Istruzione-Scuola-Educazione

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Istruzione-Scuola-Educazione in sintesi.
  1. GRAFICO SPESA ISTRUZIONE/PIL (COMPARATIVA).
  2. SCUOLE SEMPRE PIU’ AZIENDE, STUDENTI SEMPRE PIU’ CLIENTI.
  3. PRIMA LA SCUOLA FORMAVA LO STUDENTE PER INTEGRARLO A LIVELLO UMANO NELLA SOCIETA’, ORA LO FORMA PER INSERIRLO A LIVELLO ECONOMICO NEL MONDO DEL LAVORO.
  4. ALESSANDRO BARBERO: “IL COMPITO DELLA SCUOLA NON DOVREBBE ESSERE SOLO QUELLO DI FORMARTI AL LAVORO MA DOVREBBE ESSERE INNANZITUTTO QUELLO DI PERMETTERTI DI FORMARE LA TUA PERSONA INTERIORE”

 

 

INTRODUZIONE: Istruzione-Scuola-Educazione in sintesi.

Attraverso la scuola viene impressa la pedagogia nazionale con cui viene plasmata la popolazione.
Nel mondo occidentale tutte le popolazioni sono sottoposte all’assimilazione del così detto PensieroUnico, ovvero il pensiero NeoLiberista, con tutti i dogmi del caso al seguito (DebitoPubblico, inflazione, BancaCentrale indipendente dalla democrazia del 99%, ecc.).

 

 

1) GRAFICO SPESA ISTRUZIONE/PIL (COMPARATIVA).

LA SPESA ITALIANA PER L’ISTRUZIONE E’ INFERIORE A QUELLA DI TUTTI I NOSTRI COMPETITORS DIRETTI.

Fonte: OCSE

 

 

1) FABRIZIO MARONTA (nel 2021): “LA PEDAGOGIA NAZIONALE ATTRAVERSO SCUOLA, MEDIA, E PRODUZIONE CULTURALE, SERVE A PLASMARE LA POPOLAZIONE.”

RELAZIONE DEL GIORNALISTA DELLA RIVISTA DI GEO-POLITICA LIMES, nel 2021.

 

 

 

FABRIZIO MARONTA (nel 2021):  3:02 Attraverso la pedagogia una nazione trasmette l’idea che ha di sé a se stessa. Per questo è un soliloquio. Impartisce la versione della storia che ritiene strumentale per forgiare i cittadini nel presente che saranno, che condurranno la Nazione nel futuro nella direzione prestabilita.

6:00 Quanto più indietro una potenza fa risalire le proprie origini, tanto più alta è l’idea che ha di sé, più efficace sarà la propria difesa giacchè risulterà piu’ difficile estirpare dal mondo un popolo che si richiami indietro nei millenni.

8:29 e tutte le potenze che si percepiscono nella storia, si fanno risalire molto indietro, la Cina , La Siria , la Turchia, ecc.

8:46 Invece i paesi che si percepiscono sempre costantemente nuovi, riprodotti dalla storia con delle cesure nette che distruggono, cancellano quello che era venuto prima e creano un uomo nuovo, sono Potenze che si tolgono dalla storia.

9:21 La pedagogia nazionale stabilisce quale sia il nostro posto nel mondo, ci da una missione, o NON ce la da.

11:34 La pedagogia nazionale viene impartitaattraverso 3 fronti: 1) La scuola, 2) Il dibattito mediatico,3) La produzione culturale.

11:48 1)La scuola, ovvero l’istruzione e l’insegnamento didattico scolastico nelle scuole e nelle università.

13:49 2)Il dibattito mediatico, ovvero l’informazione in radio, in tv, sui giornali  (vedi anche pag. Controllo sociale e pag. “Ecco come morimmo” del sito PAOLO BARNARD.INFO []n.d.a]).

14:17 3)La produzione culturale, ovvero i film, i telefilm, la musica, ecc.

20:56 La pedagogia serve a: Pedagogia serve a preparare il futuro, perché serve a rendere più dolce una situazione di cattività, serve rendere più dolce un fallimento, una sconfitta, un essere inseriti nella sfera di influenza altrui, a non avere il controllo sui propri mezzi, nemmeno sulla propria coscienza, in ultima istanza la pedagogia serve, citando Verdi, a infonderci virtù al patire.

Fonte FABRIZIO MARONTA:

 

 

 

2) SCUOLE SEMPRE PIU’ AZIENDE, STUDENTI SEMPRE PIU’ CLIENTI.

NOI INSEGNANTI PRODUCIAMO SERVI (Pietro Ratto sulla scuola di oggi).

