Articoli esaustivi

Sequenza degli articoli (in ordine cronologico):

  • INTRODUZIONE: Articoli esaustivi in sintesi.
  1. (Anni ’90) RACCOLTA DI ARTICOLI DEL DOPO ITALEXIT DEL 1992
  2. (2006) L’INTRECCIO TRA GOLDMAN SACHS E LE ISTITUZIONI ITALIANE.
  3. (2008) GLI ESPONENTI DELLE ISTITUZIONI BANCARIE/ FINANZIARIE INVOCANO CRISI PER INDURRE A RIFORME (SCONVENIENTI AL 99%).
  4. (2011) GOLDMAN SACHS E DEUTSCHE BANK, IN COORDINAMENTO CON BCE E AGENZIE DI RATING, PRODUCONO L’ATTACCO ALLO SPREAD.
  5. (2012-2014-2016) MEDIA E MAGISTRATURA GLISSANO SULLE DICHIARAZIONI CONFESSORIE DEI MINISTRI CHE TESTIMONIANO IL GOLPE FINANZIARIO DEL 2011.
  6. (2013) ALTERAZIONE DEI DATI PER PROMUOVERE LE AUSTERITA’.
  7. (2018) MEDIA E MAGISTRATURA GLISSANO SU BCE CHE APPALTA A BLACK ROCK LA FUNZIONE DI CONTROLLO SUL SISTEMA BANCARIO.
  8. (2019) GERMANIA VIOLATRICE SERIALE DEL PATTO DI STABILITA’ EUROPEO.
  9. (2021) CANCELLAZIONE DEBITO PUBBLICO IN MANO A BANCACENTRALE.

ALTRI A SEGUIRE PROSSIMAMENTE…..

 

 

INTRODUZIONE: Articoli esaustivi in sintesi.

PER QUELLI CHE: “Ma sul web circolano le FakeNews….”

Qui di seguito verranno riportate una serie di varie notizie (di epoche differenti), apparse/riportate candidamente sui giornali ufficiali di comune diffusione.

 

 

1. (Anni ’90) RACCOLTA DI ARTICOLI DEL DOPO ITALEXIT DEL 1992

ECCO QUELLO CHE ACCADE REALMENTE DOPO LO SGANCIAMENTO DELL’ITALIA DAL SISTEMA EURO MONETARIO.

A seguire alcuni degli articoli di giornale (La Repubblica, Corriere della Sera, ecc ecc) che testimoniano cosa effettivamente accade nel momento in cui le valute si slegano dal tasso fisso (Euro).

Corriere della Sera – 16 maggio 1991 – “ITALIA QUARTA POTENZA!

Ma come è possibile?
Come potrebbe una Nazione come l’Italia, con tutti i problemi di casta, sprechi, corruzione, burrocrazia, carrozzoni pubblici, inefficienze, e chi più ne ha più ne metta, diventare quarta potenza mondiale, davanti a Francia e Inghilterra?
Siamo proprio sicuri che le cose stavano come le abbiamo sempre sentite raccontare?

Repubblica – 17 gennaio 1993 – “RIASSORBITE IN UN MESE TUTTE LE PERDITE

RIASSORBITE IN UN MESE TUTTE LE PERDITE DEL ’92

MILANO – Euforia in Piazza Affari. Sono stati ancora una volta gli stranieri a battere sul tempo i nostri sfiduciati investitori e ad inaugurare il 1993 nel segno focoso del Toro. Pochi dati parlano da soli: in questa settimana con un crescendo di affari furibondo la Borsa ha conseguito un rialzo del 4,75%. Non basta: nel mese borsistico di gennaio, che si è concluso venerdì, il progresso è stato del 18,45 per cento. Nel giro di neanche 4 settimane si è più che riassorbita la perdita dell’intero ’92

ATTENZIONE: Nel 1992 l’Italia esce dal SistemaEuromonetario, e i tassi di interesse sui Titoli di Stato, invece chesalire vanno giù in picchiata.
Ma NON doveva essere il contrario?
Ma i mercati NON dovevano perdere fiducia?
Ma le materie prime? L’energia?..
Invece la borsa si risana prestissimo e i capitali dall’estero aumentano.
Vediamo come stanno le cose a Berlino…

Repubblica – 18 marzo 1993 – “BAYER TRADITA DAL MARCO

BAYER TRADITA DAL MARCO

MILANO – La recessione economica e la forza del marco frenano i conti ’92 del gruppo Bayer, il colosso chimico che realizza il 79% della sua attività fuori dai confini tedeschi. Il giro d’affari è calato del 2,8% a 41,2 miliardi di marchi (circa 39.800 miliardi di lire), mentre l’utile netto è sceso del 15,7% a 1,6 miliardi di marchi. In calo quindi anche il dividendo, da 13 a 11 marchi per azione. La diminuzione del fatturato è stata influenzata in misura determinante, il 3% (ovvero 1,27 miliardi di marchi), dalla svalutazione di sterlina, lira e peseta e per l’1,7% (735 milioni di marchi) dalla diminuzione dei prezzi di vendita, compensata in parte dall’incremento delle quantità vendute (pari all’1,9% del giro d’affari, 803 milioni di marchi).

