Anni ’70

Sequenza degli eventi (in ordine cronologico):

  • ANNI DI PIOMBO ANNI ’70;
  • MONETA FIAT (1971);
  • STAGFLAZIONE ANNI ’70;
  • SCHOCK PETROLIFERI (1973 e 1979);
  • COMMISSIONE TRILATERALE (1973);
  • THE CRISIS OF DEMOCRACY (1975);
  • IL CASO MORO (1978);
  • INGRESSO NELLO SME (1979);

 

 

ANNI DI PIOMBO ANNI ’70:

Gli anni di piombo sono quelli della così detta Strategia della Tensione, caratterizzata da quelle che vengono comunemente chiamate Stragi di Stato.
Stragi di Stato però è una definizione assolutamente sbagliata e ingannevole.
Si tratta infatti di:
Stragi CONTRO lo Stato, e NON Stragi di Stato!
Ci sono 2 domande:

  • 1) Da chi erano condotte le Stragi contro lo Stato.
  • 2) Quali erano gli obbiettivi delle Stragi contro lo Stato.

– Da chi erano condotte le Stragi CONTRO lo Stato?
Le stragi “a livello basso” (di facciata) erano condotte dai gruppi estremisti insurrezionalisti dell’estrema destra piuttosto che dell’estrema sinistra (a seconda delle circostanze),  ma “a livello alto, il tutto era orchestrato da “Centri occulti di potere esterni che hanno altri interessi”, come li definirono i giudici Falcone e Borsellino in seguito (vedi voce “Omicidi dei giudici Falcone e Borsellino – 1992“).
Lo spiega molto bene il ricercatore Storico Giovanni Fasanella:

GIOVANNI FASANELLA: “Le Stragi erano manovrate da apparati dello Stato che solo in minima parte rispondevano alle autorità politiche italiane, cioè ai legittimi governi del nostro paese, mentre in maggior parte questi apparati dello Stato, per effetto del trattato di pace imposto all’Italia subito dopo la seconda guerra mondiale, dipendevano da centrali di comando estere straniere facenti capo alla NATO (quindi USA, Inghilterra, Francia, ecc). Da qui la spiegazione dei continui boicottaggi alle indagini e i tanti depistaggi” (vedi pag Mafia-Gladio-P2).

– Quali erano gli obbiettivi delle Stragi CONTRO lo Stato?
Tutti gli attori internazionali responsabili delle stragi contro lo Stato, erano tutti accomunati da un duplice obbiettivo:

  1. Da un lato quello di impedire l’evoluzione del sistema politico italiano, cioè, impedire che la politica italiana si spostasse verso sinistra (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito dagli USA per via della Guerra Fredda).
  2. Dall’altro (quello di cui si parla pochissimo) quello di porre un freno all’emancipazione della sovranità italiana per contenere uno straripamento di una potenziale egemonia italica sul Mediterraneo, quindi Africa e Medio-Oriente (questo era l’obbiettivo maggiormente perseguito da Inghilterra e Francia per via delle loro colonie in quei territori).

Lo spiega ancora meglio Fasanella:

GIOVANNI FASANELLA: “L’obbiettivo era quello di impedire che continuasse a crescere l’influenza italiana nel Mediterraneo, ovvero l’area maggiormente geo-strategica dell’epoca per via delle fonti di approvvigionamento energetico allocate nell’intero bacino, fonti che erano necessarie/indispensabili allo sviluppo del sistema economico nazionale di qualsiasi paese.
Accadde infatti che l’Italia, da paese uscito perdente dalla seconda guerra mondiale, si ritrovò in capo a pochi decenni ad essere il paese vincente del dopo guerra, vittoria italiana costruita attraverso una politica di amicizia e di cooperazione con i paesi del terzo mondo, coi paesi del Nord-Africa, coi paesi del Medio-Oriente, una politica ponderata che consentì all’Italia di accrescere la propria influenza, emarginando sino alla disgregazione degli imperi coloniali Francese e Inglese.”

Gli anni di piombo culminarono con il rapimento e successivo omicidio di Aldo Moro.

