Pensiero unico

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Pensiero unico in sintesi.
  1. COS’E’ IL PENSIERO UNICO.

 

 

INTRODUZIONE: Pensiero unico in sintesi.

E’ quando tutta una serie di correnti di pensiero apparentemente diverse le une dalle altre, in effetti si basano tutte uno stesso comune denominatore che le rende sostanzialmente uguali tra loro.

 

 

COS’E’ IL PENSIERO UNICO.

IL MODO UNICO DI PENSARE DEL MONDO OCCIDENTALE, E’ QUELLO STABILITO DAI NEOLIBERISTI.

Riportiamo a seguire la definizione elaborata dall’economista Nando Ioppolo (economista post-keynesiano).

NANDO IOPPOLO: “Pensiero unico in economia” è una locuzione che è stata coniata da Ignace Ramonè (senza fonte) che era allora nel ’95 il direttore di “Le monde diplomatique”.
Lui sostanzialmente diceva che al di là di tutte le critiche che vengono portate al pensiero liberista, di fatto c’è un convergere, esiste un massimo comune denominatore tra tutti gli economisti occidentali.
Questo comune denominatore è quello che possiamo chiamare:
PENSIERO UNICO in economia.
Il Pensiero unico è il recinto definito dal modello liberista all’interno del quale tutti gli studiosi di tutte le Università del mondo occidentale, esprimono le proprie opinioni.
Il Pensiero liberista consiste in un blocco assiomatico, un insieme di proposizioni, fatti e relazioni tra fatti economici, esposti secondo una correlazione che segue una determinata logica (quella neoliberista appunto).
Solo che questa logica fa riferimento ad un sistema teorico in cui ogni preposizione rimanda ad un altra, la quale a sua volta rimanda ad un altra, che rimanda ad un altra, e tutte quante stanno impiedi sostenendosi in modo reciproco.
I latini per esprimere questo concetto dicevano:
“ Simul stabunt aut simul cadent ” – Insieme staranno o insieme cadranno.
Cioè, o cadono tutte insieme, perchè uno rifiuta tutto il blocco nel suo intero, oppure, nel momento in cui accetti la base del loro assioma, restano tutte impiedi.
Oggi il pensiero unico continua a persistere restando impiedi esattamente grazie al fatto che le critiche che gli vengono mosse, sono sempre e solo fatte in modo settoriale, restando sempre all’interno dei paletti del modello liberista, dando per scontato che lo schema di base su cui si fonda il ragionamento sia valido.
Fino a che non si mette in discussione lo schema di base, il ragionamento che ci viene costruito sopra, risulterà sempre, per quanto sbagliato, coerente col suo schema di base e di conseguenza risulterà sempre coerente anche con se stesso.
L’esempio dello Stato che si comporta come una normale azienda o un buon padre di famiglia è uno degli esempi più emblematici.
Viene detto che lo Stato, come le aziende in MICROeconomia, deve fare attivo di bilancio, mentre nella realtà abbiamo visto che in MACROeconomia le cose stanno al contrario.
Dunque cosa accade:
Lo Stato facendo attivo di bilancio (avanzo primario) compie politiche restrittive che stornano risorse finanziarie dall’economia, il PIL cala, l’economia va in crisi e il rapporto debito PIL peggiora, coi mercati finanziari che ti sommergono di interessi da pagare.
E cosa rispondono i liberisti?
Che lo Stato non ha fatto abbastanza compiti a casa e che per fare andare meglio le cose deve “stringere la cinghia” ancora di più.
E tutti lo accettano perchè in MICROeconomia le cose funzionano così, mentre invece stiamo ragionando in termini MACRO dove le dinamiche sono rovesciate.
Quindi come detto o contesti il ragionamento tutto in blocco rigettando l’assunto che lo Stato operi in MICRO, facendo valere il fatto che lo Stato invece operi in MACRO, oppure gli assiomi liberisti continueranno sempre a stare impiedi, dando l’illusione di essere plausibili in quanto sempre coerenti con se stessi.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonte:  Video su YouTube  “Nando Ioppolo di Elia Menta Economia Criminale (min. 1:08)“.

 

 

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