Come fanno notare Ska Keller (EuroParlamentare tedesco) e Theo Waighel (ex-ministro finanze Gov. Khol) i prodotti tedeschi fuori dal Sistema Euro Monetario diventano carissimi per il mercato estero.
I risultati di tale effetto, sono riportati da tutte le principali testate giornalistiche del tempo.

Corriere della Sera – 4 giugno del 1993 – “GERMANIA MAI COSI’ IN BASSO

CRISI SENZA FINE / LA LOCOMOTIVA D’EUROPA NELLA PEGGIORE RECESSIONE DEGLI ULTIMI 20 ANNI

Nel primo trimestre il prodotto interno lordo è crollato del 3,2 per cento. Quasi 350 mila occupati in meno. Precipitano gli investimenti ma la BUNDESBANK rimane inflessibile e non riduce il costo del denaro.

Ormai le cifre parlano chiaro: per la Germania è la crisi peggiore degli ultimi vent’anni. Mai i grandi indicatori congiunturali avevano avuto, dopo il trauma petrolifero del 1974, un andamento così negativo e così costante. I dati forniti ieri dall’Ufficio statistico federale di Wiesbaden sono drammatici: il prodotto interno lordo arretra del 3,2% rispetto a un anno fa, il prodotto sociale lordo, che tiene conto anche delle massicce fughe di capitali, addirittura del 3,7. Sono cifre relative al primo trimestre, confrontate con quelle dei primi tre mesi del ’92, e limitate alla sola Germania Occidentale.

Dopo la svalutazione della Lira fuori dallo SME, i prodotti italiani sono tornati ad essere più convenienti rispetto alla concorrenza straniera, ecco perché fu allentato il credito.
E anche gli investitori preferiscono investire dove il costo del lavoro costa meno (in Italia) rispetto a dove costa di più (in Germania).

Corriere della Sera – 11 settembre 1993 – “MADE IN ITALY MAI COSì BENE

MADE IN ITALY MAI COSì BENE

Spiragli / i vantaggi dopo la svalutazione della lira. Baratta “un contributo decisivo all’occupazione”.
La bilancia commerciale verso i paesi extra Cee attiva in luglio per 3.936 miliardi. In 7 mesi guadagnati 12 mila miliardi. Con gli USA +31% con la Cina +138%

Eh, ma come si fa a competere con la Cina? Ma dove deve andare l’italia con la sua liretta?!

Corriere della Sera – 14 febbraio 1996 – “BILANCIA COMMERCIALE, 1995 SENZA PRECEDENTI”

Dedicato a tutti quelli che: “Ma sganciandoci dall’Euro, ci ritroveremmo con la moneta svalutata che ci impedirebbe di importare le materie prime/energia a buon mercato, così che tutti i costi/prezzi schizzerebbero alle stelle, annegandoci nell’inflazione ed impedendoci di esportare…..”

La Stampa – 18 marzo 1996 – “IL MARCO FA SCAPPARE LE IMPRESE TEDESCHE

“IL MARCO FA SCAPPARE LE IMPRESE TEDESCHE”

BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE: In un anno sono quasi raddoppiati, ed è un record che fa discutere il mondo del lavoro e gli analisti: gli investimenti esteri delle imprese tedesche sono saliti da 27 miliardi di marchi nel 1994 a 50 miliardi nel ’95. Soprattutto per due ragioni che mettono in luce debolezze del sistema Germania, nota la Bundesbank nel suo ultimo rapporto mensile: per difendersi da costi del lavoro troppo alti e per controbattere a un Supermarco che compromette le esportazioni. Che non si tratti di un caso ma di una tendenza al rialzo dopo una flessione, lo conferma il paragone con gli anni precedenti: nel ’91 gli investimenti all’estero erano stati di 39 miliardi di marchi. A conferma poi che la Germania ha perduto molta della sua forza di attrazione per l’industria, come nota ancora la Bundesbank, un altro dato: gli investimenti delle imprese straniere in Germania sono stati di 13 miliardi di marchi nel ’95, ma erano stati di 26 miliardi l’anno precedente. Come riassume la Banca di emissione «la Germania partecipa meno di altri Paesi alla continua internazionalizzazione della produzione». La polemica dura da mesi: anche se fra i fattori che inducono le imprese tedesche a massicci investimenti esteri c’è la necessità di rafforzare le proprie posizioni su quei mercati, di fronte alla concorrenza interna e in presenza di un marco troppo forte; e anche se il dato può essere ricondotto all’apertura di nuovi mercati agli investimenti stranieri, la spiegazione principale è «la difficoltà di produrre nel luogo di produzione Germania». Per gli impacci burocratici che scoraggiano l’avvio di nuove attività; per un sistema di tassazione giudicato vessatorio dalle imprese. E per un mercato del lavoro gravato da costi aggiuntivi troppo elevati e ancora troppo poco mobile, nonostante i progressi degli ultimi due anni: produrre in Germania il motore di un’automobile costa quasi il doppio, a parità di qualità, rispetto a Paesi del Sud America o dell’Europa orientale. Di fronte a difficoltà che si cumulano, la scelta di produrre all’estero si impone, sostengono le imprese. Ma in presenza di una disoccupazione record – 4 milioni e 300 mila persone senza lavoro in febbraio, l’11% – il dibattito economico-politico sul futuro del sistema-Germania si infiamma, prossimo appuntamento il rinnovo dei contratti.

Si osservi: La Germania col cambio pesante accusa tutte le stesse identiche problematiche che guarda caso l’Italia subisce all’interno del Sistema EuroMonetario (che come detto appesantisce la Lira nella stessa misura).

La Stampa – 26 aprile 1996 – “KOHL CHIEDE LACRIME E SANGUE

KOHL CHIEDE «LACRIME E SANGUE»

BONN – Dalle colonne della «Bild Zeitung», il quotidiano tedesco più diffuso con quasi cinque milioni di copie, il Cancelliere Kohl ha inviato ieri questo appello in forma di lettera ai suoi concittadini:

LA LETTERA AI TEDESCHI: «Care concittadine, cari concittadini, in questi giorni dobbiamo confrontarci con decisioni importanti per il futuro del nostro Paese. Di fronte all’alto numero di disoccupati il governo vuole fare uno sforzo particolare – e del resto non ha altra scelta – per stimolare la crescita e creare dunque nuovi, più sicuri posti di lavoro.

Nel nostro Paese molte cose vanno bene, ma tutti noi dobbiamo cambiare il modo di pensare a determinate situazioni. Per esempio il costo del lavoro da noi è molto più alto che in altri Paesi. Questo fatto ha fatto sì che in Germania non si investa più abbastanza. Per questo abbiamo deciso misure che toglieranno questi costi, e aiuteranno dunque il futuro della nostra economia.

Risparmiare non è un fine in sé, ma assicura le fondamenta per una futura crescita, una crescita durevole e sana. Qualcuno propone di finanziare col credito lo Stato sociale. Ma il bilancio dello Stato non è diverso dal bilancio personale di ognuno di noi: non si può vivere al di sopra delle proprie possibilità.

Sono convinto che la maggior parte di voi se ne rendono conto e riconoscono che queste misure sono necessarie per combattere in modo efficace la disoccupazione. Se non prendiamo provvedimenti adesso, altri posti di lavoro andranno perduti. Il nostro Stato sociale non sarebbe allora più finanziabile.

Soltanto se resteremo tutti uniti potremo assicurare, un futuro sereno al nostro Paese!». Helmut Kohl

Kohl dice ai tedeschi che hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità.
Con gli stessi mantra usati in Italia, secondo cui lo Stato è come il padre di famiglia, oltre che a colpevolizzare i cittadini.
Lettera molto ipocrita visto che la Germania  nel 1995 aveva fatto un deficit del 9.4%, vedi database ufficiale dell’UE (Ameco).

Però dentro l’Euro chissà come mai tutti questi problemi i tedeschi NON ce li hanno….

