Situazione Grecia

Sequenza degli articoli:

  • 1) SCENARI ECONOMICI: LA VERITA’ SULLE PENSIONI GRECHE, CONTRO LA FALSITA’ DEI MEDIA NORDICI.
  • 2) QUI EUROPA: GRECIA – L’ERA DEL “NAZISMO BIANCO” O DELLO “STALINISMO ROSSO”?
  • 3) MOVISOL: I GRECI INDIPENDENTI DENUNCIANO LA TROIKA ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE.
  • 4) MONIA BENINI: “LE POLITICHE RESTRITTIVE DI AUSTERITA’ STANNO AFFONDANDO LA GRECIA INVECE CHE RISOLLEVARLA.” 

 

 

1) SCENARI ECONOMICI: LA VERITA’ SULLE PENSIONI GRECHE, CONTRO LA FALSITA’ DEI MEDIA NORDICI.

LE PENSIONI GRECHE NON SONO COSÌ ALTE COME SI MITIZZA NEI PAESI DEL NORD EUROPA GRAZIE ALLE INFORMAZIONI DIFFUSE DA MOLTI MEDIA.

Giugno 19, 2015 di Fabio Lugano, pubblicato su “Scenari economici”.

L’accusa principale è di poter andare in pensione a55 anni, con un’età media dei pensionati di 56 anni, contro il 61.4  della Germania.
Questo dato è stato utilizzato da molti organi di informazione tedeschi (Bild, Handelsblatt, Faz, per esempio) per iniziare le solite campagne contro gli sprechi mediterranei che giungono al limite del razzismo, se non lo superano.
Si tratta però di un dato falso.
Secondo un altro quotidiano tedesco, lo Spiegel, che si è andato a vedere i dati OCSE, l’età di pensionamento medio in Grecia è pari a 61,4 anni, uguale a quella tedesca.
L’età media di 56 anni è riferita al solo settore pubblico, che dovrebbe essere confrontata con l’età media di 58 anni del lavoratore nelle ferrovie tedesche o i 55 del lavoratore delle poste germaniche.
Quindi non vi è nessun pensionamento anticipato dei greci rispetto ai tedeschi.
Del resto il 40% dei lavoratori greci percepisce una pensione pari solo a 665 euro, che pone i pensionati greci al di sotto del livello europeo di povertà: una situazione non proprio invidiabile.
Il problema è che non esiste protezione alla disoccupazione in Grecia, se non minima e per la durata di un anno.
Circa il 90% dei disoccupati greci non percepisce un centesimo.
Cosa fa un greco di 59 anni , senza nessuna possibilità di trovare lavoro?
Accetta una pensione ridotta.
In altri paesi, come la Germania, dove esistono sistemi di protezione della disoccupazione come lo Hartz IV, sono questi programmi, e non il sistema previdenziale, a svolgere una funzione di sicurezza .
In Germania sono ben 740 mila gli ultra 55 che vivono grazie agli aiuti dello Hartz IV.
Inoltre i pensionati greci non sono neppure particolarmente numerosi:
In Grecia i pensionati sono pari al 24.3 %, mentre in Germania sono il 26%. se aggiungessimo i 740 mila cittadini tedeschi che ricevono i sussidi da Hartz IV e che in Grecia sarebbero pensionati, avremmo una percentuale del 26,9%
Quindi in Grecia non ci sono baby pensionati, ma vecchi disoccupati, ed i pensionati non sono nè in eccesso rispetto alla popolazione, nè ricevono pensioni ricche.
Il sistema è in crisi, ma  lo è anche per l’alto tasso di disoccupazione, che è figlio dell’austerità.
Tutto il resto non è che fumus diffuso dai soliti media di parte.

Fonte:  WebSite Scenari economici.it :  Link articolo originale  https://scenarieconomici.it/la-verita-sulle-pensioni-greche-contro-la-falsita-dei-media-nordici/

 

 

2) QUI EUROPA: GRECIA – L’ERA DEL “NAZISMO BIANCO” O DELLO “STALINISMO ROSSO”?

CON L’EURO E LE ARMI, LA GERMANIA INGRASSA.

