Cambi fissi & Cambi fluttuanti

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Cambi fissi & fluttuanti in sintesi.
  1. FUNZIONAMENTO CAMBI FLUTTUANTI.
  2. FUNZIONAMENTO CAMBI FISSI/ UNIONE EUROMONETARIA.
  3. SVALUTAZIONE/RIVALUTAZIONE: COME SI RIPOSIZIONANO LE VALUTE QUANDO SI SVINCOLANO DAL LORO LEGAME MONETARIO (ad esempio l’ECU o l’EURO).
  4. IL FALSO MITO DELLA SVALUTAZIONE ITALIANA.
  5. PER QUELLI CHE: “ABBIAMO NEGOZIATO MALE IL CAMBIO: ALL’ITALIA HANNO FATTO IL CAMBIO 2000£ira x 1€ MENTRE ALLA GERMANIA 1Marco x 1€…”
  • CONCLUSIONE: Altro che l’Italia fa la svalutazione competitiva, tutto l’opposto.

 

 

INTRODUZIONE: Cambi fissi & fluttuanti in sintesi.

Un cambio forte o debole esprime in parallelo la forza dell’economia di una nazione.
Le economie forti che di solito sono esportatrici, hanno il cambio che tende ad appesantirsi.
Le economie deboli che di solito sono importatrici, hanno il cambio che tende ad alleggerirsi.
Questo però in regime di cambi FLUTTUANTE.
Col cambio FISSO delle unioni monetarie, questo aggiustamento valutario NON avviene più, facendo si che si inneschi un circolo vizioso in cui:

  • I paesi forti diventano sempre più forti, e
  • I paesi deboli sempre più deboli.

A seguire la differenza tra come funzionano i cambi fluttuanti, e i cambi fissi/unione EuroMonetaria.

 

 

1) FUNZIONAMENTO CAMBI FLUTTUANTI.

I CAMBI FLUTTUANO A LIBERO MERCATO SECONDO LA LEGGE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA.

In regime di cambi fluttuanti, ogni paese dispone del suo relativo listino prezzi denominato nella rispettiva valuta nazionale.

  • Negozio Italia in Lire.
  • Negozio Francia in Franchi.
  • Negozio Germania in Marchi.
  • Negozio Grecia in Dracma.
  • Negozio Svezia in Corone svedesi.
  • Negozio Polonia in Zloty.
  • Negozio Giappone in Yen.
  • Negozio Cina in Yuan.
  • Negozio USA in Dollari.

Ecc. ecc. ecc.

L’interscambio delle merci determinerà l’andamento del mercato globale delle valute (FOREX).

La fluttuazione delle valute segue il seguente schema:
Se c’è un paese che esporta molto, esso “induce” il resto del mondo ad ottenere in parallelo anche la sua valuta che di conseguenza si apprezza sul mercato delle valute globali (FOREX).
Viceversa la valuta dei paesi acquirenti/importatori si deprezza.
Vale la regola per cui:
La rivalutazione di una valuta (quella acquistata) corrisponde sempre alla svalutazione di un altra valuta (quella venduta).
Se l’export del paese esportatore rimane persistente, accade che ad un certo punto la sua valuta diviene talmente cara da rendere troppo costosi tutti i suoi beni sulla piazza dei mercati globali.
In conseguenza di ciò l’export di questa nazione esportatrice rallenta, consentendo alle alltre Nazioni di riconquistare il terreno perduto e restare più o meno in equilibrio (per capire come questo equilibrio possa poi essere favorito e garantito, si veda “Bancor” di Keynes).
E’ quello che accadeva in Europa allorchè la Germania, in qualità di paese perdente della guerra mondiale, era costretta ad esportare a go-go per riuscire a ripianare i suoi debiti di guerra; questo suo export persistente provocava una costante rivalutazione del Marco che a sua volta corrispondeva ad una svalutazione delle altre valute come ad esempio la Lira (NB: il Marco tedesco era la moneta più pesante del mondo esattamente perchè la Germania era la nazione “perdente” del mondo, e non certo perchè era la Nazione più forte, differentemente il cambio più pesante sarebbe dovuto essere stato certamente il Dollaro USA; l’appesantimento del cambio tedesco era conseguenza delle politiche economiche deflazionistiche interne messe in atto dalla Germania per poter esportare oltremodo).