Repubblica – 1 ottobre 1996 – “CHIRAC: MONETA UNICA PER CONTROLLARE LA LIRA

CHIRAC: MONETA UNICA PER CONTROLLARE LA LIRA

PARIGI – La parità della lira sarà il piatto forte del colloquio a quattr’occhi tra Romano Prodi e Jacques Chirac, in programma venerdì mattina a Napoli nel quadro del vertice bilaterale. Ieri mattina, durante una visita nel Pas-de-Calais, il capo dello Stato francese ha lamentato gli effetti negativi del cambio lira-franco sull’industria d’Oltralpe, mentre a Washington, dove si svolge l’ assemblea annuale del Fondo monetario, fonti ufficiali francesi hanno chiesto un rapido ritorno della nostra moneta nel Sistema monetario europeo. (…)

Chirac non ha avuto peli sulla lingua: “Le fluttuazioni monetarie che conosciamo in Europa non sono accettabili e sono all’origine dell’essenziale delle nostre difficoltà”. Secondo il capo dello Stato, “contrariamente a quel che molti pensano, non sono le iniziative del Sud-Est asiatico ad essere inquietanti per la produzione francese nel tessile, è la lira italiana”. Questa situazione, ha continuato, giustifica la nostra determinazione a introdurre la moneta unica e a stabilire regole del gioco precise per imporre a tutti i paesi europei, dentro o fuori l’euro, una disciplina monetaria. Queste parole sono state pronunciate di fronte ai dirigenti di una regione dove è concentrata la produzione del tessile-abbigliamento e dove più forte è l’esasperazione contro l’Italia, accusata dai piccoli e medi industriali di aver praticato una svalutazione competitiva.

NON solo la Germania..
Un’Italia fuori dall’Euro NON la vuole neanche la Francia,
ma neanche gli USA,
ma neanche gli inglesi…
Ma come mai tutte queste potenze così forti temono così tanto un’Italia sovrana in possesso della sua sovranità monetaria?
Ma NON dovevamo essere un paese debole che NON conta nulla? senza esercito, ne petrolio, ne materie prime?
Ma NON è che tutti gli italiani Europeisti stanno sottovalutando qualcosa?

Altri articoli a seguire prossimamente..

Scritto da: Cristian Minerva

Fonte: Stralci tratti dell’articolo intitolato SMEMORATI: l’uscita dell’Italia dallo SME del 1992 e la svalutazione della Lira.

 

 

2. (2006) L’INTRECCIO TRA GOLDMAN SACHS E LE ISTITUZIONI ITALIANE.

LA BANCA D’AFFARI AMERICANA CHE INFLUENZA LA POLITICA ITALIANA.

Corriere della Sera – 6 feb. 2006 – “COPPIE DI FATTO, ITALIA E GOLDMAN SACHS”

COPPIE DI FATTO: ITALIA E GOLDMAN SACHS
Henry Paulson: Questo è il capo supremo della banca di investimenti che sta influenzando di più l’Italia degli affari e della politica.[…]
L’ultimo ad essere stato catturato e Mario Monti; ne è diventato adviser da qualche settimana e la banca userà le sue competenze di ex commissario europeo alla concorrenza[…]
Lo stesso è successo con Mario Draghi il quale prima di diventare governatore della Banca d’Italia era partner di Goldman e membro del Management committee[…]
In passato successe con Romano Prodi prima della sua decisione di entrare in politica.[…]
Lo stesso Paulson passo due anni a inizio carriera alla Casa Bianca di Richard Nixon. […]

Il 6 febbraio 2006 il Corriere della Sera fornisce l’ennesima constatazione del fatto che la nota Banca d’affari americana eserciti fondamentali influenze sull’operato del governo italiano per mezzo dei suoi uomini inseriti direttamente alla dirigenza delle principali istituzioni nazionali.
Tra i nomi più importanti ci sono sempre i soliti ormai noti:
Romano Prodi,
Mario Monti,
Mario Draghi,
Claudio Costamagna,
Gianni Letta,
ed altri…

CorriereEconomia – 15 mag. 2006 – “IL CONFLITTO DI INTERESSI DI GOLMAN SACHS””

E’ VERDE IL CUORE DI GOLDMAN SACHS
[…]”Molti criticano questa trasformazione di una banca-istituzione (un salotto per il quale hanno lavoratoin passato anche Romano Prodi e Mario Draghi) che si è sempre vantata dei suoi elevati standard etici: Ora si è ritrovata nel mirino di alcuni suoi clienti che l’anno accusata di concorrenza sleale e di essere in conflitto di interessi.” [….]

Scritto da: Cristian Minerva

Fonte: Corriere della Sera

 

 

3. (2008) GLI ESPONENTI DELLE ISTITUZIONI BANCARIE/ FINANZIARIE INVOCANO CRISI PER INDURRE A RIFORME (SCONVENIENTI AL 99%).

COSTRINGERE A MEZZO DI RICATTO SI CHIAMA ESTORSIONE, ED E’ REATO!