 

 

MONETA FIAT (1971):

Nel 1971 gli USA scollegano il dollaro dall’oro ponendo fine al così detto sistema aureo (meglio conosciuto come “Dollar ExChange Standard”).
A partire dal 1971 tutte le monete degli Stati diventano moneta moderna Fiat (vedi pag. Gold standard vs. Moneta fiat).
Con la propria moneta fiat ciascuno Stato è in grado di auto-prodursi tutti i soldi che servono a soddisfare i propri fabbisogni.
Vale la solita regola della moneta fiat di sempre:

  1. – lo Stato genera per mezzo dei suoi organi di emissione la propria moneta nazionale.
  2. – Con i soldi nazionali ciascuno Stato produce il così detto MADE IN da esportare all’estero.
  3. – L’IMPORT-EXPORT tra gli Stati da luogo ai mercati globali.

Le monete Fiat delle varie nazioni restano in vigore fino a che gli Stati NON ri-vincolino la propria valuta in una Unione monetaria (come ad esempio lo SME/Euro).

 

 

STAGFLAZIONE ANNI ’70:

Il periodo della STAGFLAZIONE (vedi pag “Inflazione/Deflazione“) degli anni ’70  risulta essere particolarmente cruciale dal momento che fu la causa scatenante del cambio di rotta nelle politiche economiche globali che da li in poi decretarono la crisi e il successivo tramonto del keynesismo.
E’ doveroso per tanto fornire un adeguato approfondimento per comprendere meglio le cause che concorsero ad indurre gli Stati ad affrontare questo epocale cambiamento nelle loro linee guida.
Come accennato ne “La scalata delle destre“, dopo essere state messe ai margini dell’economia per decenni dalle costituzioni di modello democratico-sociale, le così dette elites dominanti capitalistiche durante gli anni ’70 passarono alla ribalta, e lo fecero sfruttando una serie di eventi correlati fra loro funzionali ai loro dogmi notoriamente utilizzati come spauracchi per propagandare la loro dottrina.
Gli spauracchi, lo ricordiamo, sono:
– L’INFLAZIONE,
– il DEBITO PUBBLICO, e di conseguenza
– la SPESA PUBBLICA DELLO STATO.
Durante gli anni ’70 lo spettro dell’inflazione ebbe modo di fare molto bene breccia grazie a vari fattori che concorsero a provocarla, primi fra tutti i famosi Shock Petroliferi (la vera causa principale), ma poi anche gli squilibri provocati dalle guerre in Corea e Vietnam, nonchè la creazione delle masse monetarie dei petrol dollari in mano ad una finanza che stava ricominciando ad intaccare gli equilibri raggiunti fino ad allora con l’assetto economico di matrice Keynesiana (notoriamente contrapposto al liberismo).
A questi poi si aggiunge un altro fattore cruciale rappresentato dalla comparsa delle multinazionali che dagli USA iniziarono ad irrompere nelle varie economie Europee destabilizzandone gli assetti economici per gli anni a venire.
Ma vediamo i vari eventi nel dettaglio:
Per capire le ragioni che portarono a tali squilibri, occorre analizzare il differente percorso che caratterizzò due ben distinti modelli economici-sociali, quello americano e quello eurpeo.
Accadde infatti che, mentre in Europa si era andata sviluppando una tipologia di società formata da “partiti di massa”,  in America invece si delineava una società strutturata su agglomerati economici manifestanti centri di interesse basati su presupposti di economia di stampo neo-liberista .
Gli interessi di tali agglomerati pertanto indirizzarono sempre più insistentemente gli USA ad assumere un assetto consono a tali obbiettivi espansionistici privati a discapito di quelli pubblici, (modello  neo-liberista appunto), in netta contrapposizione coi sistemi degli Stati Sociali Europei presentanti barriere protezionistiche quale ostacolo all’espansione dell’economia capitalistica globale.

