Sistemi elettorali-parlamentari

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Sistemi elettorali-parlamentari in sintesi.
  1. PER QUELLI CHE: “CI VUOLE UN GOVERNO PIU’ AUTORITARIO PER AVERE PIU’ GOVERNABILITA’….”
  2. SISTEMI ELETTORALI: PROPORZIONALE e MAGGIORITARIO.
  3. Avv. MARCO MORI: “ALLA MINORANZA CONVENGONO I SISTEMI ELETTORALI IN CUI I POCHI POSSONO IMPORRE LE LORO VOLONTA’ AI MOLTI.”
  4. 1 PARLAMENTARE OGNI 80mila ABITANTI PER GARANTIRE UN’ ACCETTABILE RAPPRESENTANZA POPOLARE.
  5. BREVE CRONOLOGIA DEL PASSAGGIO DA PROPORZIONALE A MAGGIORITARIO.

 

 

INTRODUZIONE: Sistemi elettorali-parlamentari in sintesi.

Dal sistema elettorale dipende il livello di democrazia.

Quanto più il sistema elettorale tende al proporzionale puro, quanto più il paese è democratico.
Viceversa
Quanto più il Sistema elettorale tende all’autoritario/totalitario, quanto più il paese è succube di un regime.
Cos’è la governabilità?

GUSTAVO ZAGREBELSKY: “La governabilità è sic et simpliciter l’attitudine ad essere governati…”

Vi siete accorti che negli ultimi decenni ogni volta che si vota un governo, tempo 6 mesi e il governo cade lasciando il posto ad un governo tecnico che fa i fatti suoi?
Ecco:
Questa prassi è consentita dal sistema elettorale attualmente in vigore, che è il sistema elettorale maggioritario così detto Rosatellum.
Se il sistema elettorale fosse quello corretto, la democrazia NON sarebbe usurpata.

 

 

1) PER QUELLI CHE: “CI VUOLE UN GOVERNO PIU’ AUTORITARIO PER AVERE PIU’ GOVERNABILITA’….”

PREFERITE IL GOVERNO AUTORITARIO o IL GOVERNO DEMOCRATICO?

Si segua la seguente distinzione, e poi osservate come l’1% riesca a prevaricare il 99%.
  1. – Il Governo democratico: è quello in cui tutte le diverse fazioni/categorie componenti il popolo, decidono tutte quante insieme in modo proporzionato.
  2. – Il governo maggioritario: è quello in cui le decisioni NON sono più discusse in modo proporzionato, ma vengono discusse e decise da un governo composto da una maggioranza resa artificialmente schiacciante.
  3. – Il governo autoritario: è quello in cui le proporzioni parlamentari sono state ridotte talmente tanto da consentire a chi è al governo, di poter imporre le sue decisioni/volontà senza dover confrontarsi con alcuna opposizione (divenuta insufficiente).
  4. – Dittatura: Peggio che peggio quando poi il parlamento viene addirittura annullato, rimettendo tutti i poteri in mano all’organo esecutivo.

Ebbene:
Voi per che tipo di governo siete?
Democratico o autoritario?
RISPOSTA:
Ovviamente la vostra risposta potrebbe dipendere dal tipo di schieramento a cui appartenete, infatti:
– Nel caso si faccia parte del 99%, conviene il governo proporzionale.
– Nel caso si faccia parte dell’1% conviene il governo autoritario.

NOTA BENE: Per capire poi come l’1% riesca a mandare i suoi rappresentanti al potere, vedi pag. Cartello finanziario (cupola), e pag. 07 PILLOLA MASS-MEDIA.

ATTENZIONE: Una volta che l’1% è riuscito a mandare i suoi uomini al potere nel modo indicato nelle 2 pag segnalate:
– Se il sistema è proporzionale: l’1% riuscirà a combinare poco o niente.
– Se il sistema è maggioritario, o ultra-maggioritario, o dittatoriale, l’1% riescirà ad imporre al 99% tutto quello che vuole.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

2) SISTEMI ELETTORALI: PROPORZIONALE E MAGGIORITARIO.

STRUTTURA DEGLI SCHEMI, VANTAGGI E SVANTAGGI.

