Privatizzazioni anni ’90

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Storia privatizzazioni anni ’90 in sintesi.
  1. BREVE INQUADRAMENTO STORICO.
  2. NINO GALLONI: “NELL’89 CI FU UN ACCORDO TRA KOHL E MITTERAND CHE IMPLICAVA LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE DELL’ITALIA PER MEZZO DELLE PRIVATIZZAZIONI DEGLI ASSET STRATEGICI ITALIANI.”
  3. LE PRIVATIZZAZIONI FURONO CONDOTTE CON LA FALSA SCUSA DEL DEBITO PUBBLICO.
  4. STRATEGIA DELLE PRIVATIZZAZIONI: SVALUTANDO LA LIRA GLI STRANIERI COMPRANO IN SALDO.
  5. IL SETTORE PUBBLICO E IL SETTORE PRIVATO OPERANO IN MANIERA CONTRAPPOSTA/CAPOVOLTA.
  6. ESEMPIO PRATICO DI PRIVATIZZAZIONE: AUTOSTRADE S.p.a.

 

 

INTRODUZIONE: Storia privatizzazioni anni ’90 in sintesi.

Le privatizzazioni furono fatte per togliere potere all’Italia nella competizione EuroMonetaria, oltre che per limitarne il più possibile la sovranità.

 

 

1) BREVE INQUADRAMENTO STORICO.

RIASSUNTO TRATTO DAL SAGGIO “STRATEGIA DELLA TENSIONE” di Michele Barozzi.

Come già spiegato più volte, per via della sua posizione altamente GeoStrategica l’Italia è sempre Stato un paese sorvegliato speciale.
Soprattutto da parte delle nostre forze alleate, USA in primis.
La strategia GeoPolitica perseguita dalle forze nostre alleate contro l’Italia seguiva una duplice finalità:
– Da un lato quello di impedire l’evoluzione del sistema politico italiano, cioè, impedire che la politica italiana si spostasse verso sinistra (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito dagli USA per via della Guerra Fredda).
– Dall’altro (quello di cui si parla pochissimo) quello di porre un freno all’emancipazione della sovranità italiana per contenere uno straripamento di una potenziale egemonia italica sul Mediterraneo, quindi Africa e Medio-Oriente (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito da Inghilterra e Francia per via delle loro colonie in quei territori).
In entrambi i casi, si trattava di neutralizzare la sovranità italiana a qualsiasi costo e con ogni mezzo.
Tra i mezzi visti ci sono:

  1. – La Strategia della tensione (per mezzo delle stragi di Stato).
  2. – La sottrazione della sovranità monetaria (per mezzo del SistemaEuroMonetario).
  3. – La sottrazione dell’autonomia industriale (per mezzo delle privatizzazioni di tutti gli asset pubblici strategici).

Le privatizzazioni anni ’90 sono servite esattamente a sottrarre ulteriore sovranità allo Stato italiano così da renderlo sempre meno auto-sufficiente e sempre più dipendente (ovvero ricattabile) dagli altri Stati (o multinazionali) esteri.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

2) NINO GALLONI: “NELL’89 CI FU UN ACCORDO TRA KOHL E MITTERAND CHE IMPLICAVA LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE DELL’ITALIA PER MEZZO DELLE PRIVATIZZAZIONI DEGLI ASSET STRATEGICI ITALIANI.”

DICHIARAZIONE DELL’EX FUNZIONARIO DEL MINISTERO DEL BILANCIO ITALIANO.

NINO GALLONI: “Bisogna ritornare al ‘89 quando si voleva affrontare diversamente la questione della riunificazione della Germania, e allora Kohl andò da Mitterrand e gli disse:
“Se mi appoggi sulla riunificazione della Germania, io rinuncio al Marco che ti schiaccia”
ma perché questo accordo potesse funzionare bisognava deindustrializzare l’ Italia.
Ecco dove si consumò il tradimento, perché fino all’estate ‘89, quando Andreotti mi aveva chiamato al governo per “cambiare l’economia di questo paese”, queste le sue parole testuali, mi hanno fatto lavorare settembre e ottobre, poi a ottobre avanzato andammo alla Bocconi dove ci fu lo scontro tra me e Monti sul discorso monetario, però intanto io non mi ero reso conto che:
la fondazione Agnelli,
la FIAT.
la Confindustria,
la Banca d’Italia,
ecc.
stavano prendendo provvedimenti contro quello che stavamo cercando di fare al Ministero del bilancio, e quindi si fu anche la telefonata di Helmut Kohl a Guido Carli ministro del tesoro per dire:
“So che c’è qualcuno che sta lavorando contro il nostro progetto”
il nostro progetto di cui parlava Kohl era già l’Euro.”