Lo svilimento della società passa necessariamente da uno svilimento della scuola.
A partire dal 2000 in avanti il modello liberista ha iniziato a fare breccia anche nelle scuole.
La scuola ha cominciato a trasformarsi sempre più in azienda e gli studenti in clienti (dove il cliente ha sempre ragione).
In un sistema del genere, la logica del mercato la fa da padrone.
Vale la regola per cui l’istruzione non è più uguale per tutti, ma cambia a seconda dei soldi che uno ha da spendere.
Le stesse scuole nella logica aziendale di attrarre clienti, in assenza di risorse finanziarie causate da tagli su tagli, invece che attirare gli studenti offrendo migliori contenuti didattici, si ritrovano a ripiegare su iniziative promozionali più dequalificate del tipo “Promossi o recuperati”, dove in sostanza gli studenti riescono a completare il percorso degli studi senza praticamente dover più studiare.
Quindi sempre meno istruzione, sempre meno cultura, sempre meno sapere, in un contesto scolastico in cui gli studenti, sempre più inebetiti, sempre più annichiliti, solamente interessati alle cose più superflue come smartphone, vestiti ecc, vengono instradati per impersonare lo stereotipo di generico cittadino ideale consumatore, nonché ideale elettore poco istruito e poco consapevole, così come serve alle solite elìte dominanti liberiste capitaliste.
Tutte le nuove riforme scolastiche, sono tutte quante tese far convergere la scuola coi suoi studenti sul modello liberale basato sulla valorizzazione dei soldi e del mercato, a scapito dell’aspetto umano e delle relazioni.
Gli studenti odierni sono inseriti in un ottica che è quella del profitto, del primeggiare sugli altri, ognuno per se (che significa individualismo), a tutto scapito della coesione, della condivisione e della solidarietà.
La stessa introduzione, avvenuta con la riforma Berlinguer, del concetto di credito scolastico in sostituzione del vecchio voto, ne è un esempio lampante.
La formula del credito se ci si pensa, rappresenta una sorta di anticamera di quello che poi sono i soldi nel sistema economico.
Gli studenti sono addestrati sin da subito a competere per ottenere maggior credito, il più alto credito possibile, (magari anche a scapito degli altri visto che se tutti hanno meno di te significa che tu vali di più) per poi poterlo spendere, e utilizzare in modo profittevole esattamente come si fa con i soldi.
Anche lo studio segue la stessa logica: si sceglie un indirizzo di studio solamente nell’ottica che questo produca un risultato che sia spendibile secondo la sola logica del profitto, soppiantando totalmente la scelta mossa dalla logica della vocazione interiore nei confronti di una determinata materia specifica magari a noi più congeniale (es materie umanistiche, artistiche letterarie, oggi poco spendibili rispetto a orientamenti più tecnologici o finanziari).
Altro aspetto grottesco del modello scolastico neoliberista è quello di educare lo studente a prepararsi a dover entrare in un mondo del mercato del lavoro in cui la crisi impone di adeguarsi ad accettare passivamente tutto ciò che il mercato offre, con riferimento particolare all’aspetto pecuniario in termini di bassi salari (esattamente ciò che le elite dominanti somministratrici del lavoro desiderano).

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Video su YouTube “Noi insegnanti produciamo servi (Pietro Ratto sulla scuola di oggi)

 

 

3) PRIMA LA SCUOLA FORMAVA LO STUDENTE PER INTEGRARLO A LIVELLO UMANO NELLA SOCIETA’, ORA LO FORMA PER INSERIRLO A LIVELLO ECONOMICO NEL MONDO DEL LAVORO.