Per sistema elettorale s’intende il metodo attraverso cui si trasformano i voti espressi dalla popolazione in seggi da assegnare in Parlamento.
Esistono due grandi tipologie di sistemi elettorali, ovvero il PROPORZIONALE e il MAGGIORITARIO.

  • PROPORZIONALE: Il sistema proporzionale prevede la distribuzione dei seggi ai partiti in “proporzione” ai voti ottenuti. Il sistema proporzionale prevede anche una soglia di sbarramento sotto la quale non si attribuisce alcun seggio. Il partito con la maggioranza dei seggi può godere di un premio di maggioranza per potersi “garantire” la governabilità. NB: Il sistema proporzionale rende pressochè inutili le coalizioni tra partiti.
  • MAGGIORITARIO: Il sistema maggioritario è quello più semplice in termini matematici e assegna la maggioranza dei seggi al partito (o alla coalizione) che ha ottenuto più voti. Non è previsto il premio di maggioranza che, invece, si attribuisce con il sistema proporzionale. Con il sistema maggioritario, i vincitori delle elezioni hanno la garanzia quasi assoluta di poter governare per tutta la durata della legislatura. NB: Il sistema maggioritario rende pressochè necessarie le coalizioni tra partiti.

VANTAGGI E SVANTAGGI PROPORZIONALE:
Vantaggi:
– esso dà un’esatta fotografia della volontà dell’elettorato di una nazione.
– esso favorisce l’andare a votare, poiché anche un individuo che ha ideologie estreme, troverà il partito per cui votare con la sua piccola rappresentanza.
Svantaggi:
– esso comporta un numero molto elevato di partiti, con la conseguenza che le discussioni parlamentari ne risulteranno molto lunghe e laboriose (che poi altro non sarebbe che l’espressione della democrazia) .
– la governance su base proporzionale è ritenuta poco stabile rispetto a quella su base maggioritaria.
A tali problemi è possibile far fronte con un sistema proporzionale munito di SBARRAMENTO, cioè è necessario avere una certa percentuale di voti altrimenti non si ha la possibilità di entrare in Parlamento, e attraverso un premio di maggioranza attribuito alla coalizione che totalizza più voti (Nota Bene: Sia lo sbarramento che il premio di maggioranza, non devono però mai eccedere un certo livello di percentuale, pena la sistematica perdita di efficacia della democrazia).

VANTAGGI E SVANTAGGI MAGGIORITARIO:
Il maggioritario, invece,  consiste in un sistema elettorale che aiuta e appoggia la coalizione che ha vinto le elezioni, poiché essa riceve un numero di seggi più che proporzionale ai voti ottenuti, mentre chi perde le elezioni ottiene un numero di seggi meno che proporzionale ai voti ottenuti.
Il vantaggio di tale sistema è:
– i partiti sono portati ad accorparsi con la conseguenza che si avranno governi più stabili perché il numero di partiti che le formano è minore rispetto al sistema proporzionale  (NB: Questo della maggior governabilità NON è un aspetto necessariamente positivo poichè in dissonanza col concetto di democrazia) .
Gli svantaggi invece sono:
– esso non dà un’esatta fotografia della volontà dell’elettorato;
– esso può causare una disaffezione del popolo, favorendo l’astensionismo perché persone di ideologia estrema non andranno a votare, poiché già sanno che il proprio partito non sarà rappresentato.
– I pochi possono trovarsi a poter imporre le proprie volontà ai molti.
Il maggioritario a sua volta può essere di due tipi: UNINOMINALE o PLURINOMINALE.
L’uninominale detto anche inglese presenta innanzitutto la suddivisione del territorio in un certo numero di distretti.
In ogni distretto verrà poi eletto un solo candidato.
Alle elezioni si presenterà un solo candidato per lista ad ogni distretto e verrà eletto il candidato che riceverà il maggior numero di voti anche se non ha ottenuto la maggioranza del 50% +1.
Tale sistema però ha il rischio di dare un aiuto troppo forte alla coalizione che vince, con rischio di indebolimento della stessa democrazia.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

3) Avv. MARCO MORI: “ALLA MINORANZA CONVENGONO I SISTEMI ELETTORALI IN CUI I POCHI POSSONO IMPORRE LE LORO VOLONTA’ AI MOLTI.”