Scritto da: Cristian Minerva

Fonte: Nino Galloni: “Gli americani temono l’espansionismo della Germania” | Notizie Oggi Lineasera

 

 

3) LE PRIVATIZZAZIONI FURONO CONDOTTE CON LA FALSA SCUSA DEL DEBITO PUBBLICO.

NON SI TRATTAVA DI CARROZZONI PUBBLICI, MA SI PUNTAVA A SOTTRARRE GLI ASSET PUBBLICI STRATEGICI DALLE MANI DELLO STATO.

NON è vero che le imprese pubbliche costituivano carrozzoni inefficienti.
Tutt’altro.
I dati dimostrano che il sistema misto pubblico-privato adottato dall’Italia era il più efficace (Corriere della Sera – 16 maggio 1991 – “ITALIA QUARTA POTENZA!“).
NON solo.
Il sistema misto italiano aveva ancora un margine di ulteriore miglioramento, giacché si trattava di un sistema che necessitava sicuramente di una adeguata revisione (al fine di ripulirlo dalle inefficienze dovute ai malcostumi).
Ebbene.
Negli anni ’90, invece che procedere a revisionarlo, con la scusa del debito pubblico si procedette a smantellarlo, con i risultati che sono attualmente sotto gli occhi di tutti.
Infatti:

  1. Il debito NON era colpa di casta sprechi e carrozzoni pubblici (vedi pag. Dimostraz. causa debito).
  2. Nella maggior parte dei casi i carrozzoni pubblici erano aziende estremamente profittevoli, come ad esempio la Società Autostrade piuttosto che il Comparto bancario in primis (vedi articolo “Esempio pratico di privatizzazioni: Autostrade S.p.a.”).

In oltre NON va dimenticato che i servizi pubblici primari e le infrastrutture pubbliche rappresentano essere gli ASSET pubblici strategici di una qualsiasi Nazione che solitamente gli Stati forti si tengono ben stretti nelle loro mani.
NON a caso mentre negli anni ’90 l’Italia procedeva a disfarsi di tutti i suoi asset publici strategici (banche in primis), i nostri diretti competitors Francia e Germania, procedevano nella direzione opposta investendo miliardi di Marchi/Franchi nei loro asset col mirato intento di preparare un loro ingresso nel SistemaEuroMonetario che fosse il più strategico possibile.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

4) STRATEGIA DELLE PRIVATIZZAZIONI: SVALUTANDO LA LIRA GLI STRANIERI COMPRANO IN SALDO.

CASUALITA’ OPPURE STRATEGIA?

Col debito pubblico alle stelle a causa del DIVORZIO in regime di SME (e non di casta e sprechi come viene ripetutamente propinato dai media), viene proposto l’Euro, ovvero un sistema monetario basato su moneta estera da prendere in prestito ad un tasso di interesse che varia a seconda dela dimensione del debito che uno Stato possiede.
Lo stesso buon senso suggerisce che in una condizione debitoria come la nostra, l’ingresso in un sistema del genere sarebbe a dir poco suicida..
La prima repubblica infatti non accetta, e puntualmente arriva tangentopoli .
Ora si presti attenzione a queste congetture:
Il Trattato di Maastricht è datato 1992.
Nel ’92 si susseguono i seguenti eventi:
– 1) TANGENTOPOLI: cade la prima repubblica Euro-scettica, rimpiazzata dalla seconda Euro-favorevole.
– 2) Si tiene la cruciale assemblea del BRITANNIA.
– 3) Attacco speculativo alla Lira (deciso sul Britannia).
– 4) Saltano per aria i giudici FALCONE e BORSELLINO mentre stavano indagando su “Menti raffinatissime dietro la mafia, facenti capo a centri occulti di potere esterni che hanno altri interessi..” (CIT. Giovanni Falcone in implicito riferimento all’interconnessione fra MAFIA, GLADIO/SERVIZI SEGRETI DEVIATI e P2); lo stesso Di Pietro in seguito dichiarerà che l’operazione “Mani Pulite” fu bloccata da un intervento dei servizi segreti (deviati) allorchè stavano per inchiodare la sinistra (la stessa di Napolitano, Prodi, Ciampi, Dini, Amato, D’Alema, & Co, cioè i cruciali personaggi che poi successivamente condussero a turno la preparazione dell’Italia nell’ingresso nell’Euro nelle modalità accennate qui di seguito).