Giovedì, Maggio 10th / 2012 – di Sergio Basile e Franco De Domenico –

– Il plusvalore tedesco viene dalla moneta unica.

– Bene anche l’industria bellica: ai danni della Grecia.

– E’ l’era del “Nazismo Bianco” o dello “Stalinismo Rosso”?

Berlino – Lo sapevate che l’aeroporto di Atene sarà per 100 anni di “proprietà” tedesca e che la Germania non pagherà un euro di Iva alla popolazione ellenica? Questa è solo una delle molteplici tristi storie che “Qui Europa” vuole raccontare ai suoi lettori, al fine di creare consapevolezza sulla reale sorte della Democrazia in Europa. Roba che farebbe rivoltare nella tomba lo stesso Alexis de Tocqueville, mitico autore de “La Democrazia in America”. Ma non è finita!Una nuova leggenda metropolitana, diffusa nell’era Monti – ribadita con spudorato coraggio nelle scorse ore dal professore, e rimpallata da firenze a Bruxelles, e da Bruxelles a Berlino – è quella che la Germania ci imporrebbe vincoli, tasse e pareggio del bilancio per farci del bene, e lei stessa non ci guadagnerebbe nulla, ma anzi, ci rimetterebbe. Non è proprio così, e lo dice in un’intervista disponibile su YouTube uno dei padri stessi dell’euro, Romano Prodi. Ci informa, l’ex premier italiano che, ricordiamo con nostro impegno e sacrificio di tutti, ci traghettò nella – ormai possiamo dirlo, perlomeno controversa e criticata, per non dire “fallimentare” e “scellerata” –  moneta unica. Dati alla mano, dunque, ci si accorge che la ricca ed organizzata Germania, udite udite, ha accumulato – da quando l’euro stesso esiste – ben 200 miliardi di surplus.  Mentre l’economia tedesca, prima dell’euro, non riusciva a creare surplus, quindi non era in credito. Dobbiamo noi ringraziare i potenti creditori tedeschi, ormai banchieri d’Europa, o devono loro ringraziare noi, per i lauti guadagni che stanno incamerando? La risposta la lasciamo a voi, ed ai poveri pensionati o disoccupati greci!

   Grecia: da “patria del diritto” a “terra senza diritti”: 

D’altra parte, a prova di ciò, non dobbiamo dimenticare che la Troika (Bce-Fmi-Ue) in perfetta linea con la “strategia Merkel” sta riducendo la Grecia – come arcinoto – letteralmente alla fame, con misure mai viste a memoria d’uomo. Per contro – ed i giornali italiani in questo sembrano essere colpiti da una strana amnesia – abbiamo l’obbligo morale, nonché il dovere civile e cristiano,  di ricordare che entro la fine del 2012 la povera e disperata Grecia, spenderà – come ci racconta il Corsera in un articolo dello scorso 13 febbraio – 7 miliardi di euro (il 3% del suo già risicatissimo Pil) in armi (carri armati, sottomarini, navi da guerra e caccia) gentilmente fornite dalle industrie  tedesche e francesi: prezzo da pagare alla caritatevole e prodigale Angela Merkel ed allo stesso governo francese, per avere in cambio degli “aiuti” inutili e costosissimi.

  Nazismo Bianco o Stalinismo Rosso?:

Molti osservatori internazionali hanno ribattezzato questo status quo, con il termine di “nazismo bianco”, altri di “Stalinismo Rosso”. In effetti, tali barbare ingerenze liberticide di Berlino (e Parigi) su Atene sono state denunciate in tempi non sospetti dalla stessa allibita e sconcertata stampa tedesca, la quale ha puntato il dito sullo smisurato cinismo della Merkel: capace di imporre sacrifici ai cittadini ellenici, favorendo nel contempo l’industria bellica della Germania. Roba che Freddy Krueger al pari è un dilettante! Come ci ricorda Adriano Celentano in uno dei suoi pezzi più belli dell’ultimo album: “Quando ero giovane ho visto altri mondi. Un’altra razza di esseri umani!”. Come dargli torto? In pratica 11 milioni di persone ridotte in schiavitù dall’avvento di organismi parassitari esterni e dall’asse franco-tedesco, le cui banche – ricordiamolo – hanno in portafoglio rispettivamente 47,9 e 18,6 miliardi di dollari di titoli del debito greco. C’è di nuovo che gli esiti delle elezioni europee ed il voto ellenico hanno rispostato il baricentro della questione verso le ansiose istanze democratiche del popolo. Ma di fatto oggi la Grecia è un Paese commissariato dall’Europa: metodo molto simile a quello utilizzato da Stalin nell’Unione Sovietica.