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

2) FUNZIONAMENTO CAMBI FISSI/ UNIONE EUROMONETARIA.

LE VALUTE SONO VINCOLATE TRA LORO A TASSO DI CAMBIO FISSO.

Tutto cambia invece se le varie valute si vincolino tra di loro a cambio fisso, come nel caso dell’Euro/ECU.
Con l’unione monetaria il cambio delle valute segue il seguente percorso:
Nello SME, i paesi mantenevano le loro valute nazionali, però quando la loro valuta nazionale si interfacciava col mercato globale, essa veniva convertita in ECU.
L’Euro, che deriva dall’ECU, è di fatto la stessa cosa dello SME, solamente che nell’Euro le valute nazionali sono state sostituite dalla valuta comune ECU/Euro.
E da cosa scaturisce il valore dell’ECU/Euro?
Ecco, il punto sta proprio qui..

Si presti particolare attenzione a questo preciso passaggio.
Il valore dell’Euro/ECU scaturisce dalla media di tutte le valute partecipanti l’unione.
Nella media in sostanza le varie valute si uniscono in un punto di incontro che si trova a metà strada tra tutti i valori.
Significa che se nell’unione ci sono:
– da una parte delle valute pesanti come ad es il Marco tedesco,
e
– dall’altra parte delle valute leggere come ad es la Lira,
per incontrarsi a metà strada occorrerà che le valute convergano verso il centro, che vuol dire:
– che il marco tedesco svaluti,
e
– che la Lira rivaluti.
Questo fa si che a partire dall’indomani della conversione in Euro/ECU, tutti i paesi partecipanti si ritrovino sui mercati globali con i loro listini prezzi alterati.

RIPERCUSSIONI SUI MERCATI GLOBALI (2 LIVELLI DI VANTAGGIO/SVANTAGGIO):

Le ripercussioni sulla piazza dei mercati globali sono totalmente determinanti:

LIVELLO 1: Immaginate come se 2 negozi posti uno di fianco all’altro, che vendono sostanzialmente gli stessi prodotti, come ad es il Negozio Italia e il negozio Germania, da un giorno all’altro si ritrovino con i loro listini prezzi modificati in due direzioni opposte nel seguente modo:
– La Germania sconta i suoi listini in una forchetta che oscilla tra il 20 e il 30% (a seconda della valuta che si prende come riferimento).
mentre,
– L’Italia rincara i suoi listini in una forchetta che oscilla tra il 20 e il 30% (a seconda della valuta che si prende come riferimento).
Sapete cosa succede con una alterazione del cambio del genere?
Succede quello che è dimostrato nei fatti, nonchè nella storia.
Succede che all’indomani dell’ECU/Euro:
– La Germania coi listini svalutati inizi ad esportare a go-go tutte le sue merci.
mentre,
– L’Italia coi listini rivalutati inizi a rimanere al palo con l’export di tutte le sue merci.
Ma questo è solo la prima parte del vantaggio tedesco (e dello svantaggio italiano).