MODALITA’ DI SCONTO:

L’attacco speculativo alla Lira del 1992 fece uscire l’Italia dallo SME con conseguente svalutazione della Lira nei confronti delle altre valute di circa il 20% – 30% (a seconda della valuta che si prende come riferimento).
Per cui riepilogando i passaggi chiave si ottiene che:
– A giungno del ’92 si tiene l’assemblea sul Britannia in cui sono presenti tutte le cariche istituzionali italiane con i principali players economici coinvolti nell’operazione.
– A settembre del ’92 Moody’s procede con il declassamento dei titoli italiani.
– A seguito dell’attacco la Lira si svaluta del 30%.
– Negli anni successivi tutti gli asset pubblici privatizzati risulteranno per gli acquirenti stranieri scontati del 30%.
Il resto degli anni ’90 successivi trascorrono all’insegna delle dismissioni pubbliche da parte dello Stato italiano nei suoi principali asset strategici quali Telecomunicazioni, Banche/Bankitalia. ecc. così come stabilito sul BRITANNIA dai personaggi della seconda repubblica sopra elencati, tutti presenti sul panfilo (Mario Draghi compreso) insieme alla finanza londinese/internazionale.
Da notare che la Germania in parallelo nello stesso periodo operava nella direzione opposta, investendo milioni di Marchi a rafforzamento dei suoi principali asset (trattasi di vere e proprie strategie di guerra): le banche tedesche manco a dirlo restano saldamente sotto il controllo pubblico, strategia fondamentale in un sistema Euro basato sui finanziamenti bancari (NB: La spesa primaria tedesca dal 1991 al 2005 fu sempre superiore alla spesa primaria italiana, a testimonianza della veridicità dei fatti sopra-esposti).
L’Italia giunge alla fine degli anni ’90 gambizzata (e soprattutto senza controllo sul suo comparto bancario), la Germania, ma anche la Francia, all’opposto restano ben corazzate .

PERDITA DI CONTROLLO SULLE BANCHE:

Si vuole far notare la portata dell’importanza strategica da parte di uno Stato nel poter disporre del controllo sulle proprie banche (a maggior ragione nel momento in cui un altro Stato non può disporre della stessa facoltà).
Abbiamo detto che nell’Euro gli Stati prendono in prestito i soldi dalle banche offrendo in garanzia i loro Titoli.
Dunque il mercato dei Titoli è gestito dalle banche, ergo, sono le banche che possono comprare e vendere i suddetti Titoli.
E’ facile intuire che se uno Stato possiede le sue banche, esso sarà in grado di “comandare” alle stesse l’acquisto o meno dei vari titoli sul mercato, sia che si tratti di Titoli nazionali, che esteri.

ATTENZIONE: Questo vuol dire poter fare scendere i propri tassi, e poter fare salire quelli degli altri secondo i propri interessi (un esempio emblematico è stato l’attacco allo spread per far cadere i governi di Italia e Grecia nel 2011). Stiamo parlando cioè di un divario che è assoluto.
La rivista “GEOPOLITICA”  fornisce un quadro delle differenti posizioni bancarie relative ai diversi paesi-membri con queste parole:
“A partire dall’assetto quasi completamente privato del sistema bancario, la condizione italiana è nettamente svantaggiosa. Il controllo pubblico delle banche nei primi anni ’90 era al 74,5%, contro il 61,2% della Germania, ed il 36% della Francia. Dopo le privatizzazioni la proprietà pubblica nelle banche italiane (e indirettamente nella Banca d’Italia) è stata quasi totalmente annullata mentre Germania e Francia hanno mantenuto rispettivamente nel sistema bancario una quota del 52% e 31% (attualmente ancora più alte N.d.A). Alla luce anche della mancata nazionalizzazione del MPS, le implicazioni di questo assetto privato del sistema bancario italiano sono degli oneri sempre più gravosi per lo Stato ed un minore margine di manovra per incentivare lo stimolo dell’economia reale.” (Enrico Ferrini – GEOPOLITICA).

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

5) IL SETTORE PUBBLICO E IL SETTORE PRIVATO OPERANO IN MANIERA CONTRAPPOSTA/CAPOVOLTA.

IL PASSIVO DEL SETTORE PUBBLICO CORRISPONDE ALL’ATTIVO DEL SETTORE PRIVATO, E VICEVERSA.

PREMESSA: Per comprendere a pieno il senso (o il NON senso) delle privatizzazioni, è indispensabile aver capito come funzionino i bilanci dei 2 settori che compongono l’economia:
– Settore pubblico.
– Settore privato.
A tal fine si rimanda alla pag. Formule dimostrative.