LaStampa – 19 apr. 2008 – “BINI SMAGHI: SERVONO SHOCK PER LE RIFORME”

Il 19/04/2008 su “La Stampa” nella sezione “Economia & Finanza” viene riportata una dichiarazione del membro del comitato esecutivo della Banca Centrale europea  Lorenzo Bini Smaghi, il quale testualmente parla di:

LORENZO BINI SMAGHI: “Necessità di forti shock globali dell’economia per creare consenso internazionale per le riforme.”

Ma NON è l’unico esponente delle istituzioni Bancarie/Finanziarie ad affermare una cosa del genere.
Il 22 febbraio 2011 l’uomo Goldman Sachs Mario Monti durante un discorso all’Università internazionale LuissGuidoCarli, ritiene giusta la stessa cosa:

MARIO MONTI: “Non dobbiamo sorprenderci che anche l’Europa abbia bisogno di crisi per fare passi avanti; i passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni delle parti di sovranità nazionali a livello comunitario.”

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: La Stampa.  Video su YouTube Mario Monti: “L’Europa ha bisogno di gravi crisi per fare passi avanti“.

 

 

4. (2011) GOLDMAN SACHS E DEUTSCHE BANK, IN COORDINAMENTO CON BCE E AGENZIE DI RATING, PRODUCONO L’ATTACCO ALLO SPREAD.

LA PROCURA DI TRANI HA SENTENZIATO CHE LE MOTIVAZIONI DEL DECLASSAMENTO DEI TITOLI, SI SONO DIMOSTRATE TUTTE FALSE.

La Repubblica – 15 nov. 2011 – “LE MANI DI GOLMAN SACHS SULLA CRISI EUROPEA

LE MANI DI GOLDMAN SACHS SULLA CRISI EUROPEA
[…]”Mario Draghi ne è stato vice-presidente per l’Europa dal 2002 al 2005, Mario Monti consigliere internazionale dal 2005, mentre Lucas Papademos, nuovo premier greco, era governatore della banca centrale del suo paese quando Goldman Sachs truccò i conti del paese. A sottolineare i rapporti tra l’istituto americano e diversi leader europei è Marc Roche, corrispondente di Le Monde a Londra”[…]

IlSole24Ore – 6 apr. 2016 – “VENDITA MASSICCIA DI BTP NEL 2011: DEUTSCHE BANK INDAGATA A TRANI

VENDITA MASSICCIA DI BTP NEL 2011: DEUTSCHE BANK INDAGATA A TRANI
[…]”La procura di Trani, secondo quanto si apprende, ha aperto un’indagine per manipolazione di mercato contro Deutsche Bank e l’ex management. L’inchiesta, che prende le mosse da una denuncia dell’Adusbef, riguarda la vendita di titoli di Stato italiani per sette miliardi da parte dell’istituto di credito tedesco nel 2011.[…]
Gli indagati sono cinque: l’ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (attualmente co-amministratore delegato uscente della Banca), l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger, l’ex direttore finanziario ed ex membro del board di Deutsche Bank, Stefan Krause.[…]
Sempre a Trani è in corso da tempo un processo contro le agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch, accusate anch’esse di manipolazione del mercato”[…]

Dopo la sentenza della Procura in cui si dimostrò l’infondatezza del declassamento dei titoli italiani, chissà perchè però poi NON si procedette ad incriminare i vari player economici implicati nella vicenda per il reato di Aggiotaggio bancario, così come sarebbe dovuto accadere..

E molti altri articoli..

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti:  IlSole24Ore, La Repubblica, Milano Finanza, ecc

 

 

5. (2012-2014-2016) MEDIA E MAGISTRATURA GLISSANO SULLE DICHIARAZIONI CONFESSORIE DEI MINISTRI CHE TESTIMONIANO IL GOLPE FINANZIARIO DEL 2011.

COME MAI MEDIA E MAGISTRATURA TACCIONO?

Il Giornale – 1 ott. 2012 – “GARAVAGLIA: “LA BCE CI DISSE, O APPOGGIATE MONTI O NON COMPRIAMO I VOSTRI TITOLI

l’1 ott. 2012 su “Il Giornale” viene pubblicato un articolo in cui si riporta la dichiarazione confessoria del senatore del gov. Berlusconi, Garavaglia,  che riferisce del ricatto operato dalla Troika al Governo in carica nel 2011:

GARAVAGLIA: “La Bce ci disse: o appoggiate Monti o non compriamo vostri titoli!”