  Nulla di nuovo sotto il sole di Atene :

Inoltre, andando a spulciare nelle pagine più curiose della recente storia di Grecia e Germania, ci si accorge che fino al 2009 – cioè sino alla fine del mandato del governo Karamanlis (centrodestra) – l’industria bellica tedesca è stata una dei principali motori del Pil germanico. L’industria bellica ha infatti guadagnato miliardi di euro: anche grazie alla dismissione e successiva vendita di armamenti obsoleti. Davvero Nobile! Nel 2008 la Grecia si posizionò al quinto posto – dato facilmente riscontrabile del sito ufficiale della difesa ellenica, o comunque sul web – nel mondo come nazione importatrice di strumenti bellici. Molto scalpore, in merito, fecero i 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp, che Karamanlis chiese alla Germania quale sorta di ultimo riconoscente regalo. Operazione, poi, comunque bloccata dal governo Papandreou. Ciò, almeno, fino alla scorsa estate, quando il Wall Street Journal pubblicava – tra lo sconcerto generale – la notizia che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy avevano preteso l’acquisto degli armamenti (e non solo i sottomarini: poi ridotti a due, ed acquistati  al modico prezzo di 1,3 miliardi di euro) quale condizione per approvare il piano di “salvataggio” (o sarebbe meglio dire, di affossamento definitivo) della Grecia. Diabolico! Come diabolico è stato il “consiglio di acquisto” dell’ex Re dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy, che convinse il primo ministro greco – per amor di patria – ad acquistare 6 fregate, 15 elicotteri e svariate motovedette, per l’altrettanto irrisorio prezzo di 4,400 miliardi di euro. Ciò in attesa della rapida liquidazione del fastidioso politico, poi – come noto – sostituito da un membro della Trilateral – ed ex Bce – quale Lucas Papademos. Fantastico! Così va la geopolitica in questo pazzo e miserabile mondo delle lobby e senza Dio. Così accade che, mentre milioni di uomini muoiono agni anno di fame e stenti, nel mondo del “disarmo nucleare” e del “G20”, le spese militari crescono come per magia a ritmi assurdi. 1800 miliardi di dollari solo nel 2011: il 50% in più rispetto a dieci anni prima. Ma è davvero questa l’Europa che vogliamo?

Sergio Basile, Franco De Domenico (2012 Qui Europa).

Fonte: LINK ARTICOLO ORIGINALE www.quieuropa.it/la-grecia-la-merkel-e-lera-del-nazismo-bianco/.

 

 

3) MONIA BENINI: “LE POLITICHE RESTRITTIVE DI AUSTERITA’ STANNO AFFONDANDO LA GRECIA INVECE CHE RISOLLEVARLA.” 

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE REPORTER DALLA GRECIA.

MONIA BENINI (33:28):  “Se andiamo a valutare tutti i provvedimenti che sono stati adottati in Grecia e quelli che sino ad oggi sono stati adottati in Italia (dal governo politico precedente, quello di Berlusconi piuttosto che dal governo tecnico uscente, quello di Mario Monti), vediamo che si tratta di un pauroso parallelo, cioè, le misure adottate sono le stesse; ma sono anche le stesse per il semplice fatto che il ventre che le partorisce è sempre il medesimo, non solo le istituzioni europee, ma in prima istanza il Fondo Monetario Internazionale che a partire dall’aumento percentuale dell’iva, passando poi per il pareggio di bilancio, per le privatizzazioni, per il taglio dei posti di lavoro piuttosto che dei salari, degli stipendi e delle pensioni, ma poi via via transitando per tutte quelle misure che vengono adottate (POLITICHE ECONOMICHE DI AUSTERITA’ [N.d.a.]), si capisce che c’è una sorta di regia unica e quindi chiaramente i provvedimenti finiscono inevitabilmente per essere simili quando non perfettamente coincidenti (provocando alla fine inesorabilmente gli stessi risultati [N.d.a.]). La Grecia era sicuramente penalizzata dal fatto che comunque non aveva un apparato produttivo variegato ed efficace come lo era il nostro. Ora noi dovremo preoccuparci perchè invece stanno smantellando la nostra industria, il nostro artigianato, il nostro commercio (vedi grafico “Produzione Industriale” nella pag “Grafici dimostrativi”). Il numero di imprese che vengono chiuse, le realtà che serrano i battenti, sono indice comunque di un’azione ben precisa e di una crisi che sta mordendo ormai polpa e osso della nostra economia.”