– A) MULTINAZIONALI:  A partire dagli anni ’60, le multinazionali che avevano potuto prendere forma e acquisire potere all’interno di questo specifico sistema economico capitalistico statunitense, cominciarono ad approfittare delle falle da loro stesse create nel sistema giuridico nazionale per riuscire ad espandersi nel resto del mondo.
La Figura giuridica della multinazionale riuscì infatti ad ottenere gli stessi diritti di una Persona Fisica ponendo le corporations nella impropria posizione di poter essere considerate a tutti gli effetti come degli esseri umani in carne ed ossa:
A cambiare in maniera radicale in questo caso sono i fini ultimi delle due differenti figure, Fisica e Giuridica, dove quella fisica vede nella sua ragione di esistere la soddisfazione dei suoi fabbisogni primari ed il suo stato di benessere complessivo, mentre per la giuridica il fine ultimo è solo ed unicamente il profitto (si veda il film-documentario intitolato “The Corporation”)..
E’ così che le multinazionali iniziarono a decentrare la loro produzione nei paesi sottosviluppati, ottenendo produzioni a basso costo che creavano per contro però sacche sempre più grandi di disoccupazione (causa della stagnazione economica) nei paesi già sviluppati (compresi gli stessi Stati Uniti) squilibrandone il sistema.
Ciò mise in atto un processo di globalizzazione che da li in poi cominciò progressivamente ad intaccare e destabilizzare i sistemi economici degli Stati sociali di tutti i paesi industrializzati.

– B) FINANZA: In tale contesto veniva creandosi una parallela trans-nazionalizzazione delle economie finanziarie in cui una progressiva deregolamentazione consentiva la creazione delle così dette economie off-shore (definite anche paradisi fiscali) in cui una componente sempre maggiore di dollari americani riusciva a sfuggire al controllo del fisco degli Stati Uniti oltre che dal controllo degli Stati Europei.
Questi capitali di dollari (parliamo di colossali cifre di denaro conosciuti con il nome di Euro-Dollari riciclati a loro volta in quelli che poi assumeranno il nome di Petrol-Dollari) gestiti dai magnati della finanza della City di Londra piuttosto che Wall Street, sono quelli che contribuirono ad alimentare l’esplosione di circoli viziosi di speculazioni finanziarie che come noto sottraggono risorse all’economia reale, per disperderla in investimenti fittizi che destabilizzano il sistema (vedi Pag. “Glass-Steagall act“).

– C) GUERRE: Un altro problema destabilizzante come detto fu poi quello delle guerre degli USA mosse dalle tensioni della Guerra Fredda che imperversava in quegli anni.
Va citato in questo contesto come gli americani si siano sempre spesi a mantenere una continua allerta per il diffondersi a livello mondiale del comunismo e conseguente suo contrasto strategico,  portando la federazione statunitense ad avventurarsi prima nella Guerra di Corea, nella Corsa agli armamenti e poi dal 1960 al 1975 nella Guerra del Vietnam.
Queste guerre determinarono notevoli spese militari oltre che causare una sostanziosa deviazione della produzione industriale verso i prodotti bellici a scapito dei prodotti di consumo tradizionali che a loro volta divenivano via via più rarefatti (causa dell’INFLAZIONE),  ed i politici americani lungimiranti nel contrastare il rischio del diffondersi dell’ideologia comunista, non lo furono altrettanto, nel mantenere un corretto equilibrio nella loro industria nazionale/ sistema economico.
In più ad un certo punto, forti della loro moneta imposta come valuta di riferimento, gli americani decisero addirittura di smettere perfino di prodursi autonomamente le risorse primarie scegliendo di acquistarle “più comodamente” all’estero approfittando di questa loro  posizione valutaria privilegiata , ma andando così ad inondare il mercato di dollari USA..

– D) SHOCK PETROLIFERI (PIU’ IMPORTANTE): Tutti questi fattori insieme andavano ad aggiungersi a quello che poi alla fine rappresentava essere il vero detonatore dell’esplosione dei prezzi, ovvero gli Shock petroliferi imposti dai paesi produttori, i quali con un aumento dei prezzi del greggio di oltre il 400% rispetto al prezzo di partenza, furono la vera causa scatenante dell’impennata di prezzi generale che produsse l’aumento incontrollato dell’inflazione anche nel resto del mondo, Italia in primis (vedi voce “Federico Caffè’” presente fra le “Fonti” di riferimento).