CONSIDERAZIONE ESPRESSA DALL’AVVOCATO POLITICO ESPONENTE SOVRANISTA.

Ottenute le distinzioni, è facile intuire da che sistema elettorale traggono vantaggi i gruppi minoritari del potere finanziario, rispetto al sistema elettorale più congeniale al resto della maggioranza popolare.

MARCO MORI: “Controllare un Parlamento (da parte dei poli finanziari) composto da Parlamentari indipendenti delle più variegate forze politiche è sostanzialmente impossibile o comunque molto molto difficile.
Al contrario:
Controllare un Parlamento di nominati, altro aspetto che viola la Costituzione, in cui esistono solo due o tre forze politiche che si alternano tra di loro, è molto più semplice.
Questa è la governabilità.”

E cos’è davvero questa governabilità?
Lo ha spiegato con eleganza Gustavo Zagrebelsky, ex Presidente della Corte Costituzionale:

GUSTAVO ZAGREBELSKY: “La governabilità è sic et simpliciter l’attitudine ad essere governati…”

Fonte per MARCO MORI:

  • Video su YouTube

 

 

4) 1 PARLAMENTARE OGNI 80mila ABITANTI PER GARANTIRE UN’ ACCETTABILE RAPPRESENTANZA POPOLARE.

PIU’ SI RIDUCE IL NUMERO DEI PARLAMENTARI, E PIU’ LE MINORANZE DEI POCHI RIESCONO A SOPRAFFARE LE MAGGIORANZE DEI TANTI.

Una popolazione composta da molte compagini eterogenee, ha bisogno di avere un adeguato numero di parlamentari sufficiente a dare una adeguata rappresentanza politica a tutte le compagini in gioco.
Va da se dunque che tanto più sia numerosa la popolazione, tanto più dovrà essere numeroso il numero dei parlamentari, se si vuole ottenere una rappresentanza realmente democratica.

 

Nei verbali dell’assemblea costituente questo cruciale aspetto della rappresentanza fu discusso in modo estremamente ponderato, e dall’analisi ne scaturì il risultato espresso nel’art 56 del testo originale della Cost. che recita:

Art.56: “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per 80mila abitanti o per frazione superiore a 40mila.”

Il numero dei deputati dunque fu pensato per essere determinato in base al numero della popolazione, in modo tale che tutti potessero essere rappresentati in modo accettabile all’interno del parlamento che è espressione della sovranità popolare.

Per fare un esempio pratico:
Ipotizziamo una popolazione suddivisa nelle 3 seguenti fazioni.

  1. 1% rossi
  2. 9% bianchi
  3. 90% verdi

il numero dei parlamentari dovrebbe essere adeguato ad esprimere una sufficiente proporzione tra le fazioni in gioco.

In sostanza:

  • Più il numero di parlamentari è alto, più c’è proporzione, mentre
  • Più il numero di parlamentari è basso, e meno ce n’è.

In effetti, estremizzando e riducendo ai minimi termini i seggi e i parlamentari a soli 3, finirebbe che l’1% rischierebbe di pesare come il 90%.

Da ciò se ne deduce che il numero basso serve alle minoranze che vogliano sopraffare le maggioranze, minando così l’essenza della democrazia.

Ebbene, questo elementare concetto della rappresentanza politica è stato alterato e manomesso già negli anni ’60 con la riforma dell’articolo 56 in cui veniva stabilito che il numero dei parlamentari non doveva più essere mantenuto variabile in funzione della quantità di popolazione, ma diveniva fisso come va recitando il nuovo articolo:

Art.56: “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.  Il numero dei deputati è di 630, 12 dei quali eletti nella circoscrizione Estero”.

Oggi il Movimento 5 Stelle sta operando alla nuova riduzione dei parlamentari (esattamente come già voleva il PD al soldo della finanza internazionale).

Sapete chi sono i soggetti da cui arrivano le maggiori pressioni per realizzare il taglio dei parlamentari?

  • – JP Morgan.
  • – Goldman Sachs.
  • – Commissione Trilaterale.
  • – Gruppo Bilderberg.

Ovvero, le organizzazioni che rappresentano il così detto 1% della popolazione.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

5) BREVE CRONOLOGIA DEL PASSAGGIO DA PROPORZIONALE A MAGGIORITARIO.

