(19.12.2013) BANCHE E SPESA PUBBLICA: L’ITALIA FA I COMPITI A CASA, E GLI ALTRI LA FREGANO.

L’ITALIA PRIVATIZZA I SUOI ASSET, GERMANIA E FRANCIA I LORO SE LI TENGONO STRETTI.

A proposito della differente posizione bancaria dei paesi membri UE, il giornalista Paolo Barnard segnala l’utilizzo indebito di una “CASSA DEPOSITI E PRESTITI” denominata KFW che ha risanato le aziende tedesche dal 2003 con soldi pubblici, senza che questi potessero apparire nel bilancio dello Stato tedesco (vedi articolo de “IL SOLE 24 ORE” intitolato “A BERLINO CONTI LEGGERI GRAZIE AL VEICOLO KFW”) , mentre alle altre nazioni si intimava costantemente di non spendere nulla per le proprie aziende.
Nel 2010 adottando la stessa procedura, la Germania sgravava il cuneo fiscale delle proprie aziende nazionali, sempre mentre intimava imperterrita alle altre Nazioni di non poter intervenire a sostegno delle proprie attività, vedi video su youtube intitolato “PAOLO BARNARD DEVASTA UDO GUMPEL“. (Nota Bene: Anche altri paesi hanno banche per lo sviluppo di proprietà statale o parzialmente statale. In Italia c’è la semiprivatizzata Cassa Depositi e Prestiti -CDP-, in Francia la Banque publique d’investissement -BPI-, ma alla CDP italiana non è consentita la stessa operatività di cui invece può disporre la totalmente statalizzata KFW tedesca! Si veda il video intitolato NINO GALLONI – KFW E CASSA DEPOSITI E PRESTITI).
La rivista “GEOPOLITICA”  fornisce un quadro delle differenti posizioni bancarie relative ai diversi paesi-membri con queste parole:
“A partire dall’assetto quasi completamente privato del sistema bancario, la condizione italiana è nettamente svantaggiosa. Il controllo pubblico delle banche nei primi anni ’90 era al 74,5%, contro il 61,2% della Germania, ed il 36% della Francia. Dopo le privatizzazioni la proprietà pubblica nelle banche italiane (e indirettamente nella Banca d’Italia) è stata quasi totalmente annullata mentre Germania e Francia hanno mantenuto rispettivamente nel sistema bancario una quota del 52% e 31% (attualmente anche maggiori [N.d.a.]). Alla luce anche della mancata nazionalizzazione del MPS, le implicazioni di questo assetto privato del sistema bancario italiano sono degli oneri sempre più gravosi per lo Stato ed un minore margine di manovra per incentivare lo stimolo dell’economia reale.” (Enrico Ferrini – GEOPOLITICA).
Dunque come dimostrato, è palese che la “virtuosa” Germania ha scalato la classifica dei mercati Europei ed esteri in realtà BARANDO SPUDORATAMENTE sia prima dell’ingresso nell’Euro, che dopo.
E’ da comprendere che i problemi che l’Italia e gli altri paesi membri stanno accusando  in questo sistema economico/monetario, non sono frutto di loro specifiche inefficienze.
La differenza di andamento tra NordEuropa (Germania in primis) e SudEuropa (Italia in primis), è legata a 2 fattori concatenati tra di loro:
1) La conversione in Euro sconta i listini prezzi del NordEuropa e rincara quelli del SudEuropa.
Da qui ne deriva che:
2) Il NordEuropa con i listini scontati può compiere manovre di spesa pubblica ESPANSIVE, viceversa il SudEuropa RESTRITTIVE.
In sostanza la Germania cosa ha fatto: Da una parte diminuiva i salari e gli stipendi dei suoi lavoratori per aumentarne la competitività rispetto a quelli degli altri membri UE, dall’altra compensava tale perdita di reddito con investimenti pubblici  (dei quali come spiegato molti erogati in maniera occulta grazie al meccanismo prodotto dall’utilizzo della KFW)  a sostegno del tenore di vita dei propri cittadini colmando così il gap prodotto dal taglio ai salari di qui sopra.
Questo è il motivo tra l’altro per il quale i servizi pubblici tedeschi risultano essere più efficienti: hanno semplicemente potuto spendere quello che agli altri era categoricamente vietato di fare.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

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Sono un libero professionista. Ho conseguito il diploma di geometra all'Istituto Tecnico per Geometri Statale. Studio economia e tutte le materie in genere, da autodidatta a livello amatoriale, per cultura personale, oltre che per senso civico. Non faccio capo ad alcuno schieramento politico.