LA SCUOLA TI VUOLE MEDIOCRE – Enzo Pennetta

Siamo passati da una scuola finalizzata alla persona a una scuola finalizzata al mercato.
Cioè mentre inizialmente lo scopo della scuola era quello di formare la persona, quindi formarla culturalmente, dagli uno spessore e aiutarla a una crescita a livello personale, senza che la cosa sia stata esplicitamente dichiarata, ad un certo punto si comincia a cambiare riferimento, come se la bussola avesse cominciato ad indicare un nuovo punto cardinale.
Questo nuovo riferimento cardinale è il mercato.
Questo è avvenuto però non dichiaratamente.
Si è inserito in un processo sociale che ha portato complessivamente a questo cambio di riferimento cardinale, seguendo in parallelo lo stesso cambiamento di rotta intrapreso a livello superiore dallo stesso Stato.
Lo Stato stesso, dal servizio al cittadino, è passato a dover ad esempio non scontentare i mercati.
Quindi anche per la scuola: non è più la persona che deve crescere ma è un mercato da accontentare.
Il percorso di trasformazione non è ancora arrivato a compimento perché sta andando avanti in modo lento e graduale.
La modalità utilizzata per portare avanti questo tipo di cambiamento è la stessa utilizzata nell’800:
Si utilizza l’idea del progresso facendo passare per obsoleto e peggiore tutto ciò che è già in essere, per sostituirlo con qualcosa di nuovo, laddove però il nuovo non è necessariamente detto che non sia meno obsoleto o migliore di ciò che si sta andando a sostituire (il modello liberista nella fattispecie si fonda su teorie economiche neoclassiche neo mercantili addirittura quasi medioevali).
Ciò che in realtà si vuole ottenere con questo stravolgimento (fatto passare per ammodernamento) è quello di cambiare i fini e i metodi.
In sostanza la nuova scuola è tesa non più a fornire allo studente gli strumenti culturali intellettuali spirituali per integrarsi a livello umano nella società, ma bensì tesa a fornire strumenti meramente tecnici per inserire lo studente a livello economico nel mondo del lavoro.
A partire dal 2000, a partire dalla riforma di Berlinguer, la scuola ha iniziato la sua metamorfosi liberista.
La scuola ha cominciato a trasformarsi sempre più in azienda e lo studente in cliente.
Le stesse terminologie adottate sono rivelatrici di questo nuovo tipo di mentalità che si sta cercando di diffondere nella società contemporanea.
Il titolo di studio ora viene definito “appetibile”, come se lo studente dovesse diventare in qualche modo appetitoso, facilmente “mangiabile”, ovviamente dal mercato, in questo caso mercato del lavoro.
Quindi ecco che lo studente viene preparato a divenire un prodotto, una merce vendibile e facilmente acquistabile da qualcuno.
Questo è totalmente dissociato dall’idea originale del concetto di scuola così come era stato concepito (ovvero quel concetto considerato vecchio obsoleto e dunque da sostituire).
La scuola fino ad un certo momento era questo:
La scuola prosegue la formazione inizialmente fornita all’individuo dalla sua famiglia: il bambino inizia a sperimentare le relazioni personali, e dunque la società, dapprima nell’ambiente del nucleo familiare, e poi successivamente lo sviluppo viene proseguito nell’ambiente sociale più articolato fornito dalla scuola.
Cos’è che non andava bene all’ideologia neoliberista mercantilista di questo modello scolastico?
Il fatto che nella famiglia si sperimenta la gratuità, cioè il rapporto fra genitori e figli non implica una finalità economica.
Stesso discorso per il concetto di condivisione, di bene comune, cioè, la casa, i beni essenziali, in ambito familiare sono trattati e gestiti a livello comunitario senza che qualcuno ne rivendichi la proprietà.
Anche il concetto di radicamento identitario, il senso di appartenenza alle proprie origini, è un ulteriore aspetto che viene fortemente sentito nella vita familiare.
La scuola quindi non fa altro che prendere in consegna lo sviluppo iniziato dalla famiglia, per proseguirlo in modo più ampio e strutturato, aggiungendo il patrimonio culturale della società in cui questa scuola è radicata.
Il risultato è la realizzazione di una persona con un determinato spessore intellettuale culturale e spirituale che permetterà poi all’individuo a livello collettivo di difendere insieme agli altri, quelli che sono gli interessi di tutti a livello comunitario dell’intera società (stiamo parlando della società rappresentante il così detto 99%).
Una società composta da questo tipo di cittadini così formati, è una società in grado di autodeterminarsi, e dunque in grado di opporsi alle oppressioni, ribellandosi se necessario.
Tutto questo come detto però non va bene alle classi dominanti del così detto 1%.
Le classi dominanti dell’1% che devono dominare sul 99% hanno bisogno di tutto l’opposto, cioè hanno bisogno che il 99% sia composto da persone addomesticabili, facilmente condizionabili, dominabili.
Quindi ecco che l’operato della scuola neoliberista si muove verso una direzione diametralmente opposta rispetto al modello di scuola di tipo umanistico.
L’obbiettivo in quest’altro caso è quello di formare tutte le persone nell’ottica del mercato, al fine di produrre un tipo di individuo incapace di reclamare i suoi diritti, e che di conseguenza riconosca una autorità esterna che è il mercato, addossandosi poi personalmente tutte le colpe nel caso in cui le cose non vadano bene.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Video su YouTube “LA SCUOLA TI VUOLE MEDIOCRE – Enzo Pennetta

 

 

4) ALESSANDRO BARBERO: “IL COMPITO DELLA SCUOLA NON DOVREBBE ESSERE SOLO QUELLO DI FORMARTI AL LAVORO MA DOVREBBE ESSERE INNANZITUTTO QUELLO DI PERMETTERTI DI FORMARE LA TUA PERSONA INTERIORE”

ALESSANDRO BARBERO: “Oggi Il rischio è l’idea che l’unico scopo per cui si vada a scuola sia unicamente quello di trovare il proprio posto come produttori all’interno dell’economia,
Se questo poi lo si aggiunge al fatto che una volta che si esce dalla scuola si scopre che invece nessuno ti vuole e che il tuo posto non c’è per niente, si crea un ansia costante deleteria per il benessere dell’esistenza personale.
Invece si continua ad alimentare l’idea che se la scuola fosse più capace di star dietro alle esigenze del mercato tutti sarebbero magicamente occupati cosa che palesemente è falsa, poiché il nostro sistema economico è fatto per avere una percentuale altissima di disoccupati.
E allora forse sarebbe giusto comprendere che seppur sia importantissimo che la scuola ti formi per trovare il proprio posto di lavoro nel mercato, è allo stesso modo importantissimo fare i conti con se stessi e avere una testa aperta per capire come è fatto il mondo dentro cui sei nato ed è proprio questo che la scuola dovrebbe innanzitutto fare.”

Fonti: Dal web

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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Cristian Minerva

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