– RICAPITOLANDO:
La disoccupazione causa la STAGNAZIONE; l’aumento artificiale dei prezzi dovuto alle pretese dei produttori causa l’ INFLAZIONE.
La STAGNAZIONE e l’INFLAZIONE combinate tra di loro producono insieme la STAGFLAZIONE.
Attraverso la travisazione/mistificazione delle vere cause che provocarono la Stagflazione , le elites dominanti riuscirono a sostituire il KEYNESISMO con il LIBERISMO.

 

 

SCHOCK PETROLIFERI (1973 e 1979):

Col termine “shock petroliferi” si intendono le crisi energetiche avvenute nel corso degli anni ’70 in seguito alle 2 brevi guerre avvenute in medio oriente, le quali provocarono la quadruplicazione del prezzo del greggio in tutti i paesi occidentali.
Le 2 guerre furono rispettivamente:
– 1973 Yom Kippur.
– 1979 Siria.
L’aumento del prezzo del greggio fu un evento forzato in quanto il prezzo fu fatto lievitare in maniera smodata, oltre al fattore delle guerre in se, per via della colossale fake news messa in circolo nello stesso periodo dalle compagnie stesse petrolifere (le 7 sorelle), riguardante un fantomatico prossimo esaurimento delle riserve di petrolio che invece non si verificò mai.
L’aumento del greggio del 400% fu un evento che ebbe molteplici risvolti (da qui gli interessi legati al rialzo forzato) che possiamo riassumere nei seguenti punti:

  1. – RIACQUISIZIONE DI IMPORTANZA STRATEGICA DEL DOLLARO USA: Nel ’71 lo scioglimento del sistema monetario “Bretton Woods”  aveva sottratto di fatto tutte le ex monete partecipanti all’unione monetaria, dal controllo degli USA.  In oltre le spese eccessive americane per fronteggiare il pericolo del comunismo (vedi guerre Korea e Vietnam) avevano inflazionato molto il Dollaro USA che aveva perso dunque sia di importanza che anche di valore. Gli Shock petroliferi furono una “manna dal cielo” in quanto, essendo che il greggio è prezzato in Dollari, generarono una richiesta di Dollari mondiale tale da far riguadagnare al Dollaro USA gran parte dell’importanza perduta.
  2. – AUMENTO DELL’INFLAZIONE CONGENIALE AGLI ASSIOMI LIBERISTI: abbiamo spiegato come i liberisti siano riusciti ad offuscare il Keynesismo attraverso i dogmi dell’inflazione e del Debito pubblico; ebbene, l’aumento del 400% fece schizzare alle stelle i costi di produzione con conseguente aumento dei prezzi di tutti i beni in generale che in altri termini significa aumento dell’inflazione. Esattamente questo aumento dell’inflazione è quello che fu utilizzato dai liberisti per soppiantare il Keynesismo, il tutto a favore dell’1% e a scapito del restante 99%.
  3. – DESTABILIZZAZIONE DELL’ITALIA: Essendo che l’Italia è notoriamente un paese energeticamente dipendente dall’estero (a causa dei boicottaggi internazionali, vedi caso Mattei e Moro) il nostro paese si ritrovò a soffrire maggiormente le crisi petrolifere rispetto ai “nostri alleati” occidentali. In questo modo, sfruttando questi lati deboli, la compagine liberista italiana (al soldo di quella atlantica) riuscì a trovare il varco per scalfire la nostra costituzione e cominciare a manometterla pregiudicando il nostro assetto socio economico alla sua radice. Il divorzio fra Tesoro e Bankitalia dell’81 venne fatto proprio utilizzando la scusa dell’inflazione (che invece come abbiamo visto dipendeva da fattori esterni e non interni alla nazione).
  4. – SOTTOMISSIONE DI TUTTI GLI STATI DEBOLI ALL’FMI (neo-colonizzazione): A causa dell’aumento del greggio, 109 economie del mondo si ritrovarono esposte pesantemente sulle proprie bilance dei pagamenti, così che tutte quante si ritrovarono costrette a chiedere aiuti all’FMI, il quale come noto assoggetta gli Stati suoi debitori ad uno schema economico/monetario di tipo coloniale, il tutto a favore degli Stati creditori, USA in primis.

