dell’Euro con le sue devastanti politiche economiche, atte a deflazionare le economie degli Stati membri (deflazione/recessione con conseguente insostenibilità dei debiti sovrani).

– CONCLUSIONE:

Il modello economico liberale / neo-liberista, attraverso il sistema monetario dell’Euro, sta riproponendo il ritorno in chiave moderna del vecchio sistema economico feudale (neo-feudalesimo), caratterizzato da un limitato livello di democrazia, nonché da una accentuata concentrazione delle ricchezze e dei poteri nelle mani di pochi individui.

Scritto da:  Cristian Minerva.

 

 

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