Storia: Riforme elettorali

Sequenza delle riforme:

  • PREMESSA: Storia riforme elettorali in sintesi.
  • CRONO-STORIA DELLE RIFORME ELETTORALI, DAL FASCISMO AD OGGI.
  1. 1923, FASCIO (Legge Acerbo).
  2. 1946, COSTITUENTE (Legge dell’Assemblea Costituente).
  3. 1993, MATTARELLUM (Legge Mattarella).
  4. 2005, PORCELLUM (Legge Calderoli).
  5. 2015, ITALICUM.
  6. 2017, ROSATELLUM.
  7. CONCLUSIONI FINALI.

 

 

PREMESSA: Storia riforme elettorali in sintesi.

In base al tipo di sistema parlamentare adottato, cambia la tipologia di governo.

  • – Si va da un estremo della piena democrazia,
  • – all’altro estremo della piena dittatura.

In democrazia i parlamentari devono rispecchiare le proporzioni dell’elettorato popolare. Per tanto:

  • Più il sistema è PROPORZIONALE puro, più è democratico
  • Più il sistema è MAGGIORITARIO spinto, più è dittatoriale.

In Italia siamo passati

– dal MAGGIORITARIO dittatoriale fascista (dal ’23 al ’48),

– al PROPOREZIONALE democratico (dal’48 al ’94),

– al MAGGIORITARIO poco democratico (dal ’94 ad oggi).

 

 

CRONO-STORIA DELLE RIFORME ELETTORALI, DAL FASCISMO AD OGGI.

QUANTO PIU’ IL SISTEMA ELETTORALE E’ PROPORZIONALE, TANTO PIU’ E’ DEMOCRATICO, QUANTO PIU’ E’ MAGGIORITARIO, TANTO PIU’ E’ DITTATORIALE.

PREMESSA: A seguire viene proposta la CronoStoria delle varie riforme elettorali.
Per valutare le differenti tipologie di sistemi elettorali susseguitesi nel corso degli anni, è fondamentale sempre tenere a mente la seguente regola:
In base al tipo di sistema parlamentare adottato, cambia la tipologia di governo.

  • – Si va da un estremo della piena democrazia,
  • – all’altro estremo della piena dittatura.

Infatti, a seconda che venga aumentata o diminuita la proporzionalità del sistema elettorale, ne scaturirà una conseguente tipologia di governo più o meno democratico piuttosto che di regime:

  • – Tanto più il sistema elettorale va verso il proporzionale puro, quanto più la democrazia sarà rispettata (vedi sistema elettorale della COSTITUENTE).
  • – Tanto più il sistema elettorale va verso il maggioritario accentuato (attraverso un crescente premio di maggioranza e sbarramento ai partiti minori), quanto più la democrazia perde efficacia lasciando spazio al regime, che al suo apice diviene dittatura (vedi sistema elettorale del regime FASCISTA).

Nel 1923 entrò in vigore la legge Acerbo, voluta da Benito Mussolini per garantire al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare (attraverso un premio di maggioranza e lo sbarramento ai partiti minori).
A seguito della caduta del regime fascista e della nascita della Repubblica Italiana, nel 1946 fu approvata la cosiddetta legge proporzionale classica che  (con modifiche minime apportate nel corso del tempo) ha regolato lo svolgimento delle elezioni politiche italiane sino al 1993, ovvero per quasi cinquant’anni.
Dal ’93 in poi, per consentire la forzatura di tutte le riforme imposte dall’UE, si è provveduto a reprimere il sistema proporzionale, per sostituirlo con quello di tipo maggioritario, il quale come detto consente al governo in carica di ottenere maggiori incidenza, riuscendo ad attuare manovre/riforme altrementi più difficilmente attuabili (NB: Ricordiamo a tal proposito la sconcertante dichiarazione di JP Morgan: “Basta col bilanciamento dei poteri, basta con le protezioni del lavoro, basta con queste costituzioni antifasciste.”).