Per ulteriori approfondimenti sugli Shock petroliferi, vedi pag. Storia: Shock petroliferi (’70)

 

 

COMMISSIONE TRILATERALE (1973):

Nel 1973 viene fondata la Commissione trilaterale, ovvero l’associazione di categoria della finanza (il famoso 1% della popolazione).
Si tratta di un organo sovra-nazionale privato composto dai potentati economici privati dei 3 assi partecipanti:
USA.
Europa.
Giappone.
L’organizzazione viene fondata con lo specifico compito di influenzare la politica dei vari Stati nazionali, al fine di indebolire il potere dei popoli (quelli del 99%) con le loro costituzioni di matrice democratica sociale, “colpevoli” di aver legato mani e piedi allo strapotere delle classi elitiere dominanti.
La strategia della Commissione Trilaterale si concretizza nella stesura di “The crisis of democracy”.

 

 

THE CRISIS OF DEMOCRACY (1975):

E’ il fondamentale “lavoro” redatto dalla Commissione Trilaterale, col quale vengono definite le linee guida del ritorno in auge delle così dette elite dominanti delle destre capitaliste private, fino a quel momento messe da parte dalle costituzioni nazionali di matrice democratica-sociale.
Il concetto di fondo è molto semplice:
Con gli Stati democratici sovrani in grado di auto prodursi autonomamente ciascuno la propria moneta senza bisogno di dover chiedere ogni volta soldi in prestito alla finanza, l’1% elitiero possidente dei grandi cespiti si ritrova sistematicamente messo fuori gioco.
E’ così che in The crisis of democracy, viene compiuto un lavoro in cui vengono individuati tutti i punti chiave che tenevano fuori gioco le elite, per poi procedere a stilare una sorta di vademecum da dover mettere in atto da li per tutti gli anni a venire.
Fra i punti principali individuati citiamo:
– Eccessivo potere nelle mani del popolo, garantito dalle costituzioni di matrice democratico-sociale.
– Eccessivo potere nelle mani degli Stati.
– Eccessivo interesse da parte della popolazione nelle faccende economiche e politiche del paese.
– Eccessive restrizioni alla proprietà privata, e al suo potere.
– Eccessive restrizioni alla libera circolazione di capitali e di merci.
Obbiettivo della missione:
– Distruggere le democrazie partecipative con le loro costituzioni nazionali al seguito.
– Addormentare il popolo facendo in modo che non si interessasse più alle faccende di economia politica nazionale.
– Nauseare/disgustare il popolo dalla politica al fine di provocarne un netto distacco/disinteresse.
– Distruggere il pensiero keynesiano per sostituirlo con quello liberista.
– Colonizzazione liberista totale di tutti i media, edicole, giornali, radio televisioni, compresa la cultura, scuole ed università (specialmente economia e giurisprudenza)
– Diffusione a tappeto del pensiero unico neoliberista e del libero mercato.
Questo è stato scritto, ed è esattamente ciò che è stato fatto.

 

 

IL CASO MORO (1978):

Il caso Moro rappresenta una svolta cruciale (o mancata svolta a seconda di come la si vede) nella direzione politica/economica che nel 1978 avrebbe potuto intraprendere il nostro paese.
Negli anni ’70/’80 in piena “guerra fredda”, l’Italia raffigurava per gli USA una fondamentale linea di confine strategica tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica (da ricordare che l’impero comunista si estendeva fino a quella che oggi risulta essere la ex Jugoslavia).
Si può dire che l’Italia, in Europa, rappresentava (e rappresenta tutt’ora) in sostanza un po’quello che lo Stato di Israele rappresenta oggi in Medio Oriente per le strategie militari americane , motivo per cui il territorio italiano è costellato di basi militari NATO.
All’inizio del 1978, Moro (allora presidente della Democrazia Cristiana), fu l’esponente politico più importante a ritenere possibile un governo di “solidarietà nazionale” che includesse anche il PCI nella maggioranza.
Tale soluzione presentava però rischi sul piano della politica internazionale, in quanto non trovava il consenso delle grandi superpotenze mondiali.
Con tale assetto infatti, ritenuto soprattutto dagli USA “pericolosamente” filo-comunista,  l’Italia rischiava di diventare non più controllabile/ condizionabile dalle “forze atlantiche”.
L’omicidio di Moro scongiurò di fatto questo “pericolo”.
A distanza di 30 anni, sono molti i fatti, le congetture, le coincidenze, le testimonianze, le dichiarazioni che coinvolgerebbero i servizi segreti internazionali nella vicenda e soprattutto nel suo tragico epilogo.
Da segnalare un fascicolo recentemente aperto sulla base di un esposto di Ferdinando Imposimato (ex giudice istruttore del caso), in cui vengono portate agli atti le recenti dichiarazioni dell’esperto statunitense Steve Pieczenik (che ufficialmente coordinava il collegamento tra i servizi segreti americani e gli omologhi italiani) dichiarante apertamente la necessità politica del fatto che l’omicidio Moro, si sarebbe dovuto compiere.