COL PROPORZIONALE I POCHI (DELLA FINANZA) NON RIESCONO A DOMINARE I MOLTI, MENTRE COL MAGGIORITARIO SI.

Il sistema scelto dai Costituenti era il proporzionale puro.
Solo il proporzionale rappresentava il mezzo con cui si poteva pienamente realizzare (e mantenere) una compiuta democrazia parlamentare.
L’Assemblea che ha dato vita alla nostra Costituzione, che rappresenta il punto più alto raggiunto dalla democrazia non solo in Italia ma nel mondo intero, era nata proprio da un sistema proporzionale puro con uno sbarramento minimo allo 0,5%, affinché tutti potessero fare parte della vita politica del Paese.
Negli anni ’50 ci fu un primo tentativo di superare il proporzionale puro (con la cd. Legge truffa), da subito sgradito anche agli stessi anglo-americani, che vedevano un’Italia difficilmente controllabile con tale assetto istituzionale.
La storia recente è purtroppo quella di una graduale soppressione della democrazia.
Nel 1993 arrivò la riforma elettorale di Sergio Mattarella, che fu il primo a mettere fine a quasi cinquant’anni di democrazia reale nel Paese, anni in cui l’Italia risorse dalle ceneri della guerra.
L’esigenza di superare il proporzionale, ieri come oggi, fu trovata nella crisi economica, dunque in fattori esterni.
Allora la crisi era determinata dalle stesse ragioni di oggi:
– la perdita di sovranità monetaria compiuta con il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia del 1981
e
– l’adesione dell’Italia a quel regime di cambi sostanzialmente fissi che prendeva il nome di SME.
La crisi fu utilizzata come leva per minare e superare la nostra democrazia anti liberista, l’unica che aveva in sé gli strumenti giuridici (in particolare nella parte economica della Costituzione, artt. 35-47) per mantenere l’economia subordinata alla volontà popolare, impedendo l’avvento del regime violento della finanza internazionale.
Da allora non ci siamo più ripresi:

– porcellum,
– italicum,
– rosatellum,

tutte leggi emanate sotto lo spettro della falsa emergenza economica, che ci hanno allontanato dallo spirito dei nostri Padri Costituenti, che hanno trasformato l’Italia in un’oligarchia, leggi elettorali che hanno inciso anche sulla composizione degli organi di garanzia, quali ad esempio la Corte Costituzionale, disattivando tutti gli strumenti che i nostri Padri Fondatori avevano contemplato per evitare un ritorno del totalitarismo.
Oggi abbiamo il paradosso che i cosiddetti “antifascisti”, in assenza di Fascismo, sono poi gli stessi che invocano stabilità di governo e una legge elettorale che consenta, a chi vince, di governare.
Ma in democrazia nessuno deve vincere.
Ovvero gli “antifascisti”, paradossalmente, sono proprio quelli che chiedono un ritorno ad un sistema totalitario, che dia ad una minoranza relativa il controllo assoluto del Paese.
In tutto questo i grandi gruppi del potere finanziario trovano ragioni per festeggiare.
Infatti:

– Controllare un Parlamento composto da Parlamentari indipendenti delle più variegate forze politiche è sostanzialmente impossibile o comunque molto molto difficile.

Al contrario:

– Controllare un Parlamento di nominati, altro aspetto che viola la Costituzione, in cui esistono solo due o tre forze politiche che si alternano tra di loro, è molto più semplice.

Questa è la governabilità.
E cos’è davvero questa governabilità?
Lo ha spiegato con eleganza Gustavo Zagrebelsky, ex Presidente della Corte Costituzionale:

“La governabilità è sic et simpliciter l’attitudine ad essere governati…”

La morale di tutta la storia è e resta una sola:
La democrazia è incompatibile con l’ignoranza!
L’ignoranza è l’arma più importante con cui la dittatura finanziaria ci sta portando verso il baratro.
L’ignoranza è ciò che mantiene in vita partiti che stanno facendo di tutto per mettere fine alla Repubblica italiana (NB: e gli USE porranno fine alla Repubblica italiana in modo definitivo!)

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Avv. Marco Mori.   Gustavo Zagrebelsky

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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Cristian Minerva

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