CronoStoria delle riforme:

1) 1923, FASCIO (Legge Acerbo).

Si tratta di un sistema fortemente MAGGIORITARIO (ottenuto attraverso un cospiquo premio di maggioranza e lo sbarramento ai partiti minori) .
Il provvedimento prevedeva l’adozione di un sistema proporzionale con premio di maggioranza, all’interno di un collegio unico nazionale suddiviso in 16 circoscrizioni.
Il risultato nel collegio unico era decisivo per determinare la ripartizione dei seggi: nel caso in cui la lista più votata a livello nazionale avesse superato il 25% dei voti validi, avrebbe automaticamente ottenuto i due terzi dei seggi della Camera, promuovendo in blocco tutti i propri candidati; in questo caso tutte le altre liste si sarebbero divise il restante terzo dei seggi.
Qualora invece nessuna delle liste concorrenti avesse conseguito più del 25% dei voti, non sarebbe stato attribuito alcun premio di maggioranza.

2) 1946, COSTITUENTE (Legge dell’Assemblea Costituente).

Si tratta di un sistema PROPORZIONALE PURO.
Per quanto riguarda l’elezione della Camera dei deputati, il territorio nazionale era suddiviso in 32 circoscrizioni plurinominali assegnatarie di un numero di seggi variabile a seconda della popolazione; ogni elettore aveva inoltre a disposizione un massimo di quattro voti di preferenza.
Il sistema elettorale per il Senato della Repubblica conteneva alcuni modesti correttivi in senso maggioritario, pur mantenendosi anch’esso in un contesto largamente proporzionale.

3) 1993, MATTARELLUM (Legge Mattarella).

Si tratta di un sistema misto MAGGIORITARIO BIPOLARE.
La legge Mattarella, approvata nel 1993 su impulso dell’iniziativa referendaria a favore del maggioritario, introdusse per la prima volta in Italia un sistema elettorale misto, definito come segue:
– Maggioritario uninominale a turno unico per i tre quarti dei seggi del Senato e i tre quarti dei seggi della Camera;
– Ripescaggio proporzionale dei più votati fra i candidati non eletti per l’assegnazione del rimanente 25% dei seggi del Senato;
– Proporzionale con liste bloccate, scorporo e soglia di sbarramento al 4% per il rimanente 25% dei seggi della Camera.
Tale meccanismo – ribattezzato «Minotauro» in virtù della sua natura ibrida e noto anche con l’appellativo latineggiante di Mattarellum – costituì uno dei principali elementi che segnarono il passaggio alla cosiddetta Seconda Repubblica, rappresentando una decisa svolta rispetto al passato:
La preponderante componente maggioritaria prevista dal nuovo sistema, infatti, era volta a favorire lo sviluppo di una forma di bipolarismo, agevolando in linea di principio l’alternanza di governo fra due partiti o coalizioni sul modello delle altre maggiori democrazie occidentali (NB: Il sistema elettorale BiPolare è limita fortemente l’espressione della democrazia, vedi art  “BiPolarismo: Se ci sono tanti colori differenti, ma la rappresentanza politica e’ solo, o bianco, o nero, con pochi parlamentari, non chiamatela democrazia” nella pag Parlamento & Parlamentari).

4) 2005, PORCELLUM (Legge Calderoli).

Si tratta di un sistema fortemente MAGGIORITARIO (INCOSTITUZIONALE).
Nel 2005 (legge Calderoli, detta Porcellum) entrò in vigore un sistema proporzionale corretto con un cospicuo premio di maggioranza – attribuito su base regionale al Senato – e diverse clausole di accesso; la formulazione originaria della normativa non consentiva il voto di preferenza.
Nel 2013 la Corte Costituzionale ha dichiarato  il Porcellum  INCOSTITUZIONALE (parte della legge), in riferimento:
– al premio di maggioranza e
– all’eccessiva lunghezza delle liste bloccate.