APPROFONDIMENTO:   Per capire bene in che contesto storico avviene il sequestro Moro, è di cruciale rilevanza il libro della metà degli anni ’70 , “CRISI DELLE DEMOCRAZIE”, che è il primo importante lavoro della commissione trilaterale.
In questo libro commissionato dalla Trilateral, gli studiosi che hanno portato avanti questo lavoro, sostengono che le democrazie non funzionano perchè sono troppo burocraticizzate, ostacolate da lungaggini, e soprattutto non funzionano se la maggioranza delle persone si occupa della vita politica del paese (DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA), mentre le uniche democrazie che possono funzionare, sono quelle dove la maggior parte della gente se ne sta in apnea ovvero ai margini del dibattito pubblico.
ll Prof. Pietro Ratto fornisce una importante analisi con le seguenti parole: “Si parla in sostanza di una situazione di governance in cui i parlamenti nazionali democraticamente eletti possano essere bypassati eludendo le “interferenze” dunque del volere popolare, che poi è esattamente la linea ricalcata da tutti gli accordi internazionali di ultima generazione, a partire dagli accordi europei.
Nelle lettere che Aldo Moro scrisse durante la sua prigionia , emerge che Moro , già nel 1978 , si era reso conto di questo quadro descritto nel libro sopra citato, ed aveva capito che l’Italia stava andando incontro al termine  della sua fase di sovranità.
Quindi, in un periodo di fortissima tensione in cui le elìte americane stavano manifestando la volontà di riportare in auge le classi dominanti mediante una correzione dell’ eccesso di democrazia che fino a quel momento si era verificato in occidente, soprattutto in Europa, soprattutto in Italia, l’uomo politico Aldo Moro, si era messo di traverso, e per questo andava neutralizzato.
Di questa situazione troviamo conferma direttamente nei memoriali di Aldo Moro, perchè è proprio lo stesso Moro che nelle sue lettere scrive contro la Trilateral, parla dell’Europa dei burocrati, della tecnocrazia, tutti concetti che noi abbiamo cominciato a scoprire solo nei tempi più recenti (ovvero, dal 2011 quando con Monti, l’Europa ha mostrato la sua “vera faccia”), ma che Moro aveva evidentemente già tutti chiari nel 1978.
Sempre in CRISIS OF DEMOCRACY, veniva trattato anche un argomento  particolare (fra i molteplici analizzati) che da lì a non molto avrebbe interessato un altro eminente esponente politico italiano, l’unico che si schierò apertamente per una linea governativa che avesse consentito la salvezza di Moro, mentre tutti gli altri erano invece per la linea della fermezza:
Il suo nome era Bettino Craxi.
L’argomento riguardava una strategia da mettere in atto per poter ottenere un distacco dell’opinione pubblica dalla politica, e questo sarebbe potuto avvenire nei seguenti termini:
Se uno Stato viene travolto da uno scandalo di tangenti che desse l’idea di una classe politica corrotta, la conseguenza sarebbe che l’elettorato si staccherebbe dalla politica e smetterebbe di votare, e quindi si correggerebbe questo “pericoloso eccesso di democrazia”, lasciando governare incontrastati coloro i quali si trovano al potere.
Esattamente ciò che accadde in Italia con TANGENTOPOLI nel ’92.” 
 (Vedi video su Youtube “Cose che Moro Sapeva. Quarant’anni prima di noi – Pietro Ratto“)
Vedi voci “Tangentopoli 1992”, “Operazione Britannia 1992”, “Omicidi dei giudici Falcone e Borsellino 1992” .