IlSole24Ore – 13 mag 2014 – “GEITHNER E IL COMPLOTTO EUROPEO CONTRO BERLUSCONI

Il 13 mag. 2014 su “IlSole24Ore” viene pubblicato un articolo in cui si riporta la dichiarazione confessoria del ll’ex ministro del Tesoro del gov. Obama, Geithner, che riferisce del “complotto contro il gov. Berlusconi nel 2011:

TIMOTHY GEITHNER: “Alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per costringere Berlusconi a cedere il potere”. Ma a Obama disse: “Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani.”

Il Fatto Quotidiano – 3 sett. 2016 – “ORLANDO: LA BCE CI DISSE, O METTETE IL PAREGGIO IN BILANCIO IN COSTITUZIONE, OPPURE CHIUDIAMO I RUBINETTI

Il 3 sett. 2016 “Il Fatto quotidiano” è rivelatore delle dichiarazioni confessorie del Ministro della giustizia del gov. Renzi, Orlando, che riferisce del ricatto operato dalla Troika nel 2011 contro il gov Berlusconi:

ORLANDO:  “La Banca Centrale Europea disse: ‘O mettete questa clausola nella vostra costituzione, o altrimenti chiudiamo i rubinetti e non ci sono gli stipendi alla fine del mese!’”

Eppure nonostante ciò, seppur queste informazioni siano state rese note da organi di informazione mainstream come quelli indicati, sono poi gli stessi organi di informazione mass mediatici mainstream a lasciare cadere queste vicende nel dimenticatoio, facendole “sparire” senza che nessun organo istituzionale competente (magistratura in primis) abbia aperto alcun fascicolo, alcuna indagine, alcuna procedura, alcun approfondimento sulla faccenda, niente di niente.
Se non è questa disinformazione?!

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Art su Il Giornale  Garavaglia: “La Bce ci disse: o appoggiate Monti o non compriamo vostri titoli“.  Art su IlSole24Ore  “Geithner e il «complotto» europeo contro Berlusconi: ecco le 12 righe (su 580 pagine).   Il Fatto Quotidiano “Il Ministro Andrea Orlando (Pd) confessa: Governo ricattato dalla BCE sul Pareggio di Bilancio”.

 

 

6. (2013) ALTERAZIONE DEI DATI PER PROMUOVERE LE AUSTERITA’.

ECONOMISTI CORROTTI DALLE ELìTE.

The Guardian – 22 apr. 2013 – “LO SCANDALO DEI DATI DI ROGOFF-REINHART

LO SCANDALO DEI DATI DI ROGOFF-REINHART

“Reinhart e Rogoff hanno affermato che le economie con oltre il 90% di debito hanno una crescita economica del -,1%, il che le metterebbe a rischio di recessioni.

In effetti, una nuova ricerca rileva che questi paesi fanno crescere le loro economie del 2,2% all’anno. Per metterlo in prospettiva, è una crescita maggiore di quella che gli Stati Uniti hanno avuto per un bel po ‘di tempo. La ricerca di Rogoff e Reinhart sul debito e l’austerità alla fine è crollata sotto il controllo di un team dell’Università del Massachusetts-Amherst , che ha ricevuto i numeri dagli economisti. Reinhart e Rogoff hanno risposto, dicendo, in sostanza, che alcuni dei loro dati potevano essere sbagliati, ma il loro succo era giusto . Questo non è esattamente soddisfacente. Se i numeri non sono veramente corretti, perché la conclusione sarebbe corretta ?”[…]

Il 22 aprile 2013 le principali testate giornalistiche economiche anglo-americane (Financial Times, Bloomberg ed altre) riportavano il clamoroso responso su un documento economico considerato simbolo delle austerità,  talmente “autorevole” da essere portato direttamente sui tavoli dei più importanti parlamenti del mondo, Unione Europea e Stati Uniti in primis.
Il documento si chiama “GROWTH IN A TIME OF DEBT” e gli autori sono due economisti di Harvard, CARMEN REINHART e KENNET ROGOFF.
Il rapporto indicava una soglia limite del 90% del rapporto debito/PIL da non superare, pena il crollo della crescita economica.
Ebbene, dopo essere stato verificato (in seguito ad una serie di ricerche accademiche fra cui spiccano le critiche mosse dallo stesso Premio Nobel per l’economia Paul Krugman) , il documento non solo si è rivelato essere palesemente scorretto sia nei calcoli, che nei dati, oltre che nei concetti, ma è stato addirittura totalmente ribaltato, dimostrando al contrario che è proprio l’arenamento della crescita conseguente alle austerità, a fare aumentare vertiginosamente il rapporto debito/PIL.