LIVELLO 2: La seconda parte del vantaggio/svantaggio prende corpo durante la permanenza nell’unione monetaria.
Accade infatti che se in regime di cambi fluttuanti il paese esportatore si ritrovi via via con il valore della sua valuta sempre più appesantito fino a non riuscire più a vendere, col cambio fisso questo importantissimo meccanismo di riequilibrio viene a mancare, con tutte le disfunzioni sistemiche che ne conseguono.
Con l’ECU/Euro infatti, ad un incalzare delle esportazioni tedesche, non corrisponde più un equivalente rincaro del Marco tedesco, a causa del vincolo monetario che blocca le valute tra di loro.
Si badi: Questa mancanza di riaggiustamento non è che sparisca come se nulla fosse.
Tutt’altro.
Il mancato riaggiustamento del cambio si trasferisce all’interno dell’unione monetaria ripercuotendosi sulle economie dei paesi membri attraverso l’innesco di un circolo vizioso tale per cui:
***I paesi “forti” diventano sempre più forti, e i paesi “deboli” diventano sempre più deboli.***
(NOTA BENE: Non a caso si tratta di sistemi monetari coloniali utilizzati dai paesi predatori contro i paesi depredati, per sfruttare il meccanismo offerto dal vincolo monetario che consente un occulto depredamento delle risorse generiche grazie alle disfunzioni sopra menzionate.
Ovviamente le disfunzioni, lo ricordiamo, sono sempre a vantaggio dei paesi forti, e sempre a sfavore dei paesi deboli, mai viceversa, questo per tutti quelli che si sentono sovente affermare che i paesi deboli traggano vantaggi da una unione monetaria con la valuta pesante di un paese forte… Sbagliano clamorosamente!).

Il circolo vizioso è dettato dal fatto che:
– i paesi deboli a causa del cambio sempre più sfavorevole dovuto alla mancanza di riaggiustamento dello stesso, si ritrovino costretti ad attuare politiche economiche stringenti (AUSTERITA’) controproducenti per la loro economia, laddove più si attuano austerità, tanto più l’economia peggiora  (Nota: le politiche restrittive avvengono in virtù del fatto che il PIL è sgonfiato dalla riduzione dell’export).
Viceversa,
– i paesi forti grazie al cambio sempre più favorevole dovuto alla mancanza di riaggiustamento dello stesso, si ritrovino possibilitati ad attuare politiche economiche espansive, producenti per la loro economia, laddove più si attuano politiche espansive, tanto più l’economia migliora (Nota: le politiche espansive avvengono in virtù del fatto che il PIL è gonfiato dall’espansione dell’export).

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

3) SVALUTAZIONE/RIVALUTAZIONE: COME SI RIPOSIZIONANO LE VALUTE QUANDO SI SVINCOLANO DAL LORO LEGAME MONETARIO (ad esempio l’ECU o l’EURO).

 IL CAMBIO FISSO FALSA I VALORI VALUTARI AVVANTAGGIANDO I FORTI A SCAPITO DEI DEBOLI.

Nell’ECU le valute erano quotate ad un valore ricavato dalla media di tutte le valute partecipanti (stessa cosa nell’Euro).
Significa che se c’erano 2 valute agli antipodi come il Marco forte e la Lira debole, le 2 valute nell’ECU si incontravano a metà strada laddove il Marco andava svalutando e la Lira andava rivalutando.
Poi accadeva che per tutto il periodo del legame, le valute per via del cambio fisso non si potevano assestare di volta in volta sui loro valori effettivi, ma restavano bloccate fra di loro coi rispettivi cambi che di conseguenza risultavano alterati nel loro valore reale.
Quando salta il tasso di cambio fisso, accade che le valute si riposizionino al loro tasso di cambio naturale di libero mercato, recuperando o perdendo (a seconda dei casi) il “pezzo” di quota accumulatasi durante il legame.
Quando diverse valute vincolate fra di loro per diversi anni si sganciano, il loro tasso di cambio si riallinea secondo la seguente formula:

NANDO IOPPOLO (min 37:12): “Si svaluta il cambio in misura pari al differenziale di inflazione residuo.
Ovvero:
– Si prende il numero degli anni del vincolo monetario,
– si calcola la media dell’inflazione di ciascun paese registrata durante il numero degli anni dell’unione monetaria,
– si calcola la differenza fra i risultati ottenuti,
– la differenza ottenuta è il “valore residuo” che si andrà a sommare o sottrarre al valore delle valute nel momento di rottura della loro unione.
Esempio:
Supponiamo che in Germania ci sia una inflazione del 2%, in Italia una inflazione del 5%; il differenziale è il 3%:
Si svaluta la Lira del 3% sul Marco (oppure viceversa si rivaluta il Marco del 3% sulla Lira, essendo che la svalutazione dell’uno corrisponde alla rivalutazione dell’altro), e le posizioni economiche dei 2 paesi resteranno invariate fra di loro, ovvero la competitività delle rispettive imprese resterà inalterata.”