 

 

INGRESSO NELLO SME (1979):

Nell’anno 1979 l’Italia entra a far parte del Serpentone Euro Monetario (vedi pag “SME ed ECU“), abbandonando il sistema fiat a cambi fluttuanti.
Il primo tentativo di serpente monetario andò dal 1972 al 1975 ma saltò a causa degli Shock Petroliferi  (gli agganci monetari infatti, proprio a causa della loro rigidità, sono particolarmente instabili e sensibili alle importanti crisi).
Il Serpente Euro Monetario viene istituito per sopperire allo sfaldamento del sistema Bretton Woods, con l’intento di mantenere una certa stabilità fra le differenti valute.
In realtà la vera finalità dell’unificazioni monetaria è quella di consentire agli USA di tornare ad esercitare un controllo sulle nazioni Europee, dominio perso con lo scioglimento del sistema Dollar ExChange Standard.
Del resto, che l’Unione EuroMonetaria fosse una gabbia per sottoporre gli Stati-Membri sovrani al dominio/controllo del capitale internazionale, lo hanno dichiarato eminenti personalità autorevoli nel corso della storia più o meno contemporanea. Ad esempio:

LUIGI SPAVENTA (nel 1978): “Col vincolo valutario dello SME, l’Italia subirà una perdita di competitività che la indurrà a deflazionare la sua economia con conseguente perdita di esportazioni, di occupazione e di reddito (e dunque di PIL).” [Cit. Luigi Spaventa]

GIORGIO NAPOLITANO (nel 1978): “Il sistema EuroMonetario SME invece di garantire lo sviluppo dei paesi a moneta debole (come l’Italia), serve a garantire lo sviluppo dei paesi a moneta piu’ forte (come la Germania).” [Cit. Giorgio Napolitano]

Come osservano Spaventa e Napolitano l’Unione EuroMonetaria a cambi fissi va a favorire sistematicamente i paesi forti come la Germania caratterizzati da un valore del cambio elevato e inflazione bassa, a scapito di quelli più deboli come l’Italia che presentano cambio basso e inflazione più alta.
Va sottolineato che la forza di una valuta non riflette necessariamente una forza in senso assoluto di una nazione, ma spesso ne rispecchia il tipo di modello economico attuato:
Ad esempio un paese promotore di una economia di tipo sociale come l’Italia, solitamente ha una moneta meno forte di un paese come la Germania che adotta modelli economici di tipo più mercantilistico.
Non va dimenticato che la Germania aveva tonnellate di debiti di guerra da pagare e per questo il suo modello economico era volto espressamente alle esportazioni, cosa che induce fisiologicamente al rafforzamento dei suoi parametri.
Dunque l’Unione Euro Monetaria andava a vantaggio della Germania (e dei paesi centrali in genere) e a scapito di quelli periferici, Italia in primis.
La dinamica del cambio fisso è la seguente:
Le valute vengono ancorate fra di loro laddove la valuta più forte ne diventa quella di riferimento (è la formula del sistema monetario coloniale).
I paesi forti grazie al cambio fisso tendono a ribassare il valore della loro valuta e riescono così indebitamente a sopraffare gli altri Stati-membri deboli i quali viceversa si ritrovano col loro cambio rivalutato al rialzo.
In questo modo i paesi forti riescono a piazzare più agevolmente le loro merci sui mercati, col vantaggio ulteriore che la loro moneta non si apprezza più come dovrebbe essere in regime di mercato libero, ma resta competitiva in quanto vincolata alle altre monete più deboli componenti l’unione monetaria.
E’ così che i paesi più deboli si vedono costretti ad adottare politiche economiche volte a difendere il cambio che si sono impegnati a mantenere.
Tali politiche però sono anche controproducenti per gli Stati deboli che le devono attuare e così ecco che si rimane intrappolati in un circolo vizioso in cui i forti sono sempre più forti e i deboli sempre più deboli.
Il secondo Serpentone Monetario Europeo resterà in vigore fino al 1992, anno in cui la Lira e la Sterlina usciranno in seguito ad un attacco speculativo operato dallo speculatore finanziario George Soros (la Lira vi rientrerà poi nel 1999).

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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