Questa è l’ennesima dimostrazione di come si stia procedendo alla distorsione dei basilari concetti di macroeconomia mediante la contaminazione alle origini delle fonti degli enunciati stessi.

Scritto da: Cristian Minerva.
Fonti: Notizia del 22.04.2013 riportata da tutte le principali testate giornalistiche statunitensi.   Video su YouTube Krugman v. Reinhart/Rogoff: Austerity altercation.     Art Bloomberg Reinhart-Rogoff on Debt and Growth: Fake but Accurate?

 

 

7. (2018) MEDIA E MAGISTRATURA GLISSANO SU BCE CHE APPALTA A BLACK ROCK LA FUNZIONE DI CONTROLLO SUL SISTEMA BANCARIO.

UN PLAYER PRIVATO CHE OPERA NEI MERCATI FINANZIARI NON PUO’ ESSERE AL CONTEMPO CONTROLLORE (SI CHIAMA CONFLITTO DI INTERESSI).

Il Sole24Ore – 19 dic 2018 – “BCE, IL GRANDE AFFARE DEGLI STRESS TEST

BCE, IL GRANDE AFFARE DEGLI STRESS TEST
«Caso-Schauble» in Bce: l’ex ministro delle finanze tedesco ha lanciato una sorta di crociata personale sulla governance dell’autorità di supervisione bancaria (l’SSM), puntando il mirino sui conflitti di interesse nella gestione degli stress test e persino sulla trasparenza delle spese sostenute. Ma soprattutto, Schauble ha aperto un fronte estremamente delicato per l’autorevolezza e la credibilità dell’autorità di supervisione bancaria: il ruolo, le incompatibilità e i contratti di servizio delle società private coinvolte dall’Eurosistema nella conduzione e nell’analisi dei dati raccolti negli stress effettuati tra il 2014 e il 2018.”[…]

A dicembre 2018 a mezzo di un articolo de Il Sole 24 Ore, si scopre che la BCE, ovvero l’organo preposto al controllo del sistema bancario, aveva appaltato la sua funzione di controllo al soggetto esterno Black Rock.
Il problema, oltre al fatto che la BCE non stava espletando la funzione per la quale era preposta, è che Black Rock è un fondo di investimento che opera nella materia oggetto del controllo (Black Rock compra e vende asset bancari), e come si può facilmente intuire, non si può permettere ad uno degli attori in gioco di poter espletare alla funzione di controllore del gioco nel quale si è player: stiamo parlando di un conflitto di interessi di proporzioni immani.
Per di più che Il Sole 24 Ore nel suo articolo si prodigava a denunciare il fatto che l’appalto dato a Black RocK era stato assegnato e pagato dalla BCE in condizioni di non trasparenza .
La funzione di controllo appaltata dalla BCE a Black Rock riguarda i “famosi” Stress Test.
Gli Stress Test sono delle analisi di natura finanziaria che analizzano/ valutano/ giudicano la tenuta del sistema bancario e delle banche.
Ora pensate a tutta la retorica sulla trasparenza e l’efficienza recriminata agli Stati costantemente dalle istituzioni europee a mezzo della stampa e dei media, di fronte a questa inottemperanza manifestata dalle istituzioni europee medesime.

Eppure nonostante ciò, seppur questa informazione è stata resa nota da un organo di informazione mainstream come Il Sole 24 Ore, sono poi gli stessi organi di informazione mass mediatici mainstream a lasciare cadere questa vicenda nel dimenticatoio, facendola “sparire” senza che nessun organo istituzionale competente (magistratura in primis) abbia aperto alcun fascicolo, alcuna indagine, alcuna procedura, alcun approfondimento sulla vicenda, niente di niente.
Se non è questa disinformazione?!

*NOTA (chi è Black Rock): Black Rock è un mega fondo di investimenti statunitense, per approfondimenti si legga attentamente la pag . “Fondi di investimento“.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Art del 2019 su Il Sole 24 Ore “Bce, il grande affare degli stress test“.    Art su ByoBlu “LA BCE AFFIDAVA A BLACKROCK GLI STRESS TEST SULLE BANCHE – Valerio Malvezzi
Video su YouTube “Valerio Malvezzi – BCE appalta il controllo a Black Rock

 

 

8. (2019) GERMANIA VIOLATRICE SERIALE DEL PATTO DI STABILITA’ EUROPEO.

JUNCKER: “LA GERMANIA HA VIOLATO IL PATTO DI STABILITÀ 18 VOLTE!”

