Paradossi scientifici

Sequenza dei paradossi (in ordine crono-storico):

  • 1) IL PARADOSSO EPR – EINSTEIN, PODOLSKI E ROSEN (1935).
  • 2) IL PARADOSSO DI FERMI (1950).

 

 

1) IL PARADOSSO EPR – EINSTEIN, PODOLSKI E ROSEN (1935).

CONSTATAZIONE DEL PRINCIPIO DELLA RISONANZA.

EPR è l’acronimo delle iniziali degli scienziati osservatori del paradosso (nel 1935): Einstein, Podolsky e Rosen.
Il Fisico Emilio Del Giudice menziona il paradosso EPR (durante una sua conferenza) con le seguenti parole:

EMILIO DEL GIUDICE (Fisico): “Nessun oggetto fisico al mondo, incluso il vuoto medesimo, è libero di NON oscillare.
Questo apre delle grandi possibilità.
Possiamo quindi avere vari oggetti che oscillano in fase tra di loro oppure  possono esercitare delle forze tra di loro e interrompere così l’oscillazione in fase.
Possiamo avere quindi forze esterne, ma possiamo avere anche un moto da dentro all’oggetto, una forza interna collegata alla fase e alla risonanza.
Mentre il mondo della forza richiede lo spazio tempo, il mondo della fase è al di fuori dello spazio tempo.” […]

“Einstein capisce  queste implicazioni nel paradosso di Einstein Podolski e Rosen, dove disse che se le leggi della fisica quantistica sono vere, se ne deduce che due particelle in risonanza di fase tra di loro, in quanto frammenti di un’unica particella che si è separata, nel momento in cui i due frammenti vengono allontanati, andando a fare qualcosa su una delle due, istantaneamente l’altra particella sente lo stesso effetto.
Questo in violazione del principio di causalità, cosa che secondo  il pensiero del tempo, non era possibile.
Da ciò Einstein dedusse che la fisica quantistica non poteva funzionare esattamente tutta così , ma ci doveva essere dell’altro.  [… continua]

Il Paradosso EPR, chiama in discussione quel particolare fenomeno che prende il nome di: ENTANGLEMENT QUANTISTICO.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti: Wikipedia.  Art  Il concetto di Risonanza secondo Emilio Del Giudice

 

 

2) IL PARADOSSO DI FERMI (1950).

LA VERITA’ STA NELLA LOGICA.

Definizione tratta da WikipediaIl paradosso di Fermi, attribuito al fisico Enrico Fermi, sorge nel contesto di una valutazione della probabilità di entrare in contatto con forme di vita intelligente extraterrestre.[1]

Si riassume solitamente nel seguente ragionamento: dato l’enorme numero di stelle nell’universo osservabile, è naturale pensare che la vita possa essersi sviluppata in un grande numero di pianeti e che moltissime civiltà extraterrestri evolute siano apparse durante la vita dell’universo. Da tale considerazione nasce la domanda:

«Se l’Universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante?»

oppure:

«Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non ne abbiamo ancora ricevuto le prove, come trasmissioni radio, sonde o navi spaziali?»

Questo quesito serve di solito come monito alle stime più ottimistiche dell’Equazione di Drake, che proporrebbero un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate in grado di stabilire comunicazioni radio, inviare sonde o colonizzare altri mondi.

Note:  1. (EN) Eric Jones, “Where is everybody?”, An account of Fermi’s question”, Los Alamos Technical report LA-10311-MS, marzo, 1985.

Fonti: Wikipedia, alla voce Paradosso di Fermi.

 

 

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