In base a questo calcolo, nel 1992 quando lo SME saltò, le varie monete si riallinearono sui rispettivi cambi:
La Lira ad es si svalutò in una forchetta che oscillava fra il 20 e il 30% in base alla valuta presa come riferimento, il Marco tedesco rivalutò nella stessa misura.
In sostanza con l’unione monetaria accade che:
Durante il tasso di cambio fisso (SME od EURO), lo Stato che esporta di più si dovrebbe trovare con la sua valuta che acquisisce conseguentemente valore, e invece il divario rimane bloccato a causa del vincolo valutario.
In tal modo il paese che sta esportando meno si ritrova a dover attuare politiche monetarie penalizzanti per cercare di sostenere il suo cambio ai valori prestabiliti.
E’ un cane che si morde la coda in quanto lo Stato debole per via delle politiche monetarie avverse di fatto continua a peggiorare la sua posizione a favore dello Stato più forte.
Coi tassi flottanti invece succede che lo Stato forte che esporta di più, provoca un naturale rafforzamento della sua valuta, la quale ad un certo punto diventa talmente forte da rendere troppo care le merci del suo paese, e in tal modo così le sue esportazioni frenano, consentendo però agli altri Stati di riacquisire il terreno perduto (il che significa, udite udite: niente squilibri e niente guerre).

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

4) IL FALSO MITO DELLA SVALUTAZIONE ITALIANA.

LE SVALUTAZIONI-RIVALUTAZONI ERANO CONSEGUENZA DEI LEGAMI-SCIOGLIMENTI DELLE UNIONI MONETARIE.

E’ luogo comune setir criticare dai liberisti (ma non solo) la condotta italiana per le sue passate svalutazioni.
Ebbene.
Le svalutazioni della Lira erano dettate esattamente dalla persistenza del vincolo monetario dello SME (che lo ricordiamo, contemplava una banda di oscillazione che consentiva un parziale/minimo riaggiustamento tra i cambi).
Infatti, per le ragioni sopra menzionate, accadeva che durante l’unione monetaria:

  • – l’italia diventava sempre più debole (accumulando SVALUTAZIONE che NON poteva essere espressa per via dell’UnioneMonetaria).

mentre viceversa,

  • – la Germania diventava sempre più forte (accumulando RIVALUTAZIONE che NON poteva essere espressa per via dell’UnioneMonetaria).

Senza l’unione monetaria la Germania si sarebbe ritrovata in capo a poco col marco tedesco alle stelle (a causa delle sue insistenti esportazioni) e di conseguenza l’Italia avrebbe potuto recuperare le quote di mercato perdute, ottenendo di riflesso una rivalutazione della Lira (si vedano le PROVE DIMOSTRATIVE GIORNALISTICHE nella pag Dimostraz. EurExit).
Siccome invece le valute erano/sono rimaste vincolate nello SME/Euro, ecco che il risultato prodotto corrisponde esattamente a quello descritto nelle dinamiche sopra citate, per cui, il Marco accumulava sempre più RIVALUTAZIONE implicita, e la Lira sempre più  SVALUTAZIONE implicita, all’interno delle oscillazioni consentite nel cambio fisso dello SME.

QUINDI RICAPITOLANDO:

– Con l’unione monetaria:  le valute si incontrano a metà strada laddove i paesi caratterizzati da un cambio pesante svalutano, mentre i paesi caratterizzati da un cambio leggero rivalutano.
Viceversa, come si può bene immaginare:
– Con lo scioglimento dell’unione monetaria: Le valute una volta sganciate dall’unione, riiesprimono i loro valori effettivi, laddove i paesi forti rivaluteranno per tornare al loro cambio pesante, mentre i paesi deboli svaluteranno per tornare al loro cambio leggero, ovvero esattamente ciò che è successo nel 1992 quando la Lira si sganciò dallo SME.