ATTENZIONE: Nel 2014 la Corte Costituzionale ha sentenziato che il premio di maggioranza di 250 seggi parlamentari previsti dal Porcellum era incostituzionale.
Ciò significa che tutti 250 politici che hanno ottenuto nel 2013 il seggio Parlamentare col premio di maggioranza previsto dal Porcellum, NON potevano disporre di quel seggio, ergo, i 250 parlamentari dovevano essere destituiti.
Nel 2015 questi 250 parlamentari eleggono Capo dello Stato Sergio Mattarella, si badi, senza essere stati convalidati dall’assemblea parlamentare, come previsto dall’Art.66 Cost, che recita:

Art.66 Cost: “Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità.”

Bisogna sottolineare un contemporaneo errore gravissimo (cit. ex-Generale dei Carabinieri Pappalado) da parte della Corte Costituzionale:

Generale PAPPALARDO: “La corte Costituzionale dichiara incostituzionali i 250 Parlamentari eletti col Porcellum, ma poi dice che: – Però siccome sono stati proclamati eletti, allora possono rimanere –
E’ come se io vengo nominato Colonnello con un procedimento dichiarato sbagliato/illegittimo, e poi dopo essere stato nominato colonnello in modo illegittimo, mi dicono: – Ma no, rimani lo stesso con la nomina di colonnello. –
Si tratta di un atteggiamento alquanto inappropriato e del tutto discutibile.”

5) 2015, ITALICUM.

Si tratta di un sistema fortemente MAGGIORITARIO (INCOSTITUZIONALE):
Per quanto riguarda la sola Camera dei deputati, nel 2015 fu approvato un nuovo sistema elettorale, noto come «Italicum»; la legge, mai usata, prevedeva un meccanismo proporzionale con sbarramento al 3% ed eventuale premio di maggioranza.
La lista vincitrice avrebbe infatti avuto diritto ad almeno 340 deputati, pari al 54% degli scranni della Camera, qualora avesse conseguito una percentuale non inferiore al 40% dei consensi in ambito nazionale; il numero dei seggi assegnati a ciascun partito sarebbe stato determinato con il metodo Hare-Niemeyer sulla base dei suffragi ottenuti sul territorio nazionale.
Anche l’Italicum è INCOSTITUZIONALE.

6) 2017, ROSATELLUM.

Si tratta di un sistema MAGGIORITARIO.
Dal 2017 è in vigore un sistema elettorale misto a separazione completa, ribattezzato Rosatellum bis: in ciascuno dei due rami del Parlamento, il 37% dei seggi assembleari è attribuito con un sistema maggioritario uninominale a turno unico, mentre il 61% degli scranni viene ripartito fra le liste concorrenti mediante un meccanismo proporzionale corretto con diverse clausole di sbarramento.
Le candidature per quest’ultima componente sono presentate nell’ambito di collegi plurinominali, a ognuno dei quali spetta un numero prefissato di seggi; l’elettore non dispone del voto di preferenza né del voto disgiunto.

7) CONCLUSIONI FINALI:

Le riforme costituzionali in direzione MAGGIORITARIA vengono solitamente promosse col solito dogma NeoLiberista secondo cui:
“Occorre un assetto maggioritario per consentire una maggiore governabilità.”
Ebbene:
Come fanno notare autorevoli costituzionalisti come ad es Gustavo Zagrebersky:

ZAGREBELSKY: “La governabilità, è l’attitudine ad essere governati”.

Quello che vuole intendere Zagrebelsky, in altri termini è:
La governabilità è quella che, secondo i NeoLiberisti, dovrebbe consentire al pastore di poter dirigere dove vuole il suo gregge di pecore.
C’è solo un particolare:
In democrazia, a differenza dell’allevamento di pecore, sono i cittadini (le pecore) a decidere la direzione del politico governante (il pastore), e NON viceversa.
Con l’assetto maggioritario si sottrae al popolo la democrazia, e si trasferisce il potere di decisione nelle mani di pochi che in questo modo possono comandare i tanti.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti: fonti varie sul web

 

 

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Cristian Minerva

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