Ci sono molti Stati che nel corso dell’UnioneEuroMonetaria hanno tenuto una MalCondotta poco rispettosa delle regole dei Trattati.
Nella classifica dei “trasgressori” delle regole europee a fine 2016, la Germania risulta in testa davanti a tutti.
A seguire la Spagna. poi Belgio, Portogallo, Grecia e Francia.
Nonostante la Brexit, il Regno Unito risulta al quattordicesimo posto.
I paesi che infrangono meno regole sono invece Estonia, Malta e Danimarca.

MilanoFinanza – 2 maggio 2019 – Juncker, la Germania ha violato il patto di stabilità 18 volte.

IlFattoQuotidiano – 2 maggio 2019 – Ue, Juncker: “La Germania si lamenta dell’Italia, ma ha violato patto di stabilità 18 volte e continua a farlo”

JEAN-CLAUDE JUNKER: “I tedeschi amano lamentarsi degli italiani, ma anche loro hanno violato il patto di stabilità 18 volte – le ho contate – e continuano a farlo”.

Si tratta della dichiarazione del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, in un’intervista al giornale tedesco Handelsblatt.

Il patto di stabilità è quello che impone agli Stati di NON sforare determinate soglie limite stabilite daI trattati.
Le soglie salienti sono:
– Limite del deficit del 3%.
– Limite del surplus di esportazioni del 6%.
Ebbene:
La Germania è la più grande violatrice seriale dei trattati.
Infatti:

Violazione surplus del 6%:

La Germania ha sforato la soglia di SURPLUS dal 2012 al 2019.
Ciò accade come detto a causa del fatto, o meglio, grazie al fatto che l’Euro altera al ribasso i listini prezzi della Germania, rendendo i prodotti tedeschi artificialmente convenienti sui mercati globali (NB: Si fa notare che quando un paese esporta all’estero, sta al contempo esportando disoccupazione).

Violazione del deficit del 3%:

La Germania ha sforato la soglia di DEFICIT dal 2002 al 2005 e nel 2009-2010.

I dati nel dettaglio:

Abbiamo consultato il database Eurostat e questi sono i risultati che sono emersi. Per quanto riguarda il rapporto deficit/Pil, la Germania ha superato il tetto del 3% in sette occasioni: nel 2001 (3,1%), nel 2002 (3,9%), nel 2003 (4,2%), nel 2004 (3,7%), nel 2005 (3,4%), nel 2009 (3,2%) e nel 2010 (4,2%). Per quanto riguarda il rapporto debito/Pil, la Germania lo ha superato costantemente dal 2003 fino al 2018, inclusi. Dunque per sedici volte.

In particolare il rapporto debito/Pil è aumentato significativamente tra il 2007 e il 2010, quando è passato dal 63,1% all’81,8%, è rimasto vicino all’80% fino al 2013, per poi cominciare una rapida discesa che nel corso degli anni successivi ha portato il rapporto al 60,9% del 2018.

Il totale dunque la Germania risulta essere di 23 violazioni nel corso degli ultimi 20 anni, dunque ancora di più di quanto conteggiato da Junker.

ATTENZIONE: E si badi, senza essere mai sanzionata!

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti: Dati FMI

 

 

9. CANCELLAZIONE DEBITO PUBBLICO IN MANO A BANCACENTRALE.

PROPOSTA FIRMATA DA OLTRE 100 ECONOMISTI EUROPEI.

Avvenire – 5 feb. 2021 – L’APPELLO. «LA BCE CANCELLI I DEBITI DEGLI STATI»

PROPOSTA FIRMATA DA OLTRE 100 ECONOMISTI EUROPEI.

La questione dell’annullamento del debito pubblico è tornata al centro del dibattito europeo. In questa pagina pubblichiamo un appello con la proposta di cancellazione del debito degli Stati in carico alla Bce elaborata da un gruppo di economisti francesi, fra i quali Laurence Scialom e Gaël Giraud, e che è stata sottoscritta in questa prima fase già da oltre 100 colleghi di diversi Paesi: oltre alla Francia, che vanta 50 adesioni fra cui quelle di nomi molto noti come Thomas Piketty, l’Italia, con 21 firme, la Germania, l’Irlanda, il Belgio, la Spagna, il Lussemburgo, la Svizzera, la Svezia, il Portogallo, la Grecia, l’Ungheria e il Regno Unito.

Scritto da: Cristian Minerva

Fonti:  Avvenire  L’appello: «La BCE cancelli i debiti degli Stati»

 

 

ALTRI A SEGUIRE PROSSIMAMENTE……..

 

 

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