Ergo: Le svalutazioni/rivalutazioni sono una diretta conseguenza delle UnioniMonetarie, e NON sono scelte operate di proposito da una governance come ritenuto da una certa retorica MainStream.

Per tutte le prove dimostrative si veda la pag. Dimostraz. EurExit

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

5) PER QUELLI CHE: “ABBIAMO NEGOZIATO MALE IL CAMBIO: ALL’ITALIA HANNO FATTO IL CAMBIO 2000£ire x 1€ MENTRE ALLA GERMANIA 1Marco x 1€…”

NULLA DA NEGOZIARE: IL VALORE DELL’EURO SCATURIVA DALLA MEDIA TRA TUTTE LE VALUTE PARTECIPANTI L’UNIONE.

E’ luogo comune sentir dire che ci hanno negoziato male il cambio formulando la seguente retorica:

“E’ colpa di Prodi che ci ha fatto il cambio 2 a 1, i tedeschi invece sono stati più furbi perché perché hanno fatto 1 a 1..”

Questa legenda metropolitana è falsa per la seguente ragione:
Nel 2001 una Fiat Punto costava 18milioni di lire.
Se la conversione fosse stata 1 a 1, la stessa Fiat Punto a gennaio 2002 (anno della carta-moneta euro) sarebbe costata €18.000.
Domanda:
Chi mai si sarebbe comprato una Fiat Punto a €18000 nel momento in cui la corrispondente Volkswagen Polo costava €9.000?
Eh sì perché NON è vero che i tedeschi avrebbero fatto il cambio 1 a 1 poiché se no sarebbe successo anche a loro che la Polo da 18mila Marchi sarebbe finita a 18mila Euro.
Invece la Polo cosata 9.000 Euro esattamente come la Punto, a riprova del fatto che sia i Marchi, sia le Lire, erano state cambiate entrambi 2 a 1.
E i conti tornano:
Infatti 1Marco valeva circa 1000Lire, ed entrambe le monete sono state cambiate nello stesso modo:
1Euro = 2Marchi
1Euro = 2000Lire
L’alterazione EuroValutaria NON si riscontrava all’interno dell’EuroZona, ma si ripercuoteva all’esterno verso i mercati globali.
L’esempio dell’acquirente americano spiega tutto:
Un americano che acquistava dagli USA in Dollari, all’indomani della conversione in Euro riscontrava la seguente variazione di prezzi:
– I listini prezzi dei paesi membri che arrivavano da un cambio pesante (PaesiCentrali) erano SCONTATI.
Mentre
– I listini prezzi dei paesi membri che arrivavano da un cambio leggero (PaesiPeriferici) erano RINCARATI.
Con tutte le ripercussioni che ne derivano (vedi pag.Dimostrazione EurExit).

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Alberto Bagnai-Goofinomics

 

 

CONCLUSIONE: Altro che l’Italia fa la svalutazione competitiva, tutto l’opposto.

Alla luce di tutti questi fatti, e tutte queste prove, quando vi sentite dire che:
“L’Italia faceva la furbetta imbrogliando con le svalutazioni competitive”….
Possiamo controbattere fermamente che:
E’ esattamente il contrario!
– Sono gli altri, Germania e Francia in primis, ad aver operato e a continuare a operare col cambio furbescamente svalutato,
mentre viceversa
– l’Italia semmai ha dovuto operare (e sta operando) contro gli altri, con un cambio rivalutato rispetto a quello che sarebbe dovuto essere se non ci fosse stata l’alterazione prodotta dall’unione monetaria.
E questo, si badi, da quasi mezzo secolo a questa parte (considerando la somma dell’Euro + lo SME)!

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti: Lezione MMT I tassi di cambio – Relatore: Filippo Abbate

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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Cristian Minerva

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