La spiegazione tecnica di come le politiche economiche di austerità menzionate dalla Benini, affossano le economie degli Stati, sono enunciate nei principi della MMT e vanno considerate senza mezzi termini alla stessa stregua di una vera e propria ARMA OFFENSIVA utilizzata per annientare una qualsivoglia Nazione sovrana o non sovrana che sia.

Fonte per MONIA BENINI:

 

 

MOVISOL: I GRECI INDIPENDENTI DENUNCIANO LA TROIKA ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE.

LE MANOVRE RESTRITTIVE DI AUSTERITA’ INCEPPANO L’ECONOMIA, CON TUTTE LE CONSEGUENZE NEGATIVE AL SEGUITO.

25 gennaio 2013 (MoviSol) 

Il 16 gennaio un parlamentare del partito dei Greci Indipendenti ha presentato una denuncia alla Corte Penale Internazionale (ICC) contro Paul Thomsen del FMI, Mathias Morse dell’UE e Klaus Mazouch della BCE.

Nella denuncia si accusano gli imputati di aver provocato 3.500 suicidi, la perdita di oltre 1,5 milioni di posti di lavoro, la chiusura di migliaia di imprese ed esercizi commerciali, la distruzione del benessere delle famiglie e di aver gettato il paese in una grave recessione con le misure imposte alla Grecia. Queste misure violerebbero l’articolo 2 dello statuto dell’ICC sulla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come pure la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, compresa la dichiarazione che “tutti hanno il diritto alla vita”, oltre che la costituzione greca e la Convenzione Europea sui Diritti Umani.

Similmente Yannis Panagopoulos, presidente della Confederazione Generale del Lavoro Greca (GSEE) ha annunciato che la sua organizzazione farà ricorso contro la Troika alla Corte Europea sui Diritti Umani.

Nella stessa settimana le associazioni mediche di Portogallo, Grecia, Spagna e Irlanda hanno pubblicato una “Lettera aperta ai leader politici e alle autorità sanitarie d’Europa” in cui si deprecano gli effetti disastrosi delle politiche di austerità della Troika sulla salute e le vite dei popoli delle loro nazioni.

La dichiarazione accusa l’UE, la BCE, l’FMI e i governi nazionali di aver mancato di prendere in considerazione gli effetti delle loro misure anti-sociali sui sistemi sanitari nazionali, e chiede una rapida inversione di rotta.                MoviSol.

A tal proposito il Giornalista Paolo Barnard reclama in causa i principi di Norimberga. Se i principi di Norimberga siano stati violati o meno, sta di fatto che ciò che è accaduto in Grecia potrebbe/dovrebbe esere oggetto di indagine da parte di organi preposti.

Scritto da:  Cristian Minerva.

Fonti (vedi anche sezione “Fonti di riferimento“):  Articolo intitolato  “E QUESTA NON E’ UNA GUERRA? E QUESTI NON SONO CRIMINI DI GUERRA? E NON CI VORREBBE UNA NORIMBERGA?“, di Paolo Barnard.  Movisol (Movimento internazionale per i diritti civili-solidarietà).

 

 

Nota Bene: Tutti gli articoli presenti all’interno del sito “CRISTIAN MINERVA”, sono stati elaborati sulla base di pubbliche informazioni comunemente reperibili sul web (e dunque considerate di pubblico dominio), e sono stati scritti avvalendosi di tutte le fonti a loro volta citate. 

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Cristian Minerva

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