Quando una azienda come ad esempio Autostrade piuttosto che Treni, o Traghetti, ecc ecc, opera nel settore pubblico, al di la del servizio offerto, la sua funzione contabile NON è quella creduta da tutti.
Infatti.
Il credo comune vuole che il settore pubblico si comporti come quello privato, ovvero, vuole che venga perseguito il bilancio dell’esercizio in attivo.
E’ errato.
Il bilancio pubblico in MACROeconomia NON è quello di far quadrare i conti come avviene per il settore privato in MICROeconomia, bensì è quello di bilanciare la moneta circolante con la quantità di prodotti (lavori/beni/servizi) disponibili sul territorio.
Per cui si ha che:
– Quando il Bilancio dell’esercizio pubblico è in ATTIVO, lo Stato sta compiendo politiche RESTRITTIVE.
– Quando il Bilancio dell’esercizio pubblico è in PASSIVO, lo Stato sta compiendo politiche ESPANSIVE.
E viceversa.
Banalmente (come già spiegato più volte):
– Quando l’economia sta attraversando una crisi recessiva in presenza di elevata disoccupazione e inflazione eccessivamente bassa, lo Stato deve compiere politiche espansive (Bilancio pubblico in passivo).
viceversa
– Quando l’economia sta attraversando una crisi inflattiva in presenza di piena occupazione e inflazione eccessivamente alta, lo Stato deve compiere politiche restrittive (Bilancio pubblico in attivo).
Non viceversa.
Da ciò se ne deduce che:
Quando un esercizio pubblico viene privatizzato, ovvero passa dal settore pubblico a quello privato, a mutare è la ragione stessa dell’esercizio, passando da:
– Esercizio pubblico a scopo di utilità collettiva di tutti.
a
– Esercizio privato a scopo di lucro limitato a pochi.
Ergo:
Nel primo caso l’esercizio distribuisce i soldi, nel secondo caso li ritira (per concentrarli nelle mani di pochi).

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

6) ESEMPIO PRATICO DI PRIVATIZZAZIONE: AUTOSTRADE S.p.a.

LA DIMOSTRAZIONE PRATICA DEL PERCHE’ I BENI/SERVIZI PUBBLICI NON DEVONO MAI ESSERE PRIVATI.

PREMESSA: Il settore pubblico funziona in modo capovolto al settore privato (vedi pag Saldi settoriali e Ciclo economico).
– Il settore privato aumenta la sua economia realizzando un ATTIVO di bilancio (ergo, ottiene soldi risparmiando).
– Il settore pubblico aumenta la sua economia realizzando un PASSIVO di bilancio (ergo, ottiene soldi spendendo).
A seguire proponiamo il riassunoto tratto dal video della trasmissione RAI-Report (2004).

Riassunto del video: I Benetton che già nel 1996 avevano acquistato dall’IRI la catena Autogrill, nel 1999 rilevano Autostrade nel seguente modo:
Esattamente come qualche anno fa una famiglia si recava in banca con pochissimi soldi e otteneva un mutuo per la casa intera, i Benetton nel ’99 mettendo a garanzia una piccola somma di capitale pressochè nulla, ottennero dalle banche un MaxiFinanziamento (circa 7mld di Euro) con cui comprarono il 70% delle azioni di Autostrade al momento della privatizzazione (la società dei Benetton attraverso cui fu fatta l’operazione si chiamava Schema28).
Poi i Benetton hanno girato l’indebitamento della loro società Schema28, alla stessa società autostrade S.p.a. la quale ha provveduto nel corso degli anni successivi a ripagare il mutuo con il flusso dei pedaggi autostradali pagati quotidianamente da tutti gli utenti.
Morale:
I Benetton sono diventati proprietari del gruppo Autostrade senza praticamente sborsare 1 soldo, giacchè la Società autostrade si è pagata da sola il mutuo dell’acquisto.
NON solo.
Quando noi paghiamo il pedaggio all’autostrada, in teoria staremmo pagando il costo sostenuto per realizzare l’infrastruttura e suo successivo mantenimento.
In realtà il costo della realizzazione dell’infrastruttura di Autostrade è stato ammortizzato già molti anni fa, e quindi l’utente starebbe pagando soltanto il suo mantenimento.
Il fatto è che se prima la Società autostrade NON era una società privata a scopo di profitto, nel momento in cui viene privatizzata muta la sua ragione di essere.
Quindi a partire dall’anno successivo alla privatizzazione nella gestione di Autostrade si è registrato un meno 70% di investimenti.
Ergo:
I proventi del pedaggio che prima venivano reimpiegati nell’infrastruttura, dopo la privatizzazione sono stati trattenuti dal proprietario privato come profitto.
Questa è ad esempio la ragione per cui in Italia tutti i ponti stanno crollando.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Video su YouTube   Report 2004 10 01 Vivere di rendita Privatizzazioni e Multinazionali, Autostrade, Telecom, Energia Special Guest Bebo Storti

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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